Sanità, la denuncia dell’Adiconsum: “Nelle strutture bergamasche situazione inaccettabile”

medico lastra rxTempi di attesa biblici e situazioni kafkiane: dall’Osservatorio di CISL FP emerge che per una visita cardiologica, chi prenota oggi trova il primo posto libero nel 2017, così come per dermatologia. “Meglio” diabetologia (4-5 mesi di attesa) e ortopedia (“solo” 4 mesi). Così gli ospedali della Provincia rispondono all’emergenza del personale sollevata da Fp Cisl e oggi denunciata da ADICONSUM Bergamo che, in risposta alla lettera che Mara Azzi, direttore generale dell’ASL di Bergamo, ha dato all’esposto Cisl, porta l’esperienza di una signora, Donatella Rosati di Valbrembo, che , dice Eddy Locati, segretario generale dell’associazione dei consumatori della Cisl, “denota una volta di più come la Sanità pubblica si stia deteriorando dal punto di vista dei tempi d’attesa, raggiungendo livelli insopportabili e creando non poco disagio a chi li deve subire”. La situazione è stata sollevata, un mese fa, da un esposto di Cisl fp, che ha denunciato i turni massacranti cui sono sottoposti medici e infermieri per la cronica mancanza di personale.

“Operatori sanitari con centinaia di ore di straordinario non recuperabile sulle spalle; specialisti che lavorano ininterrottamente per 28 ore; reparti che non sono in grado di rispettare le linee guida regionali sulla presenza continua del medico; 120.000 ore di arretrati accumulati in un solo Ospedale. E questo non ha impedito di compilare liste di attesa per alcune prestazioni che vanno dai 6 ai 10 mesi”.  Questa è la situazione denunciata dalla Funzione Pubblica della Cisl di Bergamo nelle aziende ospedaliere provinciali: Papa Giovanni, Bolognini, Treviglio non riescono da tempo a far diga contro il continuo diminuire del personale, l’aumento delle richieste e la scarsità delle risorse. E tutto questo a poco meno di un mese dall’ultimatum dell’Unione Europea: il 25 novembre, infatti, entrerà inderogabilmente in vigore la Direttiva dell’Ue che impone orari rigidi e trasparenti per ogni lavoratore, riposi obbligatori e certificati…insomma una pianificazione degna di strutture all’altezza della tanto conclamata qualità della vita.

A questo esposto, indirizzato anche all’Asl, responsabile territoriale della salute pubblica, di utenti e lavoratori, Mara Azzi ha risposto che “l’Azienda non ha mai ricevuto segnalazioni in merito all’esistenza di queste situazioni” e dei problemi che ne conseguono. “Una cosa ridicola, se non fosse drammatica – tuona Locati -. Ai nostri uffici giungono decine di segnalazioni e all’ASL non ne sanno niente? La storia della signora Rosati è solo una, ma ben esplicativa della qualità dell’offerta sanitaria in provincia”.

Alla signora di Valbrembo, nell’agosto del 2014, venne prenotato un intervento per togliere dei calcoli alla cistifellea, presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII. Ad aprile 2015 viene finalmente invitata a recarsi in ospedale per gli esami pre-operatori di routine. Viene ricoverata il 7 luglio 2015, alle 11 della mattina presso il reparto di chirurgia. Dopo una visita e un esame del sangue, gli viene assegnato il posto letto. Verso le 17 un medico le comunica che ci sono stati dei ritardi, ma che l’intervento sarebbe stato effettuato (era la terza paziente del pomeriggio). Alle 18 gli viene invece consegnata la lettera di dimissioni, con l’impegno di richiamarla il prima possibile, addirittura dopo qualche giorno, senza particolari motivazioni. Dopo 20 ore di digiuno totale, la paziente si riveste e torna a casa. Passano circa 10 giorni, e con una telefonata le viene comunicato di ripresentarsi in ospedale; peccato che due ore dopo la telefonata viene comunicato all’interessata  che il tutto è stato sospeso, a causa di una urgenza. Dopo ben 114 giorni, finalmente, viene fissato il secondo ricovero. Alle 7 del 30 ottobre 2015 la paziente viene ricoverata non più nel reparto di chirurgia, ma in day surgery. Viene prelevato il sangue, viene assegnato il posto letto e viene comunicato che sarebbe stata la seconda ad essere operata.

Dopo le  ore 14, al cambio turno, un infermiera chiama la sala operatoria per chiedere informazioni sull’intervento programmato, ma alle ore 17.15 si presenta il chirurgo in camera comunicando le dimissioni della paziente (tra l’altro offendendosi per le proteste dell’interessata e di suo marito). “In sostanza – racconta Locati -, ancora una volta, probabilmente per casi più gravi, il previsto intervento è saltato e la signora è tornata a casa con i suoi calcoli, dopo altre 21 ore di digiuno totale e, ovviamente, con tanta rabbia. La paziente sa benissimo che ci sono persone con problemi più gravi delle sue coliche, ma ritiene anche che quello a lei successo sia assurdo, così come l’atteggiamento del chirurgo. Adiconsum, insieme alla Funzione Pubblica della CISL di Bergamo, monitorerà la situazione, soprattutto in vista dell’entrata in vigore della direttiva UE, aiutando così l’ASL a avere una visione più reale di quanto succede nella sanità bergamasca”.


Sabato visite guidate alla scoperta di Palazzo Frizzoni

Sabato 7 novembre si terrà l’iniziativa “Porte aperte a Palazzo Frizzoni”. Dalle 15, Palazzo Frizzoni sarà aperto alla cittadinanza in occasione delle iniziative celebrative del Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Due le visite guidate: una alle 15 e l’altra alle 16.30, a cura della presidente del Consiglio Marzia Marchesi e del professor Giovanni Carullo.


Se i brand del lusso scoprono il “traino” del museo

SAATCHI-GALLERY ChanelIl pubblico fa le code per vedere borsette, cinture e foulard. Non per comprare in saldo, solo per guardare. Sembra un controsenso, vetrine e negozi sono accessibili a tutti, non solo a chi compera.

Invece i brand del lusso che sembrano avere in mente solo sceicchi e magnati della Cina quando assegnano i prezzi ai loro prodotti, si sono inventati un nuovo modo per aumentare la desiderabilità dei propri prodotti e farli circolare, o meglio vedere, in foto e come oggetti assoluti del desiderio. La Saatchi Gallery di Chelsea ospita in queste settimane una mostra intitolata Mademoiselle Prive’, uno show dal grande budget, ultimo esempio di grandi marchi di moda che si impongono nel mondo della cultura. Mademoiselle Prive’ è la quarta mostra di Chanel. Il primo passo venne affidato all’architetto Zaha Hadid nel 2008, con una capsula chiamata Mobile Art. Doveva fare il giro del mondo ed essere messa in mostra in molte città. Poi accadde la crisi globale del 2008, mettendo un freno a questi piani commercial-creativi. Si trattava di un progetto precursore dei tempi, che debuttò un anno dopo il lancio dell’i-Phone, appena prima che i social media cambiassero completamente il modo in cui consumiamo notizie e il modo in cui i brand vendono alla propria clientela. Questo nuovo show sembra invece concepito apposta per la generazione Instagram, con la merce allestita in modo perfetto per essere fotografata da uno smartphone e per essere condivisa.

Se Chanel entra nei musei, Luis Vuitton non perde tempo. Si è appena conclusa un’altra mostra a cura della casa di moda francese dal titolo Series 3, che ha messo semplicemente in mostra la collezione autunno/inverno 2015, ovvero quella corrente. Aperta durante la London Fashion week, ha collezionato oltre 100 mila visitatori in meno di un mese. Lo stesso è avvenuto a Parigi a qualche giorno di distanza, quando Hermes ha presentato la collezione della prossima stagione in una mega installazione dal nome evocativo Wonderland, ovvero il Paese delle meraviglie.

La stessa installazione è poi passata da Londra, ancora una volta alla Saatchi Gallery, ancora una volta con code come se regalassero i famosi accessori di pelle. Quel che accomuna questi allestimenti – curati in ogni particolare – è il fatto che tutti puntano l’attenzione sul lavoro manuale e artigianale che concorre alla realizzazione di ogni pezzo, cercando di elevare questi prodotti a forme d’arte. Associare arte e artigianato serve a rafforzare il senso di creatività, arte ed estetica di un prodotto di lusso. Chi acquista un prodotto compera un’esperienza, un retaggio culturale, una tradizione di cui entra a far parte. Ed è disposto a pagare di più per il piacere dell’esperienza.

 


Il Creberg apre le sue porte per celebrare Dante

Dante e l'ombra di Virgilio«Gli angeli nel cielo parlano italiano», diceva Thomas Mann, e se questa nostra è la lingua più bella, la quarta più studiata nel mondo nelle università e nelle accademie, per gran parte si deve a lui: Durante di Alighiero degli Alighieri, il poeta talmente noto da essere conosciuto con il solo nome di Dante.

Per celebrare il 750° anniversario della sua nascita, la Fondazione Credito Bergamasco ha realizzato un calendario ricco di iniziative che a novembre giunge a compimento. Così, dopo il successo del primo weekend dedicato al Sommo Vate in occasione della festa di San Valentino, la Fondazione Creberg ha in programma per i prossimi 7 e 8 novembre un altro “Fine settimana con Dante Alighieri”, due giorni d’arte nel segno della Divina Commedia, tra pittura, letteratura e musica presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco (Bergamo, Largo Porta Nuova 2). Protagonista del weekend sarà, questa volta, l’Inferno dantesco. Nel Salone principale e nel Loggiato del Palazzo del Credito Bergamasco sarà allestita l’esposizione – realizzata in collaborazione con l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo – “Rino Ferrari/Inferi”, un corpus di opere (disegni a matita, a china acquerellata, tempere, gouache, olii ed elaborazioni grafiche) che l’artista  realizzò cinquant’anni fa, per il 700° anniversario, ed espose a Madrid, a Cremona, a Bergamo, a Parigi.

Nella Sala consiliare, i visitatori potranno invece ammirare “Cartoline dall’Inferno”, disegni realizzati per l’occasione da Ugo Riva, scultore e artista di rilievo internazionale, caro alla Fondazione Creberg. Nella mattina di sabato 7 e domenica 8 novembre le esposizioni saranno accompagnate – per chi lo desidererà – da visite guidate gratuite tenute dagli studenti del Liceo Classico del Collegio Vescovile Sant’Alessandro di Bergamo. Inoltre, settanta studenti del liceo Lussana (III B, IV A, V B, V P), sabato 7 novembre alle ore 12.30, coordinati e preparati dalle prof.sse Maria Imparato e Roberta Salone, declameranno alcuni canti dell’Inferno Dantesco nel Salone principale di Palazzo Creberg. Luigi Cepparone, membro della Commissione Culturale della Biblioteca A. Mai e responsabile provinciale dell’Associazione degli Italianisti, interverrà come coordinatore della manifestazione “Dante a mezzogiorno”.

In occasione del fine settimana, inoltre, il Salone principale di Palazzo Creberg si trasformerà in uno spazio teatrale che ospiterà un susseguirsi di letture dantesche, rappresentazioni sceniche e concerti ispirati ai canti dell’Inferno. Nei due pomeriggi, dalle 15.30 alle 16.30 sarà possibile ascoltare le letture – a cura di Aide Bosio – di alcuni Canti dell’Inferno; alle ore 17 sarà possibile assistere allo spettacolo di narrazione e musica “Dante’s Inferno Concerts” (il sabato dedicato a Paolo e Francesca e la domenica al Conte Ugolino), mentre alle 18.30 un concerto per violino, violoncello e flauto (a cura di Alberto Cammarota, Luca Pellicioli e Vanessa Innocenti) proporrà musiche evocative di J.S. Bach. Le due giornate chiuderanno, infine, con un’ultima lettura di un Canto dell’Inferno. L’ingresso a tutti gli eventi è gratuito. L’inaugurazione del “Fine settimana con Dante Alighieri – L’Inferno” si terrà venerdì 6 novembre alle ore 18.00, presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco. In occasione del fine settimana dantesco, la Fondazione Credito Bergamasco organizza, inoltre, “Divin Giro”, un percorso guidato attraverso le vie e i luoghi più significativi di Bergamo Alta, per rileggere istituzioni, società e cultura a cavallo del Trecento, al tempo di Dante Alighieri. Due le visite in programma: sabato 7 novembre alle ore 15 e domenica 8 novembre alle ore 10 con ritrovo di fronte alla filiale del Credito Bergamasco in Piazza Vecchia. Per partecipare al percorso guidato è necessaria la prenotazione all’indirizzo e-mail: tosca.rossi@gmail.com.

«Nel corso del 2015 la Fondazione Creberg ha messo a punto un vero e proprio itinerario dedicato a Dante – afferma Angelo Piazzoli, segretario generale della Fondazione Credito Bergamasco – una suggestiva e apprezzata mostra itinerante dedicata a Persone e Personaggi della Divina Commedia, (con sei tappe programmate dentro e fuori la provincia bergamasca), con numerose iniziative collaterali che ogni comunità ospitante promuove; il ciclo di letture dell’intera Cantica del Paradiso (oltre quindici incontri in sei mesi presso la Domus Bergamo in Piazza Dante); il contest online (Dante on the road) dedicato agli studenti con interazione e concorsi; l’organizzazione – presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco – di due interi fine settimana danteschi di arte, letteratura e musica (il primo, a febbraio, affollato da circa duemila visitatori, e questo, in programma per il 7 e 8 novembre)». Le esposizioni di Rino Ferrari e di Ugo Riva saranno visitabili anche dopo la conclusione del fine settimana dantesco, durante gli orari di apertura della filiale di Largo Porta Nuova (da lunedì a venerdì dalle 8.20 alle 13.20 e dalle 14.50 alle 15.50), fino a venerdì 11 dicembre.

 


L’Ascom. “Gli imprenditori scommettano di più sugli spazi esterni”

dehor Condividiamo a pieno gli obiettivi e la filosofia del nuovo regolamento: snellimento, burocratizzazione, innovazione, recupero edilizio e aumento dell’attrattività della città. La snellezza e la rapidità andranno a beneficio di tutti gli imprenditori coinvolti: baristi, ristoratori, commercianti in sede fissa e ambulanti. Il Comune quello che doveva fare l’ha fatto. Ora servirebbero tempi più certi e veloci per il sovrintendente, il cui parere, obbligatorio per le aree di pregio, è regolato nei tempi e nelle modalità da leggi nazionali.  Abbiamo apprezzato anche il coinvolgimento dell’Amministrazione in questo passaggio e il prezioso lavoro degli uffici del Comune che hanno prontamente recepito alcune nostre osservazioni. Il nuovo regolamento deve favorire ora nuovi investimenti. Gli operatori devono scommettere ulteriormente sugli spazi aperti e su questo servizio per i cittadini e i turisti. La tendenza è inequivocabile: la gente vuole consumare fuori dal locale, in periodi sempre più lunghi dell’anno. I turisti, soprattutto quelli continentali, amano pranzare e cenare all’aperto, magari in spazi attrezzati, anche in autunno e in inverno. I dehors, oltre a dare riposta alle richieste dei consumatori, rappresentano un’attrattiva per la città e contribuiscono a ridurre il degrado. Lo snodo ora è capire dove è possibile collocarli, e se l’investimento è sostenibile. Dove era possibile farli sono stati realizzati, per cui bisogna pensare di posizionare i dehors anche in posizioni un poco distanti dal locale. L’Amministrazione, da parte sua, è chiamata a favorire gli investimenti degli operatori privati rivedendo l’equilibrio complessivo tra installazioni permanenti e temporanee; nello specifico, dovrà ridurre e disincentivare economicamente i dehors estivi e temporanei, nel rispetto dei posteggi degli ambulanti e delle occupazioni posti in aree dimesse e finalizzate alla rivitalizzazione; e allungare i tempi delle autorizzazioni per favorire il ritorno dell’investimento e un idoneo piano di incentivazione della tassa di occupazione. In tema di tassazione, si possono ipotizzare delle misure a sostegno del commercio come  l’incremento graduale dell’imposta o anche una tassa percentuale sul fatturato, come è previsto negli affitti di spazi privati all’aperto. Il prossimo passo sarà valutare le aliquote da applicare e approfondire costi e incentivi per le installazioni. Temi sui quali siamo disponibili a confrontarci con l’Amministrazione.

* direttore dell’Ascom


Buoni pasto nel mirino, “commissioni alte e ritardi nei pagamenti”

buoni pastoDivampa la polemica sui buoni pasto. Da qualche settimana, serpeggia malumore tra gli esercenti dei pubblici esercizi a causa delle commissioni e dei ritardi nei pagamenti dei buoni pasto. Tra questi c’è anche chi ha deciso o sta decidendo di non accettarli. «L’ultima gara indetta da Consip per i buoni pasto della pubblica amministrazione è stata aggiudicata con sconti fino al 22% sul valore dell’appalto pari a un miliardo di euro. Il risultato è che in circolazione ci saranno buoni pasto che valgono un miliardo di euro, ma saranno pagati solo circa 800 milioni dalla pubblica amministrazione. C’è una differenza di 200 milioni di euro. Chi ce li mette? Gli esercenti che su ogni buono incassato si vedono applicare la commissione necessaria a coprire la differenza. E le società emettitrici lo fanno proponendo servizi aggiuntivi. Oggi questa commissione, comprensiva di aggravi ingiustificati, arriva al 18%. Senza considerare, poi, i costi di gestione fatti di conteggi, fatturazione, spedizione. Gli esercenti non sono più disposti a sacrificare i loro margini, nonostante questo continuano a mettere in campo tutta la loro professionalità senza ripercussioni sulla qualità o sul prezzo» afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo.

L’Ascom invita così gli associati a non sottoscrivere gli accordi supplementari per i servizi integrativi proposti dalle società emettitrici. «E’ vero che lo “sconto medio” della gara Consip 7 si aggira intorno al 4%, ma è altrettanto vero che i convenzionatori delle imprese aggiudicatarie chiedono oltre la sottoscrizione del contratto anche l’accettazione di servizi integrativi, il cui costo fa lievitare il carico per l’esercente al 18% del valore del buono» spiega Fusini.

Secondo Ascom inoltre, che concorda con le indicazioni di Fipe, il mercato dei buoni pasto deve essere fondato su tre principi: integrità del valore del buono lungo tutta la filiera, eliminando ribassi insostenibili coperti con l’imposizione di commissioni e servizi aggiuntivi a carico degli esercenti; corretto uso del buono secondo quanto previsto dalle norme; un POS unico in grado di “leggere” tutti i buoni pasto elettronici di qualunque emettitore per evitare barriere che rischiano di trasformarsi in ulteriori e maggiori costi per esercenti e consumatori.

Perplessità anche per il passaggio al buono pasto elettronico. «Oggi i costi del buono elettronico sono fuori da ogni logica di mercato e sono scaricati interamente sull’esercente: basti dire che per ogni singola transazione si chiede fino a 0,48 euro a cui si aggiungono i costi di installazione del Pos ed il canone di noleggio. Inoltre, rischiamo di dover gestire 4-5 POS, uno per ciascun emettitore. Così non va bene, bisogna riscrivere le regole, oppure salta il sistema» conclude il direttore dell’ Ascom.

 


Quella domanda senza risposta sui tagliagole dell’Isis

IsisVi ricordate l’Isis? Massì, quei simpaticoni vestiti di nero che, ogni tre per due, rapivano un europeo e gli segavano le canne: come potete averli dimenticati? Jihadi John, col suo inglese perfetto, i malandrini che dalle coste della Libia preparavano una seconda operazione Husky, la minaccia globale, il nemico più nemico che ci sia: l’Isis, mica noccioline! Non vi viene, ogni tanto, da domandarvi che fine abbiano fatto? Stavano avanzando ovunque, come una marea inarrestabile: adesso avrebbero dovuto già essere arrivati ad Oslo e piantare lo stendardo del Profeta a Holmenkollen. Invece, improvvisamente, mezzebuste ed anchormen, hanno smesso di parlarne: come se non fossero mai esistiti. La televisione ci abitua, per la verità, a queste ciclotimie: per settimane ci bombarda con allarmi per uragani che, alla fine, si trasformano miracolosamente in tempeste tropicali, e scopri che a Rimini è piovuto una mezz’oretta. Fa parte, per così dire, del sistema televisivo inventarsi una notizia, spolparla fino all’osso e poi gettarla nella spazzatura, in attesa del prossimo scoop: questa dell’Isis, però, sembrava una faccenda un tantino diversa, un tantino epocale. Si sono sprecati gli speciali: i soliti esperti, le solite inchieste, il repertorio solito di stupidaggini miste ad ovvietà. Poi, du tac au tac, l’Isis è scomparsa dai telegiornali: niente più decapitazioni, niente più paura. Uno, preso così alla sprovvista, potrebbe pensare ad una resipiscenza dei cattivoni: un pentimento tanto immediato quanto tardivo. Chessò, toccati dalle profondissime parole di papa Francesco, intimiditi dalla bellicosa decisione della Mogherini, i tagliagole avrebbero davvero potuto fare retromarcia. Però, pensandoci bene, l’ipotesi appare alquanto remota, soprattutto per la questione Mogherini: evidentemente, qualche fenomeno soprannaturale dev’essere, comunque, intervenuto. Io un’ipotesi ce l’avrei: anzi, se permettete, ce l’avevo anche prima. Forse, qualcuno tra i miei due o tre lettori avrà la bontà di rammentare ciò che scrissi in tempi non sospetti, ossia che l’Isis era semplicemente un babau – uno dei tanti – confezionati ad arte per tenere l’Occidente col fiato sospeso: un esercito di straccioni, parlandone militarmente, senza copertura aerea, senza logistica, senza volumi di fuoco apprezzabili, senza tecnologia. Gente che vinceva combattendo contro altri eserciti militarmente risibili, ma che non avrebbe retto cinque minuti contro una forza militare moderna e modernamente equipaggiata. Ve lo ricordate? La solita minaccia creata ed impacchettata dalla sciaguratissima politica estera statunitense, come i vari Bin Laden o i jihadisti: frutto avvelenato di un modo malsano di intendere l’intelligence internazionale, abbattendo ed innalzando tirannelli, organizzando e disfacendo rivoluzioni e primavere arabe.

D’altronde, gli Usa hanno sempre cercato di governare il proprio vastissimo impero con questi sistemi: la Guerra Fredda, forse rammenterete anche questo, in Italia andava da nord a sud e non da est a ovest. E a noi è costata una stagione che qualche furbacchione in vena di creatività, imbeccato al momento opportuno, ha chiamato “strategia della tensione”: quando riscriveremo la storia di quegli anni, vedrete come ne usciranno puliti i nostri amiconi d’oltreoceano! Ma lasciamo perdere le bombe e le stragi: torniamo all’Isis. Sembravano invincibili, dicevo, finché a contrastarli c’erano le ragazze curde che tiravano dai tetti col Barrett: hanno conquistato qui, sono avanzati là. Tutti esperti di cose militari, da Saxa Rubra a Cologno Monzese: un esercito di strateghi esentati dal servizio di leva. Finché, ad un certo punto, questi dell’Isis hanno pestato un callo (non chiedetemi quale) a Vladimir Putin, che è un tipetto piuttosto fumantino, in materia di calli: lo sappiamo tutti che è in gioco una gigantesca campagna planetaria per decidere i prossimi equilibri mondiali, ma facciamo finta di essere anche noi come i giornalisti televisivi, ossia del tutto incapaci. Fatto sta che Putin è intervenuto in Siria: come dire “guardate che lì non comandate voi!”.

E, insieme a lui, si è mossa la Cina, vale a dire il terzo incomodo fra i colossi prossimi venturi. Da una parte, adesso, c’era l’Isis, con qualche Toyota donata dagli Usa, con qualche proiettile comprato in Italia, con un ampio corredo di coltellacci da macellaio: dall’altra c’erano gli incrociatori lanciamissili classe Kirov, i caccia ed i bombardieri di ultima generazione, i modernissimi T90, la “Morte Nera” e gli “Spetsnaz”. C’era perfino il celebre “Buratino”, che, in barba al nome ridicolo, è un carro lanciamissili che spara testate termobariche da 220 mm a raffiche di trenta alla volta sulla testa del malcapitato tagliagole, riducendolo a ragù. E l’Isis si è disciolta come burro, sulla padella della Siria: si è semplicemente sfaldata. Per questo non la sentite più nominare. Ora, la vera domanda, però, rimane quella di sempre: perché non l’abbiamo fatto noi, subito? O, se preferite la citazione colta: cui prodest questa Isis del cavolo? Ah, Sigonella: quanta nostalgia!


Sicurezza in città, vertice in Prefettura. Si rafforzano i controlli

La situazione della sicurezza pubblica in città è stata al centro della riunione tecnica delle forze di polizia presieduta dal prefetto Ferrandino ed alla quale è stato invitato a partecipare il Sindaco Gori. Nel corso della riunione, alla quale ha preso parte anche il vicesindaco Gandi, è stato svolto un esame dei dati concernenti i reati che incidono sulla percezione di sicurezza dei cittadini.

Il raffronto tra i primi dieci mesi del 2014 con quelli del 2015 ha confermato la fotografia della realtà cittadina ed anche della provincia nel suo complesso (tenuta costantemente sotto controllo nel corso degli ultimi due anni), che vede una significativa flessione dei delitti in generale, non solo con riferimento ai furti in abitazione, ma anche con riguardo alle fattispecie dei furti in generale (furti in esercizi commerciali) ed alle rapine. Tuttavia, l’attenzione dei responsabili della sicurezza si è focalizzata, in particolare, sull’analisi dei recenti, gravi episodi che nei giorni scorsi hanno riguardato: il bar “Lunapiena” di via Moroni, dove, nella serata del 31 ottobre, è stato accoltellato a morte Diouf Pape Amadou; – la tabaccheria di via Carnovali, dove, nella giornata del 1° novembre, il titolare è stato rapinato e violentemente percosso. Per quanto riguarda il bar “Lunapiena”, il questore Fabiano ha confermato di aver notificato il provvedimento di rigore adottato nei confronti del titolare del bar, che ne dispone la sospensione per quattro mesi. Al centro della riunione anche il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, oggetto di mirata attività di contrasto attraverso specifici servizi svolti dalle Forze di Polizia. Al riguardo: sono state confermate le linee operative di contrasto dello spaccio di stupefacenti all’esterno delle scuole, concordate nella riunione tecnica di coordinamento delle Forze di Polizia svoltasi in Prefettura in occasione dell’inizio dell’anno scolastico; è stata disposta un’ulteriore intensificazione delle attività di contrasto a tale fenomeno nelle zone della città ritenute particolarmente esposte ed in prossimità delle discoteche. I responsabili della sicurezza, d’intesa con il sindaco ed il vicesindaco, hanno esaminato anche la situazione delle seguenti aree della città, sempre, monitorate:

Quartieri Clementina e Boccaleone

Per tali zone il Consesso ha concordato, all’unanimità, la prosecuzione sia dei servizi di controllo, anche con riferimento alle attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, sia delle attività di analisi e monitoraggio svolte dal tavolo tecnico, operativo da tempo in Questura ed al quale partecipa anche un rappresentante del Comune di Bergamo

 

Stazione ferroviaria, Stazione Autolinee, via Bonomelli e zona scalo merci (Malpensata)

Nel mese di ottobre, oltre alle attività di controllo ordinariamente disposte, si sono svolti ulteriori mirati servizi presso l’area della Stazione ferroviaria ed Autolinee, sempre con riferimento al contrasto dello spaccio di stupefacenti. I servizi di controllo continueranno ad essere svolti, sotto il coordinamento del Questore, con il concorso della Polizia Locale e con l’impiego della Stazione mobile dell’Arma dei Carabinieri.


Corsi slot machine, slitta a fine anno il termine per i gestori

furto-slot20141.jpgÈ stato spostato dal 4 novembre al 31 dicembre 2015 il termine per l’obbligo formativo dei gestori di sale gioco e dei locali dove sono installate le apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito.

La decisione è stata presa dalla Giunta Regionale nella seduta dello scorso 30 ottobre.

L’area Sistemi Gestionali dell’Ascom  di Bergamo è a disposizione degli esercizi per l’organizzazione di corsi per assolvere l’obbligo formativo. I corsi hanno una durata di 4 ore e la frequenza deve essere rinnovata ogni due anni. Per i nuovi gestori l’obbligo formativo deve essere assolto entro sei mesi dalla data di installazione delle apparecchiature. Per chi non ottempera all’obbligo è prevista una sanzione dai 1.000 a 5.000 euro.

Per informazioni sui corsi Ascom è necessario contattare la Segreteria Organizzativa ai numeri 035 4120325 oppure mandando una mail all’indirizzo info@ascomqsa.it


Commercio, Bergamo conferma la moderata ripresa dei consumi

commessa_optLa produzione industriale di Bergamo segna una battuta d’arresto nel terzo trimestre dell’anno con una flessione dell’ 1% nei tre mesi e del -2,1% su base annua. Il risultato medio regionale, statisticamente più affidabile, indica invece una tenuta della fase di ripresa del ciclo in Lombardia con variazioni positive nel trimestre (+0,2%) e nel confronto annuo (+1,7%), anche se meno intense rispetto alla precedente indagine. E’ quanto si evince dai risultati della congiuntura economica in provincia di Bergamo diffusi dall’Ufficio Studi della camera di Commercio. Il rallentamento della produzione a Bergamo è in sintonia con una corrispondente flessione del fatturato ma non è coerente con altri indicatori che testimoniano invece un lento ampliamento della ripresa. Nel corso del terzo trimestre aumentano i settori con variazioni positive e si consolida una maggioranza di imprese che sono al di sopra o sugli stessi livelli dell’anno scorso. Pur decelerando, è ancora in crescita di produzione e di vendite la meccanica, comparto centrale dell’industria locale. E oltre alla meccanica, hanno segno positivo altri importanti settori come il tessile, la chimica e la gomma-plastica. Solo poco più di un terzo delle industrie intervistate dichiara una riduzione della produzione tendenziale localizzata in provincia, ma il peso occupazionale di questa componente – in cui prevalgono settori caratterizzati da economie di scala, orientati al mercato interno o alla filiera delle costruzioni – sposta in territorio negativo il dato medio. C’è poi da notare che tiene e anzi migliora l’indicatore prospettico degli ordini dall’estero che sono in crescita – in linea con i brillanti risultati dell’export manifatturiero di Bergamo dei primi due trimestri dell’anno – e compensano la dinamica ancora debole e altalenante degli ordini interni. La discordanza dei diversi indicatori congiunturali non consente di leggere nell’inatteso risultato dell’indice della produzione industriale di Bergamo un effettivo cedimento del ciclo, del resto smentito dai dati delle altre province lombarde, quasi tutte con segno positivo. La debole progressione dell’indice medio da diversi trimestri a questa parte potrebbe celare, nell’imperfetta sintesi statistica del campione provinciale, un divario di performance tra imprese e settori che in questi anni hanno modificato in profondità i propri processi produttivi e il posizionamento sui mercati domestici e internazionali. A rasserenare lo scenario congiunturale contribuiscono le stesse previsioni delle imprese: le aspettative sull’ultimo trimestre dell’anno sono ottimistiche, in miglioramento e, per la prima volta da oltre quattro anni, prevalentemente positive anche per la domanda interna. Per quanto riguarda l’occupazione dell’industria, il terzo trimestre vede tipicamente prevalere le uscite sugli ingressi e quindi raffredda la tendenza all’incremento degli addetti che si era manifestata con vigore nei primi due trimestri dell’anno.

Artigianato

Nell’artigianato manifatturiero l’indice della produzione si è stabilizzato su livelli nettamente inferiori a quelli pre-crisi. Le variazioni dell’ultimo trimestre sono intorno allo zero. La “nuova normalità”, pagata con una riduzione della base imprenditoriale (le aziende artigiane della manifattura sono diminuite di un quinto rispetto al 2008), è quella di un contesto relativamente stazionario in cui però, da qualche trimestre a questa parte, ha ripreso ad aumentare la quota delle imprese in crescita e, conseguentemente, a ridursi, a meno di un terzo del campione, l’incidenza di quelle ancora “in crisi”  sull’arco temporale dell’anno. La conferma di una migliore tenuta della produzione artigiana sembra affiorare anche nel dato degli addetti, cresciuti nel terzo trimestre.

Commercio

Nel commercio si conferma, a Bergamo come a livello più generale, una moderata ripresa dei consumi interni.  Nel commercio al dettaglio migliora la tendenza al recupero su base annua che era già apparsa con evidenza nella scorsa rilevazione. Nel terzo trimestre il giro d’affari dell’intero commercio al dettaglio aumenta su base annua del +1,8%, in misura del tutto simile alla media regionale. Le imprese commerciali che segnalano un aumento tendenziale delle vendite prevalgono su quelle in difficoltà con un saldo positivo di oltre 10 punti percentuali. Le aspettative sono positive, anche per l’occupazione, nonostante gli addetti nel trimestre si siano ridotti del -0,5%. Le vendite sono in crescita, per la prima volta da anni, nel settore alimentare, (+2,4%) mentre nel non alimentare la tendenza positiva (+3,2%) si conferma e si rafforza.  Nel commercio non specializzato il giro d’affari risultante dal campione è in crescita del +0,2% ma i risultati a consuntivo delle vendite negli ipermercati e supermercati di Bergamo segnano un più marcato aumento del +3,5% dei valori e del +1,4% dei volumi.

Servizi

Più complicata la situazione nei servizi. Anche in questo caso i risultati provinciali sono disallineati rispetto a quelli medi della Lombardia (che si basano su una maggiore copertura campionaria) e vanno quindi presi col beneficio del dubbio: il giro d’affari è in calo su base annua a Bergamo del -1,4% mentre a livello regionale la variazione è del +2,2% e in accelerazione. La variazione congiunturale, destagionalizzata, è negativa (-0,8%) a Bergamo e positiva (+0,3%) in Lombardia. Per quanto riguarda i comparti, la variazione tendenziale grezza del volume d’affari è del -0,5% nel commercio all’ingrosso (in Lombardia: +1,8%), di -3,7%  per alberghi e ristoranti (in Lombardia: +3,6%), -4,5% nei servizi alle persone (in Lombardia: -2,1%) e  -0,8% nei servizi alle imprese (+2,3% in Lombardia). Le prospettive per il volume d’affari e l’occupazione nel trimestre successivo formulate dalle imprese di servizi di Bergamo sono in territorio negativo con un lieve miglioramento relativamente alla precedente rilevazione.