A Natale nei negozi bergamaschi batte un cuore solidale

I commercianti bergamaschi daranno anche quest’anno un significato speciale al Natale partecipando all’iniziativa solidale che vede affiancati Ascom e Centro Missionario Diocesano. “Abita la stella! E il cuore della missione vive in famiglia” è lo slogan di questa 11esima edizione, che invita a riflettere sul valore della casa. Una proposta che si integra al cammino pastorale proposto dagli Uffici della Curia Diocesana che, attorno al tema della casa e dell’abitare, sviluppa la preghiera familiare e l’animazione di ragazzi, adolescenti e giovani.
L’operazione non prevede una raccolta fondi nel punto vendita, ma chiede ai negozianti di farsi promotori degli obiettivi e del messaggio della campagna nei confronti dei cittadini che quotidianamente frequentano gli esercizi. Con un contributo di 15 euro, riceveranno il kit con il materiale di comunicazione, composto dal testimonial dell’iniziativa (un cuore in legnetti sbiancati e stelline in betulla e pigne, decorato da nastri in raso), dalla locandina, da segnalibri da includere nelle confezioni dei regali di Natale e dall’illustrazione dei tre progetti solidali sostenuti quest’anno. In Terra Santa l’obiettivo è “Una scuola per tutti” supportando l’azione del progetto “tuttiascuolainterrasanta” dove la convivenza tra popoli e religioni diventa cultura e vita; in Iraq il progetto del Cmd “Prendersi cura dei piccoli” punta a costruire attraverso la pace un futuro di fraternità mentre in Etiopia l’impegno delle suore Orsoline di Gandino è offrire “Un pasto al giorno per la famiglia”, per non negare a nessuno il calore di una casa che accoglie.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti i commercianti bergamaschi ed è stato già sposato appieno dagli ambulanti della Fiva, che esporranno il testimonial alla fiera di Santa Lucia, e dall’Aspan, impegnata nell’acquisto dei kit e nella promozione dell’iniziativa. Il Distretto del commercio Bergamo Centro dedicherà alla campagna l’allestimento di tutte le luminarie cittadine ed anche le grandi strutture commerciali saranno teatro di iniziative dedicate. Ad Oriocenter e nel centro commerciale di Curno saranno presenti stand per le vendita di presepi e artigianato etnico, mentre all’Iper di Seriate saranno all’opera dei volontari per confezionare pacchi regalo. Nei giorni 15, 19 e 22 dicembre anche l’aeroporto di Orio al Serio ospiterà la vendita di presepi e articoli regalo dal Sud del mondo, mentre i negozi dell’aerostazione aderiscono all’iniziativa con il kit e con un banner pubblicitario della cartolina solidale.
La campagna si articola in numerose altre iniziative e appuntamenti. A cominciare dall’ormai tradizionale “Concerto di Natale” nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna in programma sabato 13 dicembre, serata durante la quale sarà assegnato il premio “Papa Giovanni XXIII” a tre missionari bergamaschi. Tornano anche la capanna con la Natività sul Sentierone per la raccolta fondi, il “Panettone della solidarietà” (frutto dell’impegno di numerosi volontari che hanno provveduto al confezionamento e disponibile al costo di 12 euro), l’accoglienza della luce di Betlemme con gli Scout e il conivolgimento delle scuole e degli oratori in un concorso artistico sul tema della casa. La vendita dei presepi è anche on line sul sito www.websolidale.org, che dà la possibilità di inviare gli auguri natalizi via internet tramite la “Cartolina solidale”: per ogni cartolina virtuale inviata, l’Associazione WebSolidale Onlus devolverà un euro ai tre progetti, mentre non c’è nessun costo per chi invia la cartolina.
Per informazioni: www.cmdbergamo.org


Camera di Commercio, giornata formativa sui documenti informatici 

Il prossimo 1° dicembre, dalle.9.30 alle 13 e dalle 14 alle 16, all’ex Borsa merci di Bergamo, è in programma una giornata formativa gratuita sul ciclo di vita del documento informatico.
L’incontro è rivolto ai funzionari della Pubblica Amministrazione del territorio, in particolare addetti e responsabili degli Sportelli Unici delle Attività Produttive e responsabili di procedimento.
Nel corso della prima parte della giornata saranno affrontate le seguenti tematiche: creazione, nozione e validità giuridica del documento informatico, firme elettroniche, copie e duplicati, conversione dei documenti da analogico a digitale e viceversa; gli strumenti per la trasmissione: cooperazione, applicativa, PEO, PEC; le comunicazioni tra pubbliche amministrazioni, tra PA e imprese, tra PA e cittadini e le istanze online; le caratteristiche dei documenti da pubblicare (formati, accessibilità), la pubblicazione all’Albo telematico, la sezione amministrazione trasparente e il Decreto Legislativo 33/2013, le note legali e l’informativa privacy del sito istituzionale; la normativa in materia di protocollo informatico dopo il DPCM 3 dicembre 2013, la gestione dei flussi documentali, il fascicolo informatico, la conservazione dei documenti e degli archivi.
La seconda parte della giornata sarà invece dedicata alla dematerializzazione degli atti a rilevanza esterna (predisposizione e sottoscrizione dei documenti, gestione dei documenti e fascicolo del procedimento, notifica e pubblicazione dei documenti) e alla dematerializzazione degli atti interni (predisposizione, sottoscrizione, archiviazione e conservazione dei documenti).


L’accordo / L’agricoltura promuove la sicurezza

È stato formalizzato lo scorso 18 novembre, presso la sede provinciale della Regione Lombardia, un accordo di collaborazione tra le principali associazioni di categoria del mondo agricolo, tra cui Upag Agrigarden Ascom,  per la sicurezza. L’intesa, che ha come oggetto la programmazione, progettazione e realizzazione di iniziative finalizzate ad aggiornare sulle novità in materia di sicurezza e a promuovere buone prassi nel settore agricolo, è il risultato di anni di impegno sul fronte della prevenzione, a partire dal “Tavolo trattori” attivo dal 2008 per la manutenzione dei mezzi agricoli.

 

Inail, Regione/Ster, Asl, Coldiretti, Confagricoltura, Confai, Upag e i sindacati (Cgil/Flai e Uila/Uil) hanno costituito un gruppo di lavoro  per ideare e coordinare attività sulla prevenzione, formazione e informazione degli utenti agricoli in materia di sicurezza. In attesa dell’avvio dell’Ente Bilaterale di comparto, le associazioni si impegnano a condividere criteri di qualità per la formazione dei lavoratori e delle figure di sistema. Il gruppo di lavoro si occupa anche di raccogliere informazioni statistiche relative agli infortuni e alle malattie occorsi a operatori agricoli e garden, oltre a promuovere la realizzazione e l’aggiornamento del censimento delle figure di sistema presenti nel comparto agricolo per organizzare ed approfondire la formazione all’esercizio di ruolo. A firmare il protocollo d’intesa Santa Picone, direttore dell’ Inail di Bergamo, Claudio Merati, dirigente Ster Bergamo/Regione Lombardia, Mara Azzi, direttore generale Asl Bergamo, Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo, Aldo Marcassoli, direttore della Confagricoltura provinciale, Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo, Mauro Stefanelli, presidente Upag Agrigarden Ascom, Flavio Rottigni della Cgil/Flai Bergamo e Rossella Valente della Uila/Uil Bergamo.


IL RICORDO / Addio Tino, «la tazzina di caffè non avrà più lo stesso sapore»

«Ha intrapreso la via del Paradiso, dove aprirà un nuovo bar». Così i familiari di Tino Acquaroli, storico esercente in largo Rezzara a Bergamo, hanno annunciato la sua scomparsa, dopo una breve quanto implacabile malattia, all’età di 68 anni. Hanno immaginato per lui la possibilità di proseguire nel mestiere di tutta la sua vita, che lo ha reso una vera e propria “istituzione” del centro. Ha infatti cominciato a 12 anni, in un bar vicino alla chiesa di Santa Lucia, per poi affiancare il fratello al Bar Sant’Alessandro e rilevare nel 1983 il suo Bar Haiti.
Bustina in testa, sorriso e battuta sempre pronti, “il Tino” ha incarnato il gestore ideale, quello che insieme all’espresso serve quella piccola dose di spensieratezza che ricerca chi frequenta un pubblico esercizio e che – possono cambiare mode e gusti della clientela – resta il vero segreto del successo di un’attività commerciale. «Se ne va un punto di riferimento della piazza – è il commento più diffuso -. Tino dispensava allegria ed era sempre pronto a dare una mano». E il pensiero va al figlio Edoardo, morto 17 anni fa in un incidente stradale, «affiancava il papà nel locale ed è bello pensare che si rincontreranno».
Anche la famiglia dell’Ascom, di cui è associato da sempre, lo ricorda con affetto ed è vicina alla moglie Camilla e alla figlia Simona, impegnata al bar con lui.


Le Pmi e gli strumenti d’innovazione

Si terrà giovedì 27 novembre, alle 17, nella Sala Conferenze del Polo Tecnologico di Dalmine, in via Pasubio 5, l’evento dal titolo “Piccole e medie imprese: quali strumenti di innovazione?” a conclusione dell’edizione 2014 del progetto “Sviluppo Competitivo Veloce nelle Pmi”.
L’iniziativa, finanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con le Organizzazioni di categoria del territorio, ha permesso a 20 imprese di sperimentare la realizzazione di progetti di innovazione, organizzativa/gestionale o tecnologica, attraverso il supporto di consulenti esperti e di 20 laureandi dell’Università degli Studi di Bergamo.
All’evento interverranno, oltre alle aziende e agli studenti coinvolti (a cui saranno consegnati gli attestati di partecipazione): Gianluigi Viscardi e Maria Teresa Azzola, delegati all’Innovazione di Bergamo Sviluppo; Sergio Panseri, consulente di direzione e responsabile dei check up realizzati nelle aziende; Caterina Rizzi, direttore Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli Studi di Bergamo e Giovanni Guida, professore Ordinario, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli Studi di Brescia. La partecipazione è gratuita.


Commercio, «più forza alle nuove imprese con l’aiuto dei senior»

nella foto, da sinistra: Cristina Pontiggia, Alessandro Capozzi e Attilio Gotti

Per lanciare e rendere più solide le imprese del terziario bergamasche l’Ascom ha lanciato nei giorni scorsi “Parti Sicuro”, servizio rivolto, in particolare, alle attività in fase di start-up, un momento sempre delicato per il buon esito dell’iniziativa imprenditoriale. Si parte dall’idea per trasformarla, grazie alla consulenza e all’accompagnamento, in progetto: dal business-plan alla realizzazione d’impresa, dall’inaugurazione dell’attività all’affiancamento nei primi anni di vita imprenditoriale. «Il numero di aperture nel commercio tiene – afferma il presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio Paolo Malvestiti -. Registriamo però un turnover altissimo dovuto in gran parte all’improvvisazione e all’inesperienza. Negli ultimi due anni, ad esempio, hanno chiuso 215 “nuove” imprese». Ma ad allarmare è anche il fatto che stanno abbandonando il mercato anche aziende con alle spalle una storia ultradecennale: «Le difficoltà toccano tutti e molti imprenditori, dopo aver attinto ai risparmi personali, si trovano purtroppo costretti a chiudere. Negli ultimi due anni su 1975 attività cessate oltre il 40% erano attive da circa dieci anni», rileva il presidente. Peculiarità del nuovo servizio Ascom è l’affiancamento del neo-imprenditore da un commerciante senior o di comprovata esperienza, per un periodo di tutoraggio che va dai tre ai cinque anni. «Se nelle grandi aziende il know-how è disperso nei vari ruoli, nelle piccole imprese è detenuto dal proprietario, che spesso è anche fondatore – sottolinea il vicedirettore dell’Ascom Oscar Fusini -. Trasferire questo patrimonio di conoscenze in ogni fase di passaggio o cambio alla guida è fondamentale. L’innovazione del servizio sta nella condivisione di questo bagaglio con un potenziale concorrente che invece diventa un vero e proprio compagno di viaggio».
«Si parte da un’idea per poi intraprendere un percorso di orientamento per la sua trasformazione in realtà – spiega Pietro Bresciani, responsabile del servizio “Parti Sicuro”-. Ogni progetto imprenditoriale viene accompagnato da un’attenta analisi in tutti i campi, dal supporto finanziario attraverso la Cooperativa Fogalco all’assistenza fiscale, amministrativa e gestionale. Il percorso non si limita all’avvio d’impresa e all’affiancamento di un imprenditore esperto, ma si completa con un servizio di coaching anche nei primi anni di attività, per monitorare sotto ogni aspetto la salute dell’impresa e risolvere eventuali criticità».


Università di Bergamo, la nuova frontiera è la Cina

Un accordo tra l’Università degli Studi di Bergamo e la Nanjing Normal University accorcia le distanze con la Cina e costituisce un ulteriore passo avanti in direzione dell’internazionalizzazione dell’Ateneo e del territorio in cui esso è radicato. Con la firma del 17 novembre tra il Rettore Stefano Paleari e il Dirigente Song Yongzhong, le due università si impegnano infatti ad attivare progetti di scambio per studenti, docenti e ricercatori: “L’Economia attuale è globalizzata – spiega Yongzhong – le istituzioni educative devono essere quindi in grado di internazionalizzarsi, formare cittadini del mondo grazie alla cooperazione tra università di diversi paesi. Tra Italia e Cina poi ci sono relazioni governative amichevoli, che permettono scambi intensi”. Fondamentale nel dialogo con il Paese del Sol Levante è l’approccio culturale, totalmente diverso da quello che si avrebbe per avviare relazioni con nazioni come Germania o Francia come spiega Piera Molinelli, prorettore all’Orientamento Universitario di Ateneo, membro della delegazione italiana presente all’incontro del 17 novembre, ma anche di quella che ha aperto il canale di comunicazione con Nanchino (Nanjing): “Se siamo riusciti a configurare una relazione con questo Ateneo è grazie al fatto che siamo andati in Cina come parte di una delegazione del territorio provinciale – spiega -. I primi passi sono stati mossi attraverso il Consolato italiano a Shanghai, che s’è fatto garante per la nostra presentazione a Nanchino, un’università con una forte impronta internazionale, la più orientata all’internazionalizzazione tra i 20 atenei che ha la città. Nanchino inoltre era interessata a stringere rapporti con altre città murate e Bergamo in questo caso non poteva che configurarsi come partner perfetto. In ogni fase dei lavori, dalla presentazione ufficiale, alla trattativa il passaggio attraverso le istituzioni – in questo caso il Consolato – è stato necessario. L’approccio interculturale cinese si ritrova in ogni aspetto della vita accademica e non: dal livello accademico a quello didattico, al piano aziendale: sarebbe impensabile attivare un tirocinio in Cina relazionandosi direttamente con l’azienda, è sempre necessario passare attraverso un’istituzione del paese e inserire questi progetti in un programma di studi definito”. L’occasione di presentarsi a Nanchino, al di fuori del circuito diplomatico e prettamente istituzionale è stata la Settimana Italiana, una serie di appuntamenti economici, culturali e turistici in cui l’Ateneo bergamasco ha trovato una vetrina di rilievo. “L’Università di Bergamo è una delle migliori università in Italia e molti suoi corsi sono di primaria importanza a livello nazionale. Anche la Nanjin Normal University occupa posti di eccellenza nel panorama dell’alta formazione cinese – spiega il dirigente Song Yongzhong -. La nostra non può che essere una collaborazione di eccellenze. Speriamo che sempre più studenti italiani possano venire da noi a studiare e altrettanti dalla Cina vengano a Bergamo. Siamo molto interessati anche agli scambi che portino i nostri professori e ricercatori a visitare le università partner per tenere corsi”. L’accordo tra Nanchino e Bergamo è solo un primo passo verso l’apertura di nuovi orizzonti di collaborazione: “Tra le due università è stato siglato un accordo quadro per la collaborazione su diversi piani – spiega Dorothee Heller, prorettore alle Relazioni Internazionali di Ateneo, parte della delegazione ospitante – dalla didattica per gli studenti, con scambi e seminari, alla ricerca, con progetti di mobilità per docenti e ricercatori, che potranno essere ospiti a Nanchino per tenere corsi e approfondimenti. Ad oggi la convenzione riguarda studenti di lingue, ma in prospettiva l’intesa tra le due università potrà ampliarsi verso percorsi che interesseranno turismo, ingegneria ed economia”. Le premesse ci sono già, visto che dopo la firma dell’accordo, i referenti dei dipartimenti di Economia e Ingegneria hanno incontrato la delegazione cinese. Molti i corsi di laurea complementari che potrebbero essere fonte di arricchimento per entrambi gli Atenei: Nanchino non ha un corso di laurea in Ingegneria Gestionale come quello incluso nell’offerta formativa di Bergamo, che a sua volta potrebbe beneficiare di un approccio fortemente scientifico alle discipline tecnologiche proposte da Nanchino. “Questo tipo di approccio potrebbe portare immensi benefici a entrambi gli Atenei e ai loro territori di riferimento – spiega Matteo Kalchschmidt, presidente del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale -. Data l’importanza del mercato cinese, dobbiamo però considerare che la possibilità di collaborare richiede forti relazioni locali: in questo senso l’Università di Bergamo può essere un vero e proprio ponte per consolidare e avviare nuove relazioni internazionali. Inoltre formare studenti offrendogli opportunità di esperienze cinesi, dove possano imparare a interagire con la cultura della differenza è sicuramente una risorsa anche per il sistema economico territoriale, con cui possono collaborare per facilitare un dialogo tra Bergamo e la Cina”.


«Investire su edilizia e giovani. Così l’Italia può ripartire»

nella foto: Mario Deaglio

Investire più risorse nei giovani e dare una spinta all’edilizia. La ricetta per far ripartire l’economia inizia da qui. Due ingredienti fondamentali per incentivare un’Italia che, da anni, ha l’aspetto di un’auto incagliata nella sabbia con le ruote che girano a vuoto. A dipingere questo quadro è l’economista Mario Deaglio che la scorsa settimana ha presentato alla Borsa Merci di Bergamo il 19esimo Rapporto sull’economia globale e italiana. “Il disperato bisogno di crescere” gridato a gran voce nelle pagine di questo studio realizzato dal Centro Einaudi in collaborazione con Ubi Banca, focalizza l’attenzione su un Paese debilitato dove mai, come nel 2014, le certezze consolidate hanno vacillato. In un sistema produttivo malato che annaspa, anche la Lombardia tra il 2000 e il 2011 ha subito qualche batosta passando dall’ottavo al 15esimo posto nella classifica delle regioni europee in termini di reddito per abitante: “Tuttavia, grandi città come Milano tengono ancora testa – spiega Deaglio – perché qui il terziario è meno colpito di altre zone d’Italia e riesce ancora ad ammortizzare e riassorbire le perdite di lavoro dell’industria”.
Per quanto riguarda Bergamo, i recenti dati della Camera di commercio confermano che il ciclo della produzione industriale ristagna: la variazione di questo terzo trimestre è negativa (-0,5%) e il recupero sui livelli di un anno fa si ridimensiona al +1,2% dopo gli incrementi più sostenuti nelle ultime tre rilevazioni. La risalita dai punti di minima della seconda recessione è in corso in Lombardia da sei trimestri consecutivi. Eppure sta procedendo con lentezza, condizionata da un contesto nazionale ed europeo problematico, come conferma il presidente dell’ente camerale Paolo Malvestiti: “I sistemi economici locali e nazionali stanno da tempo mettendo in atto notevoli sforzi per uscire da una delle crisi più lunghe e complesse che si siano mai dovute affrontare. La lettura interdisciplinare delle evoluzioni e trasformazioni in corso nell’economia e nella società globale potrà offrire anche alle nostre imprese e a tutti i protagonisti dell’economia bergamasca utili spunti per migliorare e innovare i prodotti e i processi. Il rapporto Einaudi può essere visto anche in relazione ai dati congiunturali lombardi. I segnali di ripresa emersi anche a livello provinciale nell’industria nei primi mesi di quest’anno, soprattutto per quanto riguarda le medie e grandi imprese esportatrici, non si sono ancora consolidati né estesi ai settori più dipendenti dal mercato e dai consumi interni. La crescente propensione all’internazionalizzazione di una parte significativa delle imprese del sistema produttivo lombardo è un fattore cruciale di competitività, ma non è di per sé in grado di dare slancio sufficiente a quel bisogno di crescere al quale noi tutti vorremmo rispondere in modo appropriato”.
A livello mondiale, secondo il Rapporto Einaudi, gli Stati Uniti hanno recuperato la caduta del 2008, ma mostrano ancora dei segni di fragilità strutturale: il numero complessivo dei lavori dipendenti è tornato a livelli pre-crisi, ma l’ammontare dei contributi sociali è inferiore del 20%. Il lavoro viene creato soprattutto nel terziario non specializzato e quindi offre stipendi inferiori a quelli di prima della crisi. La Cina deve fare i conti con una popolazione più colta rispetto alle generazioni precedenti, ma più vecchia. Il difetto dell’Europa, a detta di Deaglio, è invece quello di non aver ancora risolto il nodo dell’energia e di non aver prodotto una serie di libri di storia europea accettabili e condivisi in tutta l’Unione: “Saremo buoni cittadini – rilancia l’economista – quando i giovani potranno trovare la loro identità nella storia d’Europa. Auguriamoci che quel giorno arrivi presto. Intanto in Italia serpeggia ancora un forte pessimismo: siamo infatti l’unico grande Paese che è ancora in recessione e dove la crisi del 2008 si è innestata su un corpo reso fragile da una mancata crescita che parte da almeno 15 anni prima. In un simile contesto l’Europa ci può aiutare con un cambio più debole rispetto al dollaro, con una politica monetaria veramente espansiva, e con un serio programma di investimenti”.
Intanto, per dare slancio all’economia di casa nostra si potrebbe iniziare dai giovani, magari utilizzando uno strumento già esistente come il servizio civile nazionale: “La macchina italiana è ferma ma non sarà mai in grado di competere se non la si rimette in carreggiata – afferma il direttore del Centro di ricerca e documentazione Einaudi Giuseppe Russo che, insieme a Deaglio, ha curato il Rapporto -. Se, per esempio, anziché assegnare un bonus di 80 euro in busta paga, raddoppiassimo i compensi mensili, oggi pari a 433 euro, di chi presta servizio alla comunità, si potrebbe dare un reddito dignitoso alla metà dei disoccupati tra i 18 e 24 anni presenti in Italia”. Altra opzione è quella di puntare sul modello tedesco dei mini-jobs per far assorbire dal settore privato i giovani che non studiano e non lavorano.
E poi c’è la questione edilizia. Il giro d’affari del settore è ancora negativo a Bergamo (-3,6%) così come in Lombardia (-1,4%). Per rilanciare il mercato del mattone l’aliquota agevolata Iva, per esempio, “dovrebbe essere concessa in opzione a tutti i contribuenti e non solo ai privati. Analoga sorte potrebbe essere riservata alle altre imposte che gravano sull’accesso agli immobili”. Infine, dice il Rapporto Einaudi, “lo Stato potrebbe impegnare il proprio fondo di garanzia per emettere una linea di garanzie a favore dell’acquisto della prima casa da parte di famiglie che non dispongono di risorse finanziarie iniziali sufficienti”. A tutto questo vanno aggiunte politiche interne per stimolare la domanda e riforme strutturali come quella del lavoro e quella del riordino delle istituzioni.


Abbigliamento, vendite in frenata
«E c’è già lo spettro dei saldi»

Tra spese da limare e magazzini da gestire, i negozi di moda mettono in campo strategie e idee per stimolare i consumi e resistere alla crisi. «Finora gli affari sembrano andare meno peggio degli anni scorsi nonostante l’avvio della stagione autunno-inverno non sia stato d’aiuto con un ottobre caldissimo – commenta Giovanni Salvi, responsabile ufficio acquisti di "Petronio", storica boutique dal 1954 in via Locatelli -. L’abbigliamento femminile e gli accessori in particolare continuano a resistere, a differenza dei capi maschili, acquistati sempre più per la reale necessità di rinnovare il guardaroba». I clienti sono sempre più attenti e preparati: «Prima si acquistava soprattutto la griffe, ora prevale la qualità dei capi, dalle finiture alla composizione, alla manifattura italiana». Un vero e proprio ritorno alle origini: «Il classico non tramonta mai, ma grazie ad una linea più contemporanea – dalle giacche destrutturate alle cravatte rivisitate, agli abiti ridisegnati – stiamo intercettando una clientela più giovane, dai 30 ai 40 anni. È importante scrollarci di dosso il pregiudizio di molti bergamaschi che nel nostro negozio la spesa sia elevata. Abbiamo frazionato il budget di acquisto tra diversi capi per intercettare più clienti, selezionando con cura marchi italiani di qualità e stile, ma dal giusto rapporto qualità-prezzo». Ha invece chiuso ad aprile 2014 l’outlet del negozio in via Quarenghi, aperto alla fine del 2012: «È stata un’esperienza positiva che ha senz’altro contribuito a gestire in modo ottimale le rimanenze – spiega Salvi -. La speranza è di non trovarci mai più con tanti capi in magazzino». Il calendario dei saldi non aiuta: «Dopo un ottobre primaverile per non dire estivo, abbiamo poco più di un mese di stagione prima che partano i saldi. È inevitabile che in molti scelgano di posticipare gli acquisti importanti».
«L’abbigliamento maschile continua a soffrire in un contesto in cui il lavoro è sempre più precario e le famiglie si trovano costrette a tagliare ogni spesa superflua – rileva Paolo Rigoli, titolare di "Abitex", negozio specializzato nella moda maschile, dal 1941 in di via Borgo Palazzo -. Si vende meno e a calare è anche il numero di chi esce a passeggio per vetrine». In questo momento la gente è molto sensibile agli sconti, ma tra vendite promozionali e saldi il 5 gennaio, il periodo di vendita è ridotto all’osso. «Quest’anno come non mai sarebbe importante posticipare la data saldi: il calendario rende davvero difficile la loro organizzazione – continua Rigoli -. Ci troveremo a gestire inventario, cambio regali di Natale e partenza dei saldi in concomitanza. Un vero disastro dal punto di vista organizzativo e anche nei confronti dei clienti che si trovano a sostituire capi acquistati a prezzo pieno nella giornata clou di avvio dei saldi, sempre più lontani dall’essere delle vendite di fine stagione». E poi c’è lo spettro dell’aumento dell’Iva: «Gli ultimi due ritocchi ce li siamo sorbiti senza intervenire sui prezzi di cartellino; il terzo aumento, sommato al maggior esborso richiesto per altre imposte, sarebbe inaccettabile».
«Quest’anno la stagione non è ancora decollata e finora l’avvio sembra peggiore di quello, tutt’altro che roseo, del 2013 – racconta Maria Grazia Volpi di "Carom", negozio inaugurato da papà Carlo e dallo zio Romolo in via XX Settembre nel 1961, affiancata nella gestione dalla sorella Monica -. Anche la clientela privilegiata, che non soffre la crisi, sembra aver ritoccato al ribasso il budget destinato allo shopping. I capispalla e gli abiti quest’anno soffrono molto, all’inizio per l’autunno torrido e ora per il conto alla rovescia con le vendite di fine stagione. I saldi cadono troppo in anticipo ed è tempo di fare un po’ di ordine in materia. È bene far capire che per fare tornare i conti il taglio al prezzo di cartellino deve essere dal 20 al 30% al massimo. È impossibile vendere un capo, selezionato con cura e con il giusto ricarico, a metà prezzo. I veri saldi non possono superare una certa percentuale di sconto». La crisi si sente anche nella via dello shopping bergamasca per antonomasia: «Negozi storici e prestigiosi hanno chiuso o cambiato gestione e la loro mancanza, con quei locali vuoti e sfitti, si fa sentire. Alle 19 il centro è già deserto – rileva ancora -. Si avverte come non mai l’urgenza di affrontare la questione, unitamente alla politica degli affitti».
Da Harrison, boutique specializzata in abbigliamento maschile, dal 1983 in via Paglia, Oscar Marelli sta sperimentando con successo la possibilità di riassortimenti o cambi merce con i fornitori: «Settembre e ottobre sono mesi importanti per capire quali sono i capi che funzionano, che incontrano i gusti e le aspettative dei clienti. A novembre è tempo di rivedere le scelte fatte e di rimodularle, anche se ciò significa acquistare da contratto circa il 20% in più della merce. Bisogna tener vivo l’interesse dei clienti, rinnovando l’esposizione almeno ogni due settimane. I nuovi arrivi e le anteprime delle collezioni ravvivano l’atmosfera del negozio e stimolano i consumi, come gli eventi che organizziamo per presentare marchi e collezioni». Nonostante le difficoltà non manchino, il bilancio in quest'ultimo scampolo di 2014 è sostanzialmente in linea con il 2013: «Stiamo riuscendo a mantenere il fatturato dello scorso anno – dice Marelli -. La rincorsa alle vendite promozionali non aiuta e nemmeno il calendario dei saldi. Quest’anno, complici le bizze del meteo, l’acquisto di giacche e giacconi sembra destinato ad essere rinviato. Del resto, il 70% dei capispalla si acquista in occasione dei saldi». Si avverte come non mai la necessità di una politica di rilancio del centro: «Purtroppo le grandi catene hanno avuto la meglio sui negozi di qualità, quelli in grado di attrarre con la loro peculiarità turisti e visitatori. La città si sta ingrigendo e sembra essere entrata in un loop. Serve una vera svolta: il primo passo è quello di rivedere gli affitti, sempre più insostenibili con il calo delle vendite che ogni attività registra. Si potrebbe incominciare da luci e addobbi: sarebbe bello creare un’atmosfera unica per Natale. Una luce ogni cento metri non basta per richiamare gente in centro».

IL DATO
In Bergamasca i negozi di abbigliamento e calzature resistono alla crisi, dopo aver registrato un calo importante nel 2010 e nel 2011 (dal 2009 al 2010 si è passati dalle 1.943 attività a 1.854, per risalire di poco a 1.872 nel 2011 e ritornare nel 2012 a contare 1.929 imprese). L’aggiornamento al 30 settembre di quest’anno (elaborazione Ascom su dati Cciaa) parla di 1.904 le imprese del comparto tra città e provincia, di cui 257 specializzate nelle calzature, nel complesso lo 0,52% in meno del 2013 (-0,30% per l’abbigliamento, -1,91% per negozi di scarpe e accessori). 


Giornata nazionale della legalità,
l’Ascom incontra gli studenti del Galli

Mercoledì 26 novembre è la giornata nazionale promossa da Confcommercio “Legalità mi piace”. Quest’anno l’iniziativa è incentrata sulle attività criminali che colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. La recessione che non ha risparmiato nessun settore e nessun territorio, ha acuito i fenomeni criminali, amplificando le azioni della criminalità organizzata e la percezione di insicurezza dei territori.
La Giornata coinvolge il sistema confederale su tutto il territorio nazionale con iniziative autonome di carattere locale. Il programma a livello nazionale si apre alle 10.30 con l’intervento in diretta streaming del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a cui seguono interventi di esponenti del Governo, tra cui il Ministro degli Interni, Angelino Alfano. Nel corso del collegamento viene presentata un’indagine di Confcommercio, svolta in collaborazione con Eurisko, che analizza come sono cambiati i fenomeni criminali con la crisi e ne dà una lettura aggiornata su scala nazionale.
Ascom Bergamo ha coinvolto nell’iniziativa alcune realtà bergamasche, soprattutto del mondo scolastico, proponendo un confronto sul tema agli studenti dell’Istituto Superiore Guido Galli.
L’incontro, che si svolge nell’Aula Magna dell’istituto di via Gavazzeni 37, si apre alle 10 con i saluti di Nadia Baldini, dirigente scolastico dell’Istituto Galli e di Paolo Malvestiti, presidente Ascom e della Camera di Commercio Bergamo, cui segue la presentazione dei dati relativi a Bergamo da parte di Oscar Fusini, vicedirettore di Ascom Bergamo. Dopo il collegamento in streaming con Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, il convegno prosegue con gli interventi di Aluisi Tosolini, referente nazionale del “Tavolo della Pace” (Costruire la Pace attraverso la Legalità), di Antonino Porcino, direttore del carcere di Bergamo, (La pena: mero deterrente di azioni illecite o strumento di rieducazione?) e di Aldo Pecora, presidente dell’associazione “Ammazzateci Tutti” (Corresponsabilità e impegno sociale nella lotta all’illegalità) intervallati dalle letture dei ragazzi, e si chiude con la testimonianza di Giuseppe Milazzo, presidente Benzinai Ascom Bergamo. Modera l’incontro Andrea Valesini, caporedattore de L’Eco di Bergamo.
Lo scopo della giornata è quello di interrogarsi sul tema della legalità nel confronto con diverse realtà che operano quotidianamente in vari ambiti e a vario titolo per la tutela dei diritti e il rispetto delle regole.
Nel pomeriggio in Ascom si riunirà il Consiglio direttivo dell’Associazione, che analizzerà i dati bergamaschi risultati dall’indagine di Confcommercio, svolta in collaborazione con Eurisko.