Il ricordo /
Addio a Calegari,
una vita
al servizio
dell’Associazione

Si è spento lo scorso 28 settembre a Gorle il comm. Italo Calegari, per tanti anni alla guida dell’Associazione Artigiani di Bergamo, oltre che presidente della Cooperativa artigiana di garanzia, vicepresidente del Consorzio fidi – Confiab e titolare di diverse cariche regionali e nazionali.
Laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, Calegari dal 1969 era imprenditore artigiano, titolare con i fratelli di un’azienda specializzata nella produzione ed installazione di impianti di riscaldamento e condizionamento a Grassobbio. La sua carriera nell’Associazione Artigiani era iniziata con l’iscrizione nel 1964, quindi nel 1988 era stato eletto componente del consiglio direttivo, nel 1994 componente di giunta, tesoriere e vicepresidente e nel dicembre 1994 era divenuto presidente, carica che gli venne confermata per le tre tornate elettorali successive. Nell’ambito dell’Associazione Artigiani si era sempre occupato dei problemi del credito e la sua gestione attenta ed oculata ha consentito all’Associazione di mantenere la propria solidità economica a fronte di investimenti importanti, quale la costruzione nel 2007 della nuova e moderna palazzina adibita a sale riunioni nella sede centrale di Bergamo. La famiglia artigiana, il presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara, la giunta esecutiva, il consiglio direttivo, il direttore Stefano Maroni e tutta l’organizzazione, e il Confiab con il presidente Angelo Ondei, il consiglio direttivo, il direttore Antonella Bardoni e tutto il personale, si stringono attorno alla moglie Terry e ai figli Marco e Valentina, ricordandolo quale esempio di onestà, lungimiranza, impegno e iniziativa a favore del comparto artigiano bergamasco.


Disabili e sport, il sostegno
dei Giovani Imprenditori dell’Ascom

Il Gruppo Giovani Imprenditori Ascom sostiene l’inclusione di persone con disabilità attraverso lo sport, grazie a due progetti che godono del patrocinio del Comune, portati avanti dall’Unione Sportiva Villaggio degli Sposi e dell’Unione Sportiva Olimpia ASD. Si tratta del progetto “Senzacca” dedicato a judo e cicloturismo in tandem, promosso dal gruppo territoriale “Non solo parole” del Villaggio degli Sposi, e della creazione di una squadra di calcio che partecipi ad un campionato del Csi, portato avanti dalla polisportiva Olimpia di Sant’Anna in Borgo Palazzo. Giovedì scorso in Comune si è svolta la cerimonia di consegna del ricavato della serata della solidarietà che sfiora i 4 mila euro. “Nel decimo anno di fondazione del Gruppo Giovani Ascom – ha dichiarato il presidente Luca Bonicelli – abbiamo voluto rilanciare  il valore della solidarietà, dell’amicizia e l’importanza del fare squadra”. Loredana Poli, assessore all’Istruzione, Università, Formazione e Sport Comune di Bergamo, ha sottolineato “il valore sociale della continuità dei progetti che creano importanti occasioni di integrazione sociale”. Angelo Gotti referente dell’area disabilità dell’assessorato ai Servizi Sociali ha salutato con favore “l’ennesima dimostrazione di vicinanza tra mondo imprenditoriale e sociale, dalla progettazione al sostegno economico”.
I progetti permettono di abbattere pregiudizi e ostacoli per favorire il pieno inserimento attraverso lo sport di persone affette da disabilità. “Negli ultimi tre anni abbiamo promosso l’integrazione all’oratorio di Sant’Anna organizzando partite di calcio – sottolineano Piergiorgio Fornoni e Francesco Conca dell’Olimpia ASD -. Ora l’obiettivo è di creare nel 2015 una vera e propria squadra di calcio a 5”. Basta aggiungere una terza ruota al tandem per regalare l’emozione di un giro in bicicletta: “Il progetto di cicloturismo per disabili sta avendo ottimi risultati, come la creazione di manifestazioni che creino gruppo e voglia di condividere percorsi e ciclabili” spiega Giambattista Natali dell’Unione Sportiva Villaggio degli Sposi.


Franchising,
forte
crescita
per la ristorazione

Dai dati del Rapporto Assofranchising Italia 2013 emerge un quadro decisamente positivo per la ristorazione in franchising, che comprende le seguenti categorie merceologiche: ristorazione fast food, ristorazione a tema, pizzerie, piadinerie, caffetterie e bar, birrerie, enoteche e pub, gelaterie, yogurterie, chioschi, pasticcerie. In termini assoluti il settore si conferma tra quelli trainanti con un fatturato di chiusura 2013 in crescita del 5,1% rispetto al 2012, 2.919 punti vendita, in leggero aumento (+0,2%), e un numero di addetti occupati che nel 2013 ha segnato un +8,4%, raggiungendo quota 27.812. In aumento significativo anche i franchisor, le case madri, che si sono affacciate sul mercato della ristorazione. Sono infatti 145, in aumento del 9% rispetto alla precedente rilevazione. Tra le diverse categorie analizzate si mantengono stabili le gelateria, yogurterie, pasticcerie e chioschi, mentre risaltano i risultati di pizzerie, caffetterie e ristorazione rapida, che complessivamente sono aumentate dell’ 1,7% per quanto riguarda i punti vendita, del 4,3% per il fatturato e del 7,7% per numero di addetti occupati, con l’ingresso di 9 nuovi player all’interno delle categorie.
“Il 2014 si concluderà con un bilancio senz’altro positivo – commenta Antonio Milani, ad del gruppo La Piadineria e consigliere Assofranchising -. La nostra rete ha infatti superato gli 80 punti vendita e il trend di crescita è lento ma sempre costante, visto che abbiamo in programma diverse nuove aperture anche per il prossimo semestre. A differenza degli anni passati constatiamo che il cliente si è fatto sempre più attento (alla spesa innanzitutto) oltre che informato ed evoluto, con maggiori aspettative e richieste rispetto alla qualità del prodotto”. A fronte degli ultimi dati della ristorazione, il segretario generale e vicepresidente di Assofranchising Italo Bussoli ha dichiarato: “La ristorazione in franchising continua a confermarsi uno dei settori più positivi e storicamente solidi di tutto il panorama Franchising italiano. Allo stesso tempo continua ad essere uno dei più vivaci per nascita di nuovi format e reti di franchisor”.


Passeggiar Gustando,
i commercianti
apparecchiano
il centro
di Treviglio

Passeggiar Gustando di Ascom e Aspan arriva nella Bassa domenica 5 ottobre. Dettaglianti alimentari al lavoro con piatti e prodotti della tradizione. Il ricavato in beneficenza 

Risotto alla löanghina e taleggio, orzotto alle verdure, polenta taragna, le diverse varietà di formaggi e salumi. E ancora salamelle, salsiccia e tagliata con carne locale, uva e macedonia, insalate, pane Garibalda, pane con farina del territorio, Turta de Treì, prodotti da forno artigianali e vini del Consorzio Valcalepio. Sarà come sempre un trionfo di sapori all’insegna della tipicità bergamasca la nuova edizione di Passeggiar Gustando, con uno speciale accento, quest’anno, sulle specialità e la professionalità dei commercianti di Treviglio. La manifestazione promossa dall’Ascom e dall’Aspan si sposta infatti nel capoluogo della Bassa – domenica 5 ottobre, dalle 10 alle 18 in via Matteotti (piazzetta che interseca via XXV aprile) – rinnovando l’obiettivo di promuovere i negozi tradizionali, il loro ruolo di servizio all’interno dei centri urbani e la loro capacità di valorizzare i prodotti del territorio. Protagonisti sono i dettaglianti alimentari: salumieri, gastronomi, macellai, fruttivendoli e panettieri, ossia gli imprenditori dei settori più tradizionali della spesa quotidiana, che saranno al lavoro per l’intera giornata nel preparare assaggi e degustazioni per il pubblico.
Alla compagine “storica” impegnata nell’evento sono chiamati ad unirsi gli alimentaristi trevigliesi che potranno così incontrare i propri clienti e la popolazione in un contesto di festa. L’invito a partecipare è esteso a tutti i negozi del centro che, rimanendo aperti, potranno amplificare l’effetto della manifestazione. Il legame con il territorio è inoltre ribadito dai destinatari della raccolta benefica legata all’iniziativa. Il ricavato andrà infatti al progetto “Due Ambulanze per la Croce rossa”, degli instancabili Giovanni Enrico Bresciani e Lino Ronchi, commercianti in pensione che hanno vinto la sfida di comprare due nuovi mezzi al Comitato Cri di Treviglio e Geradadda e sono alla ricerca degli ultimi fondi. Coinvolte sono anche le giovani leve della cucina e della ristorazione, con la collaborazione della sede di Treviglio dell’Abf Azienda bergamasca formazione, che ha attivato corsi di panificazione e pasticceria, preparazione pasti e servizi di sala e bar. Trevigliese è, infine, la ciliegina sulla torta – o meglio la torta stessa – con la presenza dello stand dedicato alla Turta de Treì, il dolce tipico nato da un concorso tra le massaie promosso dall’Associazione le Botteghe, realizzato con pasta frolla e una farcitura alle mandorle.
Per accedere alle degustazioni basterà dotarsi all’inizio del percorso degli appositi gettoni (il contributo minimo è di 5 euro per tre degustazioni con acqua e pane offerti) per “acquistare” le proposte che piacciono di più e comporre il proprio personalissimo menù per una veloce sosta aperitivo, l’intero pranzo, uno spuntino o una merenda in un contesto originale. Per rimarcare il carattere della festa, la degustazione sarà accompagnata da numerosi spettacoli per tutta la famiglia. 


Festa dei Nonni,
37 gelaterie
omaggiano
centri anziani
e case di riposo 

Sono 37 le gelaterie artigianali che per la Festa dei Nonni del 2 ottobre hanno scelto di fare un dolce regalo agli ospiti delle case di riposo e dei centri anziani della propria zona regalando una fornitura di gelato. L’iniziativa rientra nella campagna “Gelateria di Fiducia” del Comitato Gelatieri dell’Ascom di Bergamo, che ogni anno promuove la qualità artigianale e offre ai consumatori alcuni appuntamenti golosi. La Festa dei Nonni chiude idealmente la stagione e rappresenta per gli esercenti un’occasione per rafforzare i rapporti con il territorio e per gli ospiti delle strutture un momento di festa con un alimento che non solo è goloso ma è anche consigliato dai dietologi perché in grado di fornire nutrienti e liquidi di cui le persone anziane spesso hanno bisogno.

Queste le gelaterie coinvolte:
Il Dolce Freddo (Albano Sant’Alessandro), Franca (Albino), Fiordipanna (Almenno San Bartolomeo), Il Vero Gusto (Antegnate), Rosa (Arcene), Bogni (Arcene), Artigel (Azzano San Paolo), Cherubino (Bergamo), Pasticceria San Francesco (Bergamo), Lekka Lekka (Bergamo), La Gabbia (Capriate San Gervasio), Alpino (Casirate d’Adda), Caffè del Cioccolato (Chiuduno), Selz (Clusone), Da Claudio (Clusone), Brina (Cologno al Serio), Gelatissimo (Darfo Boario Terme), Oasi (Fara Gera d’Adda), Bar Centrale (Lovere), Pirata (Lurano), Melograno (Madone), Bar Commercio (Osio Sotto), Taverna del Caio (Ponteranica), Mento (Roncola), Arlecchina (San Paolo d’Argon), Pezzotta (Costa di Mezzate), La Gelateria (San Pellegrino Terme), Mary’s (Selvino), Centopercento Gusto (Stezzano – Due Torri), Rubis (Torre Boldone), Centopercento Gusto (Treviglio – Pellicano), Pasticceria Riva (Treviglio), Gelatiamo (Treviolo), La Crem (Vertova), L’Oasi (Villongo), La Voglia Matta (Zanica), Il Gioppino (Zanica).


“Natta”, nuovi laboratori di chimica
grazie al supporto di Sestini

Sono trascorsi sessant’anni ormai da quando i primi studenti del Natta di Bergamo iniziarono a dar vita ai loro timidi esperimenti nei laboratori dell’istituto, affascinati dall’alchimia di formule e provette. Ma oggi di quei vecchi banconi in amianto e dell’arredamento vetusto di quelle stanze resta soltanto un lontano ricordo. Già, perché grazie a una sinergia nata con l’imprenditoria bergamasca la storica scuola – che offre indirizzi in chimica, materiali e biotecnologie – negli ultimi tempi è riuscita ad ammodernare le sue strutture, offrendo strumenti all’avanguardia. E così il nuovo anno scolastico è iniziato sotto i migliori auspici per gli allievi dell’Isis che potranno ora svolgere i loro esperimenti in un ambiente completamente sicuro e rinnovato. La scorsa settimana è stato infatti inaugurato il nuovo dipartimento di analisi chimica. Il merito va al generoso apporto economico elargito dal Comitato per gli Istituti Paleocapa e Natta, presieduto da Roberto Sestini, che da tempo contribuisce al potenziamento e al rinnovamento delle dotazioni strumentali, didattico-scientifiche e di sicurezza degli ambienti di studio e di lavoro. Questa è la seconda tappa di un progetto ambizioso suddiviso in tre fasi che la dirigenza scolastica del Natta aveva iniziato a portare avanti tra il 2011e il 2012. Il notevole incremento del numero di allievi e la necessità di implementare i nuovi percorsi didattici previsti dalla recente riforma, aveva infatti sollevato la necessità di migliorare gli aspetti legati alla sicurezza, alla fruibilità e alla funzionalità dei laboratori. La priorità era ricaduta sull’ammodernamento delle aree di analisi chimica delle classi quarte e quinte (ala Paleocapa) realizzati tra gli anni ’50 e ’60 e, di conseguenza, ormai obsoleti e inadeguati. Nell’estate del 2013 l’istituto si era posto come primo obiettivo la sistemazione del laboratorio analisi delle quinte, al primo piano, con la sostituzione dei banconi, degli arredi tecnici e il potenziamento dei sistemi di aspirazione per la riduzione del rischio chimico. 
La seconda fase del piano di restyling del laboratorio di analisi chimica delle classi terze e quarte, realizzato in questi mesi e che ha visto la luce la scorsa settimana, ha richiesto una spesa complessiva di 76mila euro, di cui 16mila per lo smaltimento dell’amianto. Sono stati infatti rimossi e bonificati i vecchi arredi e tutti i manufatti contenenti questo materiale. Al primo piano è stato creato il dipartimento dei laboratori di analisi chimica del triennio superiore con spostamento in tali spazi delle attività didattiche di laboratorio delle classi terze. Grazie all’abbattimento di un muretto perimetrale è stato possibile realizzare uno spazio laboratoriale multifunzionale con open space che consente di effettuare attività didattiche, anche teoriche, nell’ambito delle discipline bio-microbiologiche e biotecnologiche, che coinvolgono sia l’indirizzo tecnico che quello liceale. Ci sono poi due spogliatoi separati dedicati ai laboratori bio-microbiologici per garantire una corretta applicazione delle misure di prevenzione dal rischio biologico.
E per il futuro sono in serbo altre novità. Nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 verrà effettuato uno studio preliminare sullo stato dell’arte dei laboratori e le eventuali criticità residue per procedere poi all’adeguamento della parte didattica e strumentale e dei sistemi di aspirazione. “In questa proficua sinergia con l’imprenditoria bergamasca – ha detto Maria Amodeo, dirigente scolastica dell’Isis Giulio Natta – prende spunto anche la scelta d’intitolazione del nostro auditorium al professor Quirino Sestini, docente del primo corso chimico, che insieme al figlio Bernardo Sestini, ha realizzato un sogno imprenditoriale che è ancora un faro per l’industria chimica bergamasca: la SIAD spa. Tale legame si è consolidato nelle generazioni a venire grazie all’attenzione  dell’azienda verso il Natta e al continuo sostegno di Roberto Sestini, attuale presidente della SIAD, nipote del professor Quirino e figlio del dottor Bernardo. Le iniziative all’insegna del cambiamento intraprese in questi  anni, fondate sulle competenze dei docenti e dei tecnici che vi lavorano e sul responsabile utilizzo delle risorse pubbliche e private del territorio, rappresentano un progetto di scuola ambizioso che fornisce agli studenti concreti strumenti  per affrontare la difficile situazione economica e sociale del Paese e li aiuta a confrontarsi con le sfide del nostro tempo”.
La Fondazione Sestini è stata creata nel 1987, in occasione del 60esimo anniversario della nascita di SIAD. Negli anni questa istituzione si è dedicata all’organizzazione di manifestazioni culturali, al sostegno del mondo medico-scientifico, alla pubblicazione di materiale di studio e di divulgazione tecnico-scientifica e professionale, a corsi per tecnici e laureati e alla creazione di borse di studio.  
E all’inaugurazione della scorsa settimana non poteva certo mancare Roberto Sestini che da giovane studiò proprio in quei laboratori, seguendo le orme di suo padre Bernardo e suo nonno Quirino. Quel felice connubio tra volumetrie e luce che ancora oggi caratterizza le stanze adibite agli esperimenti chimici del Natta ebbe origine sessant’anni fa, grazie a un suo viaggio all’estero: “Io all’epoca ero giovane, facevo solo da autista – racconta Sestini -.– Era il 1954 e ricordo che io, mio padre, il preside e alcuni docenti dell’istituto Paleocapa andammo a visitare gli istituti tecnici e industriali e tessili di Germania e Francia per prendere spunto dai loro laboratori. Tornati dal viaggio, il preside del Paleocapa, il professor Guaitani, che era un uomo decisamente tosto, riuscì a portare avanti la sua idea e a farsi dare dal Ministero il denaro di cui aveva bisogno per far costruire un nuovo istituto che continua ancora oggi a forgiare studenti validi grazie ad attrezzature all’avanguardia. L’inaugurazione del nuovo laboratorio di analisi chimica del Natta rappresenta una componente importantissima per la formazione dei ragazzi e dimostra che finalmente la collaborazione tra il mondo imprenditoriale e il mondo della scuola sta tornando a rivestire un ruolo fondamentale”.


«L’Expo è un’opportunità, ma
il clima di incertezza non aiuta»

Alberto Corti, direttore generale Confturismo Confcommercio, fa il punto sullo stato del turismo a margine della Digital Travel Summit Conference in Fiera, in occasione della 14esima edizione di No Frills. Se la sfida digitale sembra sulla carta l’opportunità da cogliere, le imprese del settore fanno i conti con una stagione guastata da maltempo e crisi mentre regna ancora l’incertezza su Expo e sulle potenzialità che l’evento porta con sé.
Qual è il bilancio del settore?
“Il comparto esce da un’estate difficile. I turisti stranieri sono in crescita (+0,5%), ma in misura ridotta, con una vera débacle del mercato russo alle prese con la questione ucraina e di quello giapponese a causa della crisi del sistema previdenziale. L’Europa resta comunque il bacino turistico di riferimento per l’Italia e continua a valere l’80 per cento degli arrivi, ma la crescita zero del Vecchio Continente porta a tagli a budget e presenze. La vera nota negativa è stata rappresentata quest’anno dal mercato interno: con un -30% sul versante balneare sia di arrivi che di spesa. Il maltempo ha fatto disastri: 4 milioni e 200 mila italiano hanno cancellato o ridotto il numero dei giorni di vacanza”.
Gli italiani si rifaranno a Natale?
“Dall’Osservatorio più recente l’indice di fiducia dei viaggiatori evidenzia una maggior propensione ad intraprendere viaggi nei prossimi mesi. In una scala tra 0 e 100, l’ultima rilevazione è a quota 58 contro il 56 precedente” .
Ci sono grandi aspettative per Expo. Crede che rappresenti l’occasione privilegiata per riportare turisti in Italia?
“Expo rappresenta l’evento più atteso ma gli scandali non aiutano e il clima è di incertezza. Expo doveva incentivare il classico tour italiano, ma il fatto che ora si discuta di portare i bronzi di Riace e la Venere del Botticelli a Milano, sembra far esaurire la visita turistica nel capoluogo lombardo. Allo stato attuale Expo 2015 è ancora scarsamente percepito all’estero e lo è comunque meno dell’Esposizione del 2020 di Dubai. L’Enit, l’ Agenzia nazionale del turismo, commissariata non aiuta, anche se nelle ultime settimane si è intensificata l’operazione di promozione. Del resto non può esistere turismo senza prodotto…”.
Il rilancio del comparto parte dal web?
“La digitalizzazione è la sfida principale per le imprese, come è emerso dalla Digital Travel Summit Conference a No Frills. Grazie allo sconto fiscale del 30% per le imprese singole e associazioni che fanno investimenti nel turismo digitale, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo prevede un ritorno di 60 milioni di euro in più nel primo anno di investimento. La normativa italiana che ha garantito il diritto di recesso senza penali per i viaggi non ha agevolato in passato la vendita di pacchetti on line e lo sviluppo di aziende sul web. Senza dubbio il web garantisce nuove opportunità ma non in tutte le forme di turismo”.
Quali sono le forme di turismo su cui puntare con mezzi tradizionali?
“La digitalizzazione non serve nel turismo congressuale e incentive che non si basa sulla suggestione creata da un portale ma sul contatto diretto. Ci sono ancora buoni margini di crescita per il turismo Mice e Business e non bisogna sottovalutare anche chi si muove per problemi di salute da una città all’altra. Il momento è di forte competizione e l’obiettivo resta quello di fidelizzare i clienti e conquistare nuovi turisti leisure provenienti da altri Paesi”. 


Turismo,
l’Ascom
in campo
per rilanciare
la formazione

nella foto: Oscar Fusini

Scuola, associazioni e mondo imprenditoriale hanno dato vita – con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione, di Regione Lombardia e del Fondo Sociale Europeo – ad un percorso di istruzione e formazione tecnica superiore-Ifts in campo turistico. Ascom, Turismo Bergamo, Università, Fondazione Ikaros, Alberghiero Sonzogni, Istituto Galli  unitamente a rappresentanti del mondo imprenditoriale della ristorazione e del turismo e a istituzioni come la Fondazione Bernareggi, la Gamec e il Consorzio Tutela Val Calepio hanno costituito nei giorni scorsi un’associazione di scopo per contribuire allo sviluppo turistico e occupazionale del territorio con un percorso dedicato. “Il partenariato formalizzato nei giorni scorsi con la costituzione dell’associazione  è il frutto di due anni di lavoro e confronto per rispondere all’esigenza del mondo imprenditoriale di poter contare su figure professionali formate nel territorio e favorire l’incoming turistico” spiega Oscar Fusini, vicedirettore dell’Ascom.
Il corso “Tecniche per la promozione di prodotti e servizi turistici con attenzione alle risorse, opportunità ed eventi del territorio” accelera l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e riqualifica chi ha già in curriculum esperienze e mansioni. Gli sbocchi professionali spaziano dai tour operators alle imprese turistiche incoming, dalle attività ricettive alle società di comunicazione e marketing, dalle associazioni agli enti impegnati nella promozione turistica  Il corso si rivolge a giovani e adulti fino a 35 anni di età, residenti o domiciliati in Lombardia, e in possesso di un diploma  di istruzione secondaria superiore o tecnico professionale  o, in alternativa, dell’ammissione al quinto anno dei percorsi liceali.
La didattica si basa sul metodo “learning by doing” che permette di lavorare a progetti reali, attraverso l’uso di simulazioni, casi di studio e project work. I corsi sono tenuti oltre che da cultori delle discipline specialistiche da docenti provenienti dal mondo del lavoro e delle professioni. Una parte importante è rappresentata dallo stage: “L’obiettivo che ci ha sempre accompagnato in questi anni di progettazione e confronto è quello di favorire l’inserimento lavorativo, accompagnando lo studente ad acquisire professionalità specifiche richieste dalle aziende del territorio – sottolinea Nadia Baldini, dirigente dell’Istituto Scolastico Guido Galli -. I tirocini rappresentano il 30% del monte orario complessivo e vengono effettuati presso aziende leader del territorio, con il supporto di tutor scolastici. Tutti gli allievi avranno a disposizione un pc portatile e software specializzati per la didattica sempre attenta alla presentazione di casi concreti e reali. Per una full immersion di inglese, la classe volerà a Dublino all’Emerald Cultural Institute mettendo alla prova sul campo la padronanza della lingua straniera, requisito fondamentale per qualsiasi professione in campo turistico”. Il corso, presentato il 2 ottobre all’Abbazia benedettina di San Paolo d’Argon, si svolgerà presso la Fondazione Its  con sede nel suggestivo  edificio voluto nel 1079 dai monaci di Cluny e presso l’Isis Guido Galli di via Gavazzeni.  Le lezioni inizieranno lunedì 27 ottobre: il corso intensivo full time dalle 9 alle 17, prevede 1000 ore di formazione, di cui 700 di insegnamento e 300 di stage. Per accedere alle selezioni(il corso prevede la frequenza di 25 partecipanti al massimo) è necessaria la preiscrizione compilando l’apposito form on-line su uno dei siti degli istituti.


Moda, «ecco perché acquistare
falsi non è mai un affare»

Mentre abbigliamento e calzature stanno facendo i conti con la crisi più importante dal Dopoguerra, il mercato della contraffazione si sviluppa e cresce. Tendenze opposte che rendono ancor più evidente l’annoso problema dell’illegalità e che hanno portato Federazione Moda Italia – Confcommercio a rilanciare su tutto il territorio nazionale le iniziative di sensibilizzazione e contrasto. Lo ha fatto anche a Bergamo nel corso di un seminario organizzato con la Camera di Commercio nell’ambito del progetto regionale “Sportelli Legalità delle Camere di Commercio Lombarde” e dedicato anche alle novità in tema di etichettatura dei prodotti tessili. L’assunto da cui parte l’organizzazione è che si tratta di un fenomeno «non più tollerabile anche dal punto di vista etico e sociale». L’“arma” per aggredirlo è aumentare la consapevolezza dei consumatori e convincerli che acquistare un capo o un accessorio “firmato” a basso prezzo non è per niente un buon affare, per sé stessi, anche per via dei risvolti sanzionatori, e per tutto il Paese. I negozianti sono chiamati a fare da tramite per questo messaggio, diventando grazie al loro rapporto diretto con i cittadini “cellule” di informazione e promozione di una cultura della legalità e di un consumo più attento e corretto.
«L’Italia – ricorda il segretario generale di Federmodaitalia Massimo Torti – è il primo Paese in Europa nel consumo di prodotti contraffatti ed è al terzo posto nel mondo per la produzione. Il giro d’affari del falso è pari a 6,9 miliardi di euro all’anno, di cui 2,5 miliardi (35,9%) nel solo comparto moda. Agli incassi sottratti al mercato regolare va ad aggiungersi una perdita di 4,6 miliardi per le mancate entrate fiscali, pari all’1,74% del gettito statale complessivo». Secondo una ricerca di Confcommercio – Format Research, per oltre il 50% dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica e solo il 36,2% dei consumatori è convinto che l’acquisto illegale sia effettuato inconsapevolmente. «Chi compra sa perciò di avere a che fare con un prodotto contraffatto – rimarca Torti – ed è proprio per questo che vogliamo illustrare tutte le conseguenze di questo comportamento e dimostrare che, alla fine, non ci sono vantaggi per nessuno se non per le organizzazioni criminali».
Sul piatto, tra i dieci motivi per convincersi a non comprare prodotti falsi messi nero su bianco dalla Federazione, ci sono i rischi per la salute (perché i processi produttivi non seguono le prescrizioni di legge né sono sottoposti a controlli) e la constatazione che la qualità non potrà che essere pari al prezzo pagato in termini di scarsa fattura, difetti, mancanza di garanzie, per non parlare dell’assenza del post vendita. «Da non dimenticare le sanzioni – continua Torti -. Chi acquista prodotti falsi rischia da 100 a 7mila euro, anche se più che su cifre shock, che hanno un effetto prevalentemente mediatico e finiscono solo con lo spaventare i visitatori stranieri, la nostra Federazione sta spingendo per una sanzione proporzionale all’acquisto: per un articolo pagato 100 euro, un esborso di altri 100 euro, così che il presunto “affare” dell’acquirente si sgonfi all’istante». Da demolire è anche l’idea che comprando i prodotti dai venditori ambulanti («l’abusivismo commerciale è l’altra faccia della stessa moneta», sottolinea il segretario di Federmoda) si dia una mano a persone svantaggiate, al povero vu cumprà che macina chilometri sulla spiaggia. In realtà è l’esatto contrario perché contraffazione ed abusivismo sono sinonimo di sfruttamento della manodopera clandestina, lavoro senza sicurezza e tutele per gli addetti e lavoro minorile. «Si calcola che la contraffazione valga 120mila posti di lavoro e oggi che il problema dell’occupazione, soprattutto giovanile, è così avvertito – spiega Torti – deve far riflettere quanto l’illegalità sottragga spazi all’economia regolare. Acquistare prodotti contraffatti non è, quindi, una risposta alla crisi che ha ridotto le possibilità di spesa, contribuisce invece a peggiorare la situazione, alimentando il sommerso e lo sfruttamento delle persone e danneggiando le imprese che producono nel rispetto delle leggi e pagano le tasse». Ciò che possono fare i cittadini contro il fenomeno è tantissimo. «Le forze dell’ordine – rileva Torti – svolgono un ruolo basilare, ma i sequestri sono solo la punta dell’iceberg di un male criminoso e criminale che non è semplice da affrontare, ma al quale la consapevolezza dei consumatori può dare una stoccata significativa».