Bottacini (Pneumax): «Il sistema illogico ha prodotto questa giungla fiscale»

Roberto Bottacini
Roberto Bottacini

Pneumax, l’azienda con base a Lurano specializzata nella componentistica e apparecchiature per l’automazione ad aria compressa e che fa capo alle famiglie Bottacini e Beretta, ha ospitato la scorsa settimana un dibattito su tasse e burocrazia, con relatori di fama nazionale, come Giulio Sapelli, professore ordinario di Economia Politica e Storia Economica dell’Università Statale di Milano. “Di tasse si può anche morire” sottolinea Roberto Bottacini – amministratore delegato della Pneumax Spa e presidente della Pneumax Holding – che invita però gli imprenditori a guardare a chi, nonostante i tempi non siano dei migliori, sa reinventarsi e rimettersi in gioco.

Tra novembre e dicembre, secondo la Cgia di Mestre, saranno 25 le scadenze fiscali da onorare, una ogni due giorni. Le tasse da pagare sono un centinaio tra addizionali, bolli, canoni, cedolare, concessioni, contributi, diritti, imposte, maggiorazioni, ritenute, sovraimposte, tasse e tributi. Le imprese stanno morendo di tasse?
«Sicuramente siamo tutti in seria difficoltà, soprattutto le piccole medio imprese. Siamo sommersi da una giungla fiscale che non ci consente di lavorare con serenità, tenuto conto che  le regole cambiano di giorno in giorno e spesso capita che gli effetti siano addirittura retroattivi, andando persino contro gli assunti costituzionali. Per non citare la costante proliferazione di norme che da un giorno all’altro possono sconvolgere anche gli obiettivi a medio termine che gli imprenditori cercano di anticipare (basti pensare al Ddl di Stabilità che leggiamo nella stampa odierna, il quale prevede un succedersi di incrementi delle aliquote Iva dal 22% al 25,5%…). Forse è troppo chiedere un sistema fiscale chiaro e sopportabile? Non so se un giorno potremmo dire che pagare le tasse è bellissimo, ma quantomeno ho la speranza che se ci si adoperasse in tal senso si potrebbe affrontare ogni adempimento con uno spirito più costruttivo».

Quali sono i problemi che ogni giorno vive da imprenditore tra imposte e burocrazia?
«L’incertezza nel programmare le attività dell’azienda, dovendo sottostare a norme che non sappiamo come evolveranno nel breve termine e quale “costo” determineranno».

Quanto pesano tasse e ritardi burocratici nell’ordinaria amministrazione aziendale?
«Moltissimo. Definire quanto pesano tasse e burocrazia nell’ordinaria amministrazione, significa quantificare quanto “pesano” gli oneri amministrativi che da essa ne derivano. E che si traducono in un aggravio di costi, dispendio di risorse a tale gestione dedicate che quotidianamente non possono permettersi di sottrarre tempo alla lettura della stampa specializzata cercando di “rallegrarsi” per i colpi inferti. Ulteriore problema è che non ci si ferma alla prolificazione quotidiana delle norme; si devono attendere le Risoluzioni e le Circolari che interpretano le norme. Tutti costi e tempi sottratti alla crescita e allo sviluppo. L’ordinaria amministrazione aziendale, propriamente definita, dovrebbe essere dedicata ad altro. Spesso ci vengono richiesti adempimenti che sono pura formalità, non hanno alcuna effettiva utilità pratica, e spesso si traducono in richieste di dati che già sono stati forniti».

Le è capitato di vivere episodi o situazioni assurde e kafkiane legate a imposte e altri cavilli?
«Sì, se pensiamo al “Il Castello” di Kafka ne potremmo trarre molti spunti. In un sistema governato da una burocrazia tanto illogica quanto lenta, credo che nessuno ne sia esentato».

A pesare sulle imprese sono sempre più le imposte locali tra maggiorazioni, aliquote e addizionali. Quali azioni crede vadano intraprese a salvaguardia della ricchezza del territorio che è composta dalle imprese e attività che vi operano?
«Noi non facciamo distinzione fra “Tasse dello Stato e Tasse locali”. Sempre tasse sono. Derivano dalla necessità che anche gli Enti Locali hanno di dare copertura al loro fabbisogno, dato che lo Stato ha sottratto loro risorse. L’unica via percorribile consiste nell’aumentare la ricchezza prodotta e nel contempo ridurre al limite del necessario le spese di Provincie e Comuni».

Esistono esempi virtuosi o buone prassi da prendere a modello?
«Sono tutti quegli imprenditori che, nonostante tutto, continuano a  mettersi  in gioco, cogliendo ogni giorno la forza e la determinazione di reinventarsi. Sono molti ed è su di loro che dobbiamo contare per mantenere viva la nostra economia. Sono aziende che innovano, creano opportunità di lavoro, internazionalizzano il loro business e … pagano le tasse».


Anche il cervello
va in palestra.
Dall’Ascom
il corso
Superbrain Yoga

Difficoltà a concentrarsi? A ricordarsi appuntamenti e impegni? In aiuto arriva il corso teorico-pratico “Superbrain Yoga: due minuti al giorno per avere un supercervello”, due incontri della durata di quattro ore ciascuno proposti da Ascom Formazione il 12 e il 19 novembre.
Il Superbrain Yoga è una potente tecnica energetica che coniuga scienza e spiritualità. La tecnica permette con un semplice esercizio di due minuti al giorno di migliorare la memoria, la concentrazione, l’intelligenza, la capacità di risolvere problemi, di gestire lo stress e consente di migliorare l’equilibrio psicologico.
Si tratta di un esercizio fisico di facile e rapida esecuzione ma che ha sorprendenti risultati. Nel corso dei due incontri si parlerà di: centri energetici, dei principi dell’auricolo-terapia e della legge della corrispondenza; di come funziona il cervello e di come attivarlo, del ruolo della meditazione e dell’esercizio fisico e degli esercizi per sollevare lo stress ed energizzare corpo e cervello.
Il corso si tiene il mercoledì dalle 14 alle 18 alla Scuola di Osio Sotto, in piazzetta Gandossi 1.
Per informazioni e iscrizioni: Ascom Formazione, tel. 035 41.85.706/707 o  info@ascomformazione.it


Fattura
elettronica,
pmi agevolate
grazie alla
Camera di Commercio 

Online il nuovo strumento gratuito per compilare, trasmettere e conservare a norma i documenti verso la Pubblica Amministrazione

è online, sul sito della Camera di Commercio di Bergamo, il servizio base di fatturazione elettronica espressamente dedicato alle piccole e medie imprese iscritte all' Ente camerale che abbiano rapporti di fornitura con le Pubbliche amministrazioni. Dal 6 giugno scorso, tutte le PA centrali sono infatti tenute per legge a ricevere fatture esclusivamente in formato elettronico. E, a partire dal mese di aprile del prossimo anno, l’obbligo sarà esteso a tutte le PA. Il nuovo strumento, messo a disposizione dal Sistema Camerale in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia digitale della presidenza del Consiglio dei ministri ed Unioncamere, si rivolge a tutti i piccoli fornitori della Pubblica Amministrazione, senza alcun onere per l’impresa.
Obiettivo del servizio è agevolare le imprese ad adeguarsi alle nuove regole di fatturazione e favorire una rapida e completa transizione verso l’utilizzo delle tecnologie digitali, in una strategia pubblica di inclusione digitale.
A fare da “ponte” e da volano sul territorio continuerà ad essere la rete camerale, dal cui sito infatti sarà possibile connettersi direttamente con la piattaforma https://fattura-pa.infocamere.it che fornisce contenuti informativi sulla fatturazione elettronica e che, da oggi, ospiterà anche il nuovo servizio, consentendo alle imprese la creazione e la completa gestione di un limitato numero di fatture nell’arco dell’anno.
Le pmi possono così adeguarsi alla nuova realtà digitale, semplicemente collegandosi al portale di servizio segnalato sulle home-page delle Camere di commercio e dell’Unioncamere, senza dover scaricare alcun software.
Al servizio si accede previo riconoscimento del titolare dell’impresa tramite la Carta nazionale dei servizi (Cns), strumento introdotto dal Codice dell’amministrazione digitale (Cad) per l’accesso telematico ai servizi della PA, consentendo la compilazione del documento contabile, l’individuazione del destinatario, la firma digitale, l’invio e relativa conservazione a norma. Nel corso degli ultimi anni le Camere di commercio hanno già rilasciato agli imprenditori una quantità significativa di Cns e di certificati di firma digitale; chi ne fosse ancora sprovvisto può ottenerli presso la Camera di commercio di Bergamo, oppure rivolgendosi ad altri Enti o Amministrazioni pubbliche (per la Cns) o ad operatori di mercato certificati (per i dispositivi di firma digitale).
La fatturazione elettronica – Per fatturazione elettronica si intende la possibilità di emettere e conservare le fatture nel solo formato digitale, così come viene indicato nella Direttiva Ue  del 20 dicembre 2001 introdotta in Italia dal Decreto Legislativo di recepimento del 20 febbraio 2004 n. 52 e dal Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 23 gennaio che stabilisce le "Modalità di assolvimento degli obblighi fiscali relativi ai documenti informatici ed alla loro riproduzione in diversi tipi di supporto".
La Finanziaria del 2008 impone che ogni fattura destinata alle PA debba essere emessa in formato elettronico in modo da poter transitare per il Sistema di Interscambio nazionale, istituito dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e gestito da Sogei S.p.A. (come stabilito dal Decreto del 7 Marzo 2008), attraverso il quale transitano i flussi di documenti contabili tra i fornitori e le Pubbliche Amministrazioni, e permette un'importante attività di monitoraggio e controllo delle finanze pubbliche anche per rendere più efficienti i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Il nuovo standard elettronico è regolamentato dal Decreto interministeriale del 3 aprile 2013 numero 55, che oltre a stabilire le regole in materia di emissione, trasmissione e ricevimento della fattura elettronica, fissa al 6 giugno 2014 la data di entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica verso i ministeri, le Agenzie fiscali e gli Enti previdenziali; il Decreto Irpef 2014 ha successivamente fissato al 31 marzo 2015 la scadenza per tutte le altre Pubbliche amministrazioni, tra cui anche le Camere di Commercio.
Gli operatori economici, cioè i fornitori di beni e servizi verso le PA, possono adeguare i propri sistemi contabili per emettere fatture elettroniche, oppure rivolgersi ad intermediari, vale a dire soggetti terzi che forniscono strumenti di supporto per la compilazione, trasmissione e per la conservazione sostitutiva della fattura elettronica prevista dalla legge.
Le Pubbliche amministrazioni possono servirsi degli intermediari per la ricezione del flusso elettronico e per la conservazione sostituiva. Gli intermediari possono essere: banche, Poste, altri intermediari finanziari, intermediari di filiera, professionisti, imprese ICT.


Cave,
concorso
di idee
per rilanciare
il recupero

Lo scorso 24 ottobre, il Gruppo Industriali Tecnologie e Materiali per l’edilizia di Confindustria Bergamo ha organizzato, con l’obiettivo di valorizzare l’immagine del settore estrattivo, l’iniziativa Cava Day,  aprendo a oltre 400 studenti e agli insegnanti delle scuole superiori della provincia di Bergamo alcune realtà estrattive della provincia. La giornata ha previsto infatti la visita agli impianti estrattivi per far conoscere le peculiarità dei processi produttivi in cava, le caratteristiche dei materiali naturali estratti e le loro molteplici applicazioni.
Il dialogo con le scuole è iniziato nel 2011 in occasione dell’edizione di Bergamo Scienza, nell’ambito della quale l’allora Gruppo Industriali Marmo Pietre Affini e Industrie Estrattive di Confindustria Bergamo ha organizzato una serie di attività e iniziative a cui hanno preso parte 16 cave provinciali allo scopo di consolidare il dialogo con il territorio, promuovendo fra la popolazione e gli opinion leader una più approfondita conoscenza dell’attività svolta e del patrimonio di valori economici, sociali ed ambientali di cui le cave sono portatrici.
Tale progettualità è quindi proseguita e si è evoluta. Tra le molte iniziative, lo scorso anno è stato anche organizzato il concorso di arredo urbano rivolto alle scuole medie superiori di II grado per la valorizzazione delle pietre locali.
La giornata di venerdì 24 ottobre ha rappresentato dunque un’ulteriore tappa di questo percorso per la diffusione della conoscenza del valore delle risorse naturali di cui il nostro territorio è rappresentativo sia per qualità dei materiali prodotti che vengono impiegati nella produzione di pavimentazioni, rivestimenti, calcestruzzi, asfalti, manufatti in cemento e prefabbricati, sia per la realizzazione di monumenti di pregio come chiese, edifici civili e industriali e ristrutturazioni e manutenzione degli stessi, oltre che di infrastrutture prioritarie per uno sviluppo sostenibile quali piste ciclabili, strade, aeroporti. Infine, nell’ambito di questa edizione del Cava day è stato lanciato il concorso di idee intitolato “Cava 2.0 – Nuova vita per le aree estrattive – concorso di idee e progettazione per il recupero funzionale di due cave della provincia di Bergamo”. L’iniziativa – riservata agli studenti del triennio degli istituti superiori della provincia di Bergamo – intende promuovere progetti di recupero funzionale delle cave per fare in modo che, esaurita la capacità estrattiva, possano continuare a generare valore economico e occupazionale. Saranno oggetto del concorso due diverse realtà specifiche del panorama estrattivo: una cava di pianura, appartenente al settore sabbia e ghiaia, ed una cava di monte, per l’estrazione delle pietre ornamentali. Gli elaborati progettuali dovranno essere consegnati entro le 14 del 30 aprile prossimo alla segreteria organizzativa presso Confindustria Bergamo, in via Camozzi 70 a Bergamo. Info: e-mail a.gamba@confindustriabergamo.it, tel. 035 275 272.


Ascom,
Bergamo
e Alessandria
unite
dal gusto

In piazza Pontida gli stand con i prodotti tipici della provincia piemontese e l’incontro tra le due associazioni

Mentre allo stadio andava in scena la sfida tra AlbinoLeffe e Alessandria, in piazza Pontida si celebrava un gemellaggio all’insegna del gusto, con l’iniziativa Ascom Village e Vivi Alessandria, sorta dall’incontro tra l’Ascom della provincia di Alessandria e la società calcistica per la promozione del territorio attraverso le trasferte della squadra. Per tutta la giornata di sabato è stato possibile prendere parte alle degustazioni, acquistare i prodotti alessandrini (vino, cioccolato, conserve di frutta e verdure, sughi e salse, funghi, baci di dama, schiacciatine) e avere informazioni sul territorio e sull’accoglienza turistica. Non è mancato il momento istituzionale, con l’incontro tra i vertici dell’associazione piemontese e quelli dell’Ascom Bergamasca, con la presenza di Cristina Parodi a ben simboleggiare l’incontro tra le due terre. La giornalista infatti, bergamasca d’adozione e moglie del sindaco Giorgio Gori, è nata e cresciuta ad Alessandria.


Cristian, il pizzaiolo che sfida l’allergia

Se l’è persino tatuata sul bicipite la sua passione: una pizza napoletana verace, con tutti i particolari che gli stanno a cuore, il forno rovente, la pala di legno, persino la “puntinatura” del cornicione, indice di buona maturazione della pasta e corretta cottura. In un’era in cui i giovani faticano a trovare la propria strada, Cristian Osio, 25 anni di Brembate, non ha dubbi e sa di voler fare il pizzaiolo. Si è buttato nella mischia e non ha badato ai sacrifici pur di “rubare” il mestiere, ogni giorno però deve fare i conti anche con il proprio organismo che, per via di un’allergia al frumento e agli acari della farina che può insorgere con l’attività, mette a dura prova il suo sogno professionale.
Lui la racconta come una vera avventura, un romanzo di formazione dove il protagonista affronta e supera diverse prove (pure in terra straniera!), ma sa anche che il confronto più serrato è quello con se stesso. «Alla pizza ci sono arrivato per caso – ricorda -. Nel 2010, dopo il diploma di tecnico dei servizi sociali, mi sono trasferito a Londra per imparare l’inglese e girare il mondo. Ho fatto il lavapiatti, ovviamente, poi per una serie di fortunate coincidenze, ma forse anche il fatto che le persone che ho incontrato avevano visto qualcosa in me, sono approdato da Franco Manca, una pizzeria nel quartiere di Brixton aperta da Giuseppe Mascoli dove si utilizza il lievito madre e si fa la vera pizza napoletana. Forno a legna a 480 gradi, pala di legno, per me è stata una folgorazione. Al sabato si sfornavano anche mille pizze, si lavorava sempre in tre: tremavo all’idea di mettermi alla prova e a ricordarlo mi vengono ancora i brividi». Il locale non è un mito solo per Cristian, è stato infatti definito “la pizzeria che ha scatenato una rivoluzione del cibo nel sud di Londra” e “una delle migliori pizze della città”, tanto che la formula è stata presto replicata in altri quartieri. Lui invece è stato trasferito dalla proprietà al Rocca di Papa 2 a Dulwich Village. «È qui che ha cominciato a manifestarsi per la prima volta l’allergia – rivela -, con una dermatite. Avevo comunque deciso di rientrare in Italia perché era il posto migliore per apprendere i segreti della pizza napoletana e così avrei anche potuto curarmi meglio».
A Bergamo sceglie di lavorare con dei maestri campani e ricomincia da capo: «La differenza – nota Osio – era che a Londra facevo, mentre qui “gavettavo”. Con la scusa che dovevo imparare non mi sono mai potuto avvicinare al forno ed è inutile fare una pizza perfetta se poi la bruci! Lavoravo anche gratis per capire qualcosa in più e mi alzavo alle sei la domenica per vedere come si prepara l’impasto». L’occasione di gestire da solo tutto il processo arriva con la stagione estiva al campeggio di Valbondione, nel frattempo il nostro non si fa mancare l’esperienza in altri locali, compreso uno a Barcellona da cui torna con il solo “bottino” di un’impastatrice professionale, e nemmeno la formazione specifica, con il corso dell’Accademia del Gusto Ascom.
«La crisi vera l’ho avuta tornato a Londra – la voce si inceppa -. Sono stato assunto subito da Franco Manca e per me era una bella conferma, ma preparare così tante pizze significava vivere in mezzo alla farina e l’allergia è esplosa. Avevo macchie sulla pelle, il naso chiuso e gli occhi che mi lacrimavano e così mi hanno detto che non potevo più lavorare lì. Non volevo mollare, ho fatto una prova il giorno stesso dai Fratelli La Bufala, a Piccadilly, ed è andata bene, ma anche in quel caso la mia allergia non era compatibile con le politiche dell’azienda». Di fronte all’evidenza ci prova a cambiare settore, passa in cucina, nel locale flagship di Jamie Oliver a Piccadilly e anche tornato a Bergamo. «Ho resisto tre mesi – confessa Cristian -, non faceva per me. Per lavorare ci vuole passione ed io, se penso a ciò che mi piace fare, non posso che vedermi come pizzaiolo. Per me fare la pizza è una magia: toccare la pasta, capirla, è un prodotto vivo, che cambia ogni giorno e il risultato non è mai scontato».
Ma la sua pizza perfetta è anche quella che riesce a tenere insieme salute e aspirazioni professionali. Ora ha iniziato una terapia con un vaccino – da assumere tutti giorni per cinque anni – e da due mesi si occupa della pizzeria di Joe Koala, nuova gestione del centro sportivo di Osio Sopra, con tre giovani (di 26, 27 e 31 anni) alla guida. «Sto abbastanza bene – dice -, il respiro non è proprio libero ma ora è l’unico disagio. I numeri e l’impostazione del locale mi permettono di gestire il lavoro senza esagerare con l’esposizione alla farina. So che la difficoltà sarà sempre quella di trovare la giusta dimensione. Per molti datori di lavoro un bravo pizzaiolo è quello che sforna a ritmi serrati, per me lavorare in stile catena di montaggio significa rinunciare alla passione e stare male». Naturalmente ha anche la sua idea di pizza, che non è disposto a tradire in nome dei gusti e delle abitudini imperanti («ed è un’altra cosa che mi penalizza»). Non parlategli di sfoglie sottilissime, bordi croccanti e di liste infinite di varianti che il cliente, accidenti a lui, chiede quasi sempre di personalizzare ulteriormente. «La pizza che voglio fare è quelle della tradizione napoletana – evidenzia -, morbida e consistente anche perché doveva riempire stomaci affamati. E mi piace farla il più semplice possibile, che si senta il pane. Nell’impasto non metto olio, il colore lo dà il forno, e per farcirla non c’è niente di meglio che pomodoro San Marzano, fiordilatte e basilico, utile anche per tenere d’occhio la cottura, o mozzarella di bufala o qualche altro classico». La sua ricerca è continua, tra le attenzioni alla maturazione lenta della pasta, la sfida a padroneggiare le potenzialità del forno a legna e la fissa in sottofondo per il lievito madre. «Non mi sento mai arrivato. Qualcuno mi ha detto che l’allergia è legata a questa mia insicurezza e anche io sono convinto che con la passione riuscirò a superare il problema di salute. Resta il fatto che è un gran paradosso: sono allergico al mio amore!», conclude con una delle frasi ad effetto con cui –  come un buon personaggio letterario – ama punteggiare i suoi discorsi.


Seriate, l’associazione
che vuole diventare piazza

Da sinistra: Paolo Perini, Anna Piras, Renato Sarli, Stefania Pellicano, Giuseppe Bonfanti e Angiolino Pedrini

Ha il nome di una strada, ma vuole essere una piazza, quella piazza che a Seriate non esiste come luogo fisico di incontro di una comunità e che si vuole costruire almeno nelle relazioni. L’associazione “Statale 42” si propone come collettore di idee e iniziative capaci di riannodare un tessuto sociale e culturale sfilacciato, per «dare vita ad una città che abbia un senso e non sia solo un agglomerato di case». «Seriate paga la sua posizione di satellite del capoluogo e non ha mai sviluppato un’anima propria – è stato sottolineato nell’incontro di presentazione – e il turn over di 2mila residenti all’anno, pari quasi al 10% della popolazione, non fa che accentuare il carattere di “dormitorio”. Ci sarà però un motivo se chi viene ad abitare qui non decide anche di fermarsi…», è la provocazione.
Il nuovo sodalizio dà concretezza ad una proposta nel cassetto da un paio di anni, che ha avuto tra gli ispiratori Carlo Dal Lago, figura carismatica della sinistra seriatese e non solo, scomparso quest’anno in un incidente stradale. I fondatori, tra i quali Stefania Pellicano candidata sindaco per il Pd nella recente tornata elettorale e componenti della stessa lista, non nascondo la visione politica – democratica, laica e progressista – alla base del progetto, ma evidenziano anche lo scarto rispetto alle azioni del partito. «L’associazione è apartitica e non si sovrappone alle iniziative del Pd – rimarca Pellicano –. L’obiettivo è coinvolgere le persone, farle uscire dal proprio guscio, smuoverle dall’indifferenza, nella consapevolezza che l’impegno migliora la vita di tutti».
Statale 42 si occuperà in particolare di formazione, musica, arti figurative, società, gestione del territorio e politica e per farlo, oltre che su di una struttura organizzativa ben articolata, punta a coinvolgere le altre associazioni locali «che sono sì numerose, circa 120, ma poche sono attive e visibili». «Come per i computer – afferma Giuseppe Bonfanti – c’è bisogno di un’operazione di “defrag”, di ricompattare le forze per di costruire qualcosa insieme».
Il nome, già del progetto originario, è quello dell’arteria stradale che attraversa l’abitato, della quale si mette in luce il valore di collegamento e non di divisione, «perché, senza la strada e il ponte sul Serio, Seriate non esisterebbe». «In mancanza di un luogo – spiega Renato Sarli, che di professione è direttore creativo – anche un’associazione può essere una piazza. Quella che abbiamo rappresentato nel nostro logo si sviluppa attorno alle direttrici ideali del fiume e della statale, è circolare, unisce, ma è anche aperta perché Seriate deve per forza mettersi in relazione con l’esterno, in primis Bergamo, l’aeroporto e la Val Seriana, che da qui parte. Statale 42 vuole costruire relazioni e raccogliere la passione, l’amicizia e il consenso di chi condivide una certa visione della società. Le strade sono molteplici, anche un torneo di burraco, un corso o andare insieme a un concerto fanno crescere i rapporti».
Si sta però già lavorando anche ad un evento di un certo peso, il festival “Voci” previsto in primavera. «Una manifestazione di tre giorni – anticipa Anna Piras – con al centro attività in cui la voce è protagonista, dal dialogo in cui si confrontano posizioni diverse al reading, fino alla letture di poeti e scrittori stranieri in lingua originale in diversi punti della città, a mostrare come immigrazione significhi anche cultura».   
L’associazione sta raccogliendo iscritti. Con la prima assemblea dei soci si eleggerà il direttivo.


Le librerie coccolano
i lettori di domani.
Un mese di sconti in 25 insegne

Le librerie bergamasche tornano in prima fila per promuovere la lettura tra chi ancora leggere non sa. Per il terzo anno consecutivo il Gruppo librai, cartolai e prodotti per l’ufficio dell’Ascom partecipa alle iniziative di Nati per Leggere, il progetto nazionale nato dall’alleanza di pediatri e biblioteche per diffondere la lettura ad alta voce per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, che a novembre si concretizza in diversi eventi su tutto il territorio. In Bergamasca il tema è “Slurp, slurp… libri da leccarsi le dita”, con titoli, letture e attività per i bambini e le loro famiglie tutti dedicati al cibo, nelle oltre cento biblioteche coinvolte nel circuito.
Grazie ai librai dell’Ascom, genitori e figli potranno anche portarsi a casa il piacere di leggere o sfogliare libri illustrati. Partecipando agli appuntamenti riceveranno infatti un coupon che, firmato dal bibliotecario, dà diritto ad uno sconto dell’8% sull’acquisto di libri per bambini, valido dal primo al 30 novembre nelle 25 librerie aderenti. «Anche quest’anno – sottolinea il presidente dei librai dell’Ascom Cristian Botti – le librerie bergamasche sono presenti, dimostrando la loro volontà di resistere in tempi sempre difficili, soprattutto per le realtà indipendenti, e di essere propositivi. L’iniziativa è strategica perché, di fronte ad una percentuale di lettori che in Italia non solo è più bassa che in altri Paesi ma è pure in calo, punta a far crescere i lettori di domani, chiave fondamentale per imprimere un’inversione di tendenza». A confermare la bontà dell’azione sono le ricerche scientifiche, che dimostrano come leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale sia cognitivo (si sviluppano meglio e più precocemente la comprensione del linguaggio e la capacità di lettura). Inoltre si consolida nel bambino l’abitudine a leggere, che si protrae nelle età successive grazie all’approccio precoce legato alla relazione.
«La nostra partecipazione a Nati per Leggere – prosegue Botti – dimostra come sia un falso mito quello della contrapposizione tra librai e biblioteche. La volontà è invece di collaborare per creare un circolo virtuoso tra biblioteche, famiglie e librerie, capace di diffondere la lettura. È un’operazione culturale prima che commerciale. Far appassionare i bambini ai libri significa infatti dare loro la possibilità di sviluppare la fantasia ed un pensiero autonomo e mostrare che c’è dell’altro rispetto a videogiochi e tablet. Certo, l’obiettivo è anche quello di portare clienti nei punti vendita – rileva -, anche se è un investimento più in prospettiva che di ritorno immediato».
Una visione che i librai mostrano di condividere, almeno a giudicare dalla conferma delle adesioni, 25 come nella passata edizione, ben distribuite sul territorio, così da permettere alle famiglie di utilizzare lo sconto con facilità. «I librai saranno pronti a dare loro prova di ciò che li contraddistingue – evidenzia il presidente -. Nelle librerie infatti non ci si trova semplicemente di fronte a scaffali pieni di titoli, come avviene in un supermercato o, in maniera virtuale, scorrendo i cataloghi on line, ma a qualcuno che li ha selezionati ed è in grado di assistere e consigliare nella scelta. Qualche insegna si è inoltre specializzata nelle proposte per i ragazzi ed organizza pomeriggi di letture e animazione durante tutto l’anno, offrendosi come un punto di riferimento per coltivare la passione per la pagina scritta». E se lo sconto dell’8% può sembrare poca cosa confrontato a politiche di prezzo ben più aggressive, bisogna ricordare innanzitutto che «le maxi offerte sono spesso solo su certi volumi – precisa Botti – e poi che le piccole librerie hanno margini ridotti e non possono permettersi di più. Come si sa, i punti vendita indipendenti non sono in grado di reggere il gioco degli sconti, ma offrono quel servizio specializzato di cui troppo spesso si dimentica il valore e che Nati per Leggere può contribuire a far riscoprire».
L’evento clou della manifestazione è fissato il 20 novembre, Giornata Internazionale dei Diritti del Bambino. In Bergamasca alle ore 11 nelle scuole dell’infanzia, nei nidi e negli spazi gioco si interromperanno le attività in corso e scatterà la lettura con “L’ora delle storie”.


Veicoli commerciali, anche
a Bergamo vendite in crescita

Rispetto al mercato delle autovetture ancora un po’ rallentato, il comparto dei veicoli commerciali, dopo un 2013 piuttosto critico, sembra sempre più recuperare terreno. Secondo i dati dell'Unrae – l'associazione delle case automobilistiche estere – a settembre le immatricolazioni di mezzi con peso fino a 3,5 tonnellate sono state 11.205, in aumento del 38,8% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Negli ultimi nove mesi sono stati immatricolati 86.089 veicoli, con un aumento del 20,1% sull'analogo periodo 2013. E da luglio a settembre la crescita Ä— salita quasi al 32%. Anche a Bergamo il comparto dei veicoli commerciali mostra un segno più, ma il dato, seppur positivo, è molto lontano dal sottintendere una ripresa. "Abbiamo avuto una crescita del 13,8% nel mese di settembre e dell'8,6% negli ultimi nove mesi, ma il mercato anche per quanto riguarda camioncini e furgoni Ä— fermo. Non c'è la spinta di nuovi clienti che cambiano facilmente il mezzo – dice Gianemilio Brusa del Gruppo Bonaldi -. In assenza di aiuti fiscali vedo difficile una ripresa nel medio periodo".
"Da gennaio ad oggi abbiamo registrato una crescita del 30% – afferma Gianfranco Testa, Gruppo Bresciani di Bergamo -. Ä– un segnale positivo ma siamo ancora molto lontani dai numeri di tre anni fa e dall'ideale di mercato"."Nella nostra provincia negli ultimi quattro anni le vendite dei veicoli commerciali sono diminuite del 60% – spiega Piercarlo Ghinzani della Cittadella dell’auto di Bergamo -. Ora c’è un leggero innalzamento delle vendite, ma Ä— il segno che il calo si è fermato non che c'è una ripresa. Si tratta di acquisti fisiologici, di necessità: chi compra Ä— perché ha veicoli usurati e dopo 3-4 anni deve cambiarli".
"Le vendite – rimarca Massimiliano Cella di Alpenland – sono dovute alla necessità delle aziende di avere mezzi efficienti per lavorare. Chi può aspettare rimanda l’acquisto".
"Settembre è un mese nella storia dell’auto in cui le case madri spingono per incentivare le vendite, quindi un po’ di ripresa c’è senz’altro – sottolinea Paolo Ghinzani di Auto Ghinzani a Calusco -. Con le promozioni i prezzi del nuovo si abbassano. Così le aziende, se devono spendere qualche migliaio di euro per riparare i propri veicoli optano, con le nuove offerte, per il nuovo".
La crescita delle vendite di furgoni, autocarri e simili quindi c'è, seppure modesta rispetto al trend del passato.
Ma quali sono le imprese che acquistano e che tipi di veicoli comprano?
"Sono aziende che non soffrono e che hanno interesse a cambiare il veicolo – spiega  Arnaldo Rota di Rota Group a Carobbio degli Angeli -. Nella nostra zona, a est di Bergamo, le imprese della gomma, della plastica, delle guarnizioni lavorano molto con l’Estero quindi puntano sul nuovo. Acquistano per lo più il Ducato per il grande carico e il Doblò per il medio. Ma si vendono anche Fiorini e Panda. L’acquisto di veicoli cassonati, che vengono utilizzati dalle imprese del mattone, invece è davvero irrisorio”. Insomma, acquistano le aziende dei derivati e del terziario, mentre la vendita all’edilizia è ferma. "Servirebbero interventi del Governo per rilanciare il comparto" – afferma Gianfranco Testa (Gruppo Bresciani).


Settimana per l’Energia,
«la sostenibilità ha fatto rete»

Sono stati circa 4.100 – 1.500 dei quali studenti – i partecipanti alla sesta edizione della Settimana per l’Energia, suddivisi tra i 14 convegni, gli eventi per le scuole (un incontro di orientamento sulle professioni green, uno spettacolo teatrale al Creberg e la visita alla centrale idroelettrica di Zogno) e dieci eventi collaterali. A questi si aggiungono diverse migliaia di persone che hanno visitato, in piazza Vittorio Veneto, il “roadshow” dell’Enel sull’efficienza energetica.
«Sono numeri davvero importanti – commenta il presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara – che confermano e consolidano il successo raggiunto nella scorsa edizione. Voglio infatti porre l’accento sul ruolo di primo piano che la Settimana per l’Energia è riuscita ad assumere, diventando un laboratorio di proposte e di politiche sulla sostenibilità. Noi stiamo già operando come una rete, assieme ai partner del nostro territorio, per dare una “vision” sullo sviluppo dell’economia della provincia. Il messaggio importante è che non siamo soli in questo cammino e, soprattutto, non sono sole le nostre imprese. Quest’anno, poi, siamo diventati un punto di riferimento internazionale, grazie alla presenza ai convegni di operatori provenienti dalla Cina e dal Senegal, con lo scopo di fare emergere questa sensibilità a livello globale nei confronti delle future generazioni». Anche il vicepresidente Giacinto Giambellini, delegato all’Innovazione, pone l’accento sul successo derivante dal gioco di squadra e dalla sinergia tra le varie componenti del nostro territorio. «Voglio ringraziare tutti coloro che si sono impegnati al massimo per permettere a questa edizione di raggiungere i traguardi di quest’anno, e guardare al futuro, a cominciare da tutti i dipendenti e i collaboratori di Confartigianato Bergamo – sottolinea -. Tra tutti i partner che ci hanno accompagnato in questa avventura, vorrei soffermarmi in particolare sull’Ordine degli architetti, che ha organizzato un convegno sul “paesaggio smart” di grandissimo richiamo, riuscendo a catalizzare ben mille presenze, grazie anche al collegamento in streaming. E poi, un plauso va all’attiva presenza dell’Università e a quella degli studenti dell’Istituto Leonardo Da Vinci che hanno speso tempo ed energie per seguire diversi eventi».

Si è chiusa all’insegna dei grandi numeri e con l’apertura a possibili rapporti di collaborazione e business con partner internazionali la sesta edizione della “Settimana per l’Energia”, la manifestazione dedicata alla green economy promossa da Confartigianato Bergamo in collaborazione con Confindustria Bergamo, che ha visto otto giorni di seminari, convegni, workshop, allestimenti interattivi sulle energie rinnovabili ed eventi culturali aperti a tutta la cittadinanza.
Si è trattato di un’edizione che ha saputo coinvolgere in modo ancora più attivo le varie componenti del territorio: istituzioni, scuole, università, organizzazioni imprenditoriali e professionali, oltre ad alcune imprese orobiche che hanno aperto le loro porte per far conoscere le eccellenze nel campo delle energie rinnovabili. A spiccare è stata la veste internazionale che la Settimana è riuscita a raggiungere, grazie in particolare alla presenza di una delegazione di 20 imprenditori cinesi facenti parte del centro di Cooperazione Internazionale IGEA (Associazione Aziende Settore Energie Rinnovabili). Nel convegno conclusivo di sabato 25 ottobre, tenutosi al Teatro Sociale di Bergamo (“La sfida dello sviluppo sostenibile: valorizzazione delle risorse per il futuro dell’energia”), la responsabile Sunny Zhang ha sottolineato la volontà di instaurare rapporti di collaborazione con le imprese italiane ed europee, spiegando come  la Cina offra opportunità di business per le nostre aziende interessate a fornire aggiornamento tecnologico e tecnologie avanzate nel campo dell’energia verde.
Anche dal Senegal è arrivata la richiesta di collaborazione. Il consigliere del presidente senegalese per l’Energia e l’Ambiente, Mboji Boubacar, si è infatti detto interessato a  creare sinergie nella formazione e nella ricerca, al fine di sviluppare tecnologie che vadano nell’interesse delle imprese dei due Paesi, invitando in Senegal una delegazione di Confartigianato Bergamo per  discuterne.
Nel convegno – aperto dai saluti del presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara e moderato dal giornalista Dino Nikpalj – la vicepresidente di Confindustria Bergamo, Monica Santini, ha evidenziato come le sfide produttive attuali siano le “smart industries”, che necessitano di spazi  produttivi sempre più connessi, tecnologici e intelligenti. Ma siccome per questa rivoluzione sarà necessario consumare molta energia, occorrerà farlo consapevolmente.
Henry Malosse, presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo, ha auspicato che  anche Cina, Russia e Usa si impegnino per raggiungere l’obiettivo del 20-20-20  «perché ne va della stessa sopravvivenza delle future generazioni». E tra le sfide che vedono impegnata l’Ue, ha ricordato quella di ridurre per tutti il prezzo dell’energia.
Infine, il premio Nobel per la pace Woodrow Clark  ha evidenziato come l’America, a differenza dell’Italia, sia ancora lontana dall’avere una coscienza sulla sostenibilità. «Tutto ciò che riguarda la rivoluzione green – ha detto – sta succedendo proprio ora, in particolare qui in Italia e in Cina, ma non in America dove le energie verdi sono osteggiate dalle ricche lobby del petrolio e dei combustibili fossili, al punto da ostacolare i brevetti di nuove tecnologie verdi».
Sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà, il rettore Stefano Paleari con  il direttore del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate (DISA) dell’Università di Bergamo Paolo Riva, e il vicepresidente vicario di Confartigianato Claudio Miotto.