Una “bussola” on line
per orientarsi nel mercato del lavoro

Confindustria Bergamo e l’Assessorato al Lavoro della Provincia di Bergamo hanno realizzato una iniziativa a supporto della nuova occupazione rivolta sia al personale disoccupato residente in provincia di Bergamo, sia ai datori di lavoro interessati a conoscere nel dettaglio le agevolazioni e i finanziamenti fruibili in caso di assunzione di nuovo personale.
L’impegno si è concretizzato nell’attivazione di un sportello informativo on line, liberamente accessibile all’indirizzo www.assunzioneagevolata.it, implementato e periodicamente aggiornato da un gruppo di lavoro composto da funzionari dell’Associazione esperti di diritto del lavoro e da operatori del Servizio Lavoro della Provincia di Bergamo.
L’intervento – che vuole rappresentare un servizio offerto al territorio a sostegno del mercato del lavoro – deriva dalla considerazione che la normativa vigente, articolata e mutevole, propone soluzioni d’interesse ma fortemente differenziate in relazione alle molteplici situazioni, oggettive e soggettive, che possono connotare i singoli processi di assunzione.
Si rende pertanto opportuno – si legge in una nota firmata da Matteo Zanetti, vicepresidente di Confindustria Bergamo
e da Giuliano Capetti, assessore provinciale al Lavoro – uno strumento dinamico e continuamente aggiornato che, come una bussola, aiuti costantemente sia gli operatori aziendali sia le persone intenzionate ad immettersi nel mercato del lavoro a orientarsi tra le molteplici e variabili formule di riduzione contributiva, fiscale e di finanziamento, diretto o indiretto, introdotte e continuamente riadattate dalla successione dei provvedimenti legislativi e amministrativi.
La disciplina delle agevolazioni e dei finanziamenti è composta da tre livelli di regolamentazione (nazionale, regionale, locale) introduttivi di procedure intersecate, in parte complementari ed in parte sovrapposte, quindi si caratterizza per una complessità che rende opportuna una visione di insieme, una analisi schematica ma anche un grado di approfondimento adeguato, spesso non rinvenibile negli ordinari canali informativi già attivi a livello locale.
Lo sforzo divulgativo, che si è ritenuto realizzabile con particolare efficacia attraverso l’implementazione del portale on line deve poi necessariamente completarsi con l’ulteriore sostegno informativo offerto dai servizi dedicati della pubblica amministrazione locale, che attraverso la rete territoriale dei centri per l’impiego, all’occorrenza supportati per specifiche iniziative anche da Confindustria Bergamo, possono dare ulteriore riscontro e supporto ai datori di lavoro e ai lavoratori interessati a meglio comprendere le opportunità e le modalità di fruizione delle formule agevolative e dei finanziamenti disponibili.
Tutte queste riflessioni hanno quindi indotto la realizzazione del sito “guida alle assunzioni agevolate”, composto di schede tematiche, note di approfondimento, estratti di disposizioni normative, documenti amministrativi, link tematici, che si avvale di un continuo supporto tecnico da parte degli uffici di Confindustria Bergamo e dell’amministrazione provinciale per un aggiornamento costante.
Si tratta di una iniziativa – annotano Zanetti e Capetti – realizzata con l’auspicio che il mercato del lavoro locale possa, nei prossimi mesi, avvantaggiarsi degli effetti di una ripresa produttiva da tempo auspicata e che, in considerazione dei primi segnali emersi all’inizio del corrente anno, potrebbe forse trovare una parziale declinazione positiva nel 2014, pur nella consapevolezza delle criticità certamente indotte da 5 anni di crisi congiunturale, quindi della difficoltà di operare un recupero occupazionale che attenui significativamente la situazione ancora fortemente negativa riscontrata nel 2013.
Confindustria Bergamo e l’Assessorato al lavoro, istruzione e formazione della Provincia di Bergamo hanno condiviso che è comunque indispensabile guardare al futuro, aiutando imprese e lavoratori, anche con strumenti operativi e pragmatici, a concretizzare al meglio le dinamiche occupazionali che si potranno gradualmente delineare. 


Confartigianato Bergamo verso l’assemblea.
La fedeltà associativa è a prova di crisi

Fervono i preparativi per la 69ª Assemblea generale di Confartigianato Bergamo, il principale appuntamento statutario dell’Organizzazione di via Torretta che, anche quest’anno, si svolgerà in due momenti distinti. Il primo appuntamento sarà sabato 24 maggio, alle 10, con la parte privata riservata ai soci chiamati ad esaminare e approvare il bilancio 2013.
È invece fissata per sabato 5 luglio, nell’Auditorium, l’assemblea aperta al pubblico che vedrà anche la presenza del presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti, assieme ai rappresentanti del mondo politico ed istituzionale. Come ogni anno l’incontro sarà l’occasione per fare il punto sull’andamento dell’Organizzazione e sulle dinamiche che hanno interessato il mondo dell’artigianato e della piccola imprenditoria. «Non possiamo nascondere – spiega il presidente Angelo Carrara – che l’anno trascorso sia stato in assoluto il più negativo dall’inizio dalla crisi e che le aziende artigiane abbiano sentito più che mai il peso di una burocrazia opprimente che sembra faccia di tutto per ostacolare la voglia di investire e di innovare. Nonostante questo, il 2013 ha visto la nostra Organizzazione chiudere il tesseramento con una sostanziale tenuta e con percentuale di rinnovo delle ditte vicina al 96 per cento. Questo dimostra come le imprese, nonostante tutto, continuino ad avere fiducia in chi da sempre lotta al loro fianco, soprattutto nei momenti di difficoltà. Gli artigiani ci hanno voluto ripagare degli enormi sforzi, in termini di servizi per la competitività, formazione e internazionalizzazione, che abbiamo messo in campo per supportare la loro competitività».
Analizzando la distribuzione territoriale delle imprese associate emerge come, ad aver registrato le percentuali di rinnovi più elevate, siano state in particolare quelle ubicate nei Poli di Zogno e di Albino, rispettivamente con il 98,56% e il 97,41%.
Un dato interessante, poi, registra la distribuzione delle ditte nelle diverse Aree di mestiere, dove il settore dell’Impiantistica segna addirittura un’impennata rispetto al 2012, con il 102,21% dei rinnovi (ovvero una crescita del 2,21% di ditte tesserate). A seguire il comparto dei Servizi alle persone, con il 97,34% dei rinnovi, e quello dei Servizi con il 97,10%.
«La strada da fare è ancora molta – continua Carrara – ma sono convinto che le iniziative e i progetti realizzati in questi ultimi anni stiano andando nella giusta direzione. Sono, infatti, diversi i fronti su cui stiamo operando. Da un lato stiamo promuovendo una serie di opportunità per abbattere e razionalizzare i costi e le spese aziendali, mi riferisco, in particolare, allo Sportello Energia e gas che, grazie al consorzio CEnPI, sta permettendo di ottenere significativi risparmi in bolletta. O, ancora, allo Sportello assicurativo, novità del 2013, che consente di districarsi fra le varie polizze scegliendo quelle più adatte alle singole imprese. Dall’altro, grazie ad un potenziamento dell’offerta formativa, seminariale e consulenziale, oltre ad alcuni accordi stipulati con enti e istituzioni estere, stiamo promuovendo l’internazionalizzazione e l’aggregazione delle Pmi, due fattori ormai imprescindibili per poter riagganciare i pur timidi segnali di ripresa che si stanno intravedendo».
«Senza dimenticare – conclude il presidente di Confartigianato Bergamo – il grande progetto sul Welfare, che ci vede impegnati ormai da alcuni anni, con il quale stiamo studiando nuove forme strutturate di tutela e di assistenza. Questa sarà una delle più importanti sfide del futuro, affinché anche il mondo dell’artigianato possa godere di un welfare che sia più moderno, inclusivo e, soprattutto, “comunitario”».


Fabio, il ballerino alla Scala
che diventa contadino a Zogno

Grinta, forza di volontà e sacrificio sono le doti di Fabio Sonzogni, 17 anni, allievo dell’Accademia Teatro alla Scala. Durante la settimana segue i corsi a Milano, nei weekend e d'estate aiuta la famiglia a fare il fieno e accudire i bovini nella loro fattoria sul monte di Zogno.
Il ragazzino assomiglia a Billy Elliot, il protagonista del famoso film, diretto nel 2000 da Stephen Daldry. Al centro la storia di un ragazzino inglese, figlio di un minatore, che sogna di diventare un ballerino di danza classica, ma viene ostacolato dalla famiglia. Al contrario, a riconoscere il talento del bambino bergamasco sono stati proprio i genitori, mamma Laura e papà Alfredo. La sua storia personale, insieme a quella dei compagni di corso, è raccontata nel film documentario “Fuoriscena”, realizzato lo scorso anno dai registi Alessandro Leoni e Massimo Donati e proiettato in città, all'Auditorium, da Lab 80. Un racconto corale che abbraccia un anno, vissuto nel rigore delle pratiche quotidiane che questa disciplina impone.
Fabio, come si svolge la tua vita su doppi binari?
“Seguo i corsi in accademia da sei anni. Mancano ancora due anni per completare gli studi. Trascorro la settimana a Milano. Alla danza dedico la mattina, il pomeriggio, almeno quattro ore di attività al giorno. Ma sto anche studiando, sono iscritto al liceo linguistico serale. Per necessità, ho dovuto trovare alloggio in un convitto. Ogni fine settimana e a fine giugno, una volta terminati i corsi, ritorno nel mio paese, Zogno. Qui, in montagna, c'è la casa dei nonni, dove mio papà si occupa dei terreni. Io faccio la mia parte, aiuto a tagliare il fieno, già da metà maggio e poi a luglio. E poi c'è il mio compito: far mangiare gli animali. E' una bella sensazione, una liberazione. Mi immergo in un altro mondo, nella natura che mi aiuta a staccare dai ritmi frenetici della città”. 
L'accademia della Scala è un'eccellenza tra le più prestigiose al mondo. Forma tutte le figure professionali del teatro d’arte, oltre a danzatori, cantanti, sarte, attrezzisti. Come ci sei approdato?
“Ballo da sempre. E' come se fin da piccolo riuscissi a sentire la musica. Mia mamma ha capito la mia vocazione e ha cominciato a farmi frequentare i corsi di danza, finché gli insegnanti si sono accorti che potevo avere un futuro davanti e così ho partecipato alle audizioni per entrare all'Accademia della Scala. Dopo averle superate, comprese quelle fisico-attitudinali, ho affrontato un mese di prova. Alla fine, come al termine di ogni anno, ci sono gli esami da superare. I miei genitori non mi hanno mai ostacolato, tantomeno forzato. Il loro aiuto è stato nel lasciarmi libero”.
Per avere un'idea della scrematura, quanti allievi frequentano i corsi? 
“Moltissimi provano a entrare. ma non è facile. Al sesto anno di corso, siamo in dieci ballerini e quindici ballerine. Maschi e femmine sono, infatti, in classi separate a partire dal secondo anno”. 
Il documentario racconta proprio lo studio e il lavoro di voi giovani talenti, dalle attività didattiche agli spettacoli, tra fatica, rinunce e determinazione.
“Il film mi è piaciuto molto. Non è stato una sorta di “Grande fratello” perché l'occhio della telecamera è sempre stato discreto. I registi hanno studiato il nostro ambiente per un anno senza essere invasivi e le riprese sono durate un paio di giorni. Non ci sono interviste, né voci fuori campo, ma la presa diretta sulla nostra vita e il lavoro da dentro. Gli spettatori riescono a capire gli sforzi, la passione e le emozioni che proviamo. E' un po’ come se anche loro si immergessero nelle stesse sale dell’Accademia dove muoviamo i nostri passi”. 
Molti giovani che vogliono sfondare come ballerini professionisti tentano la carta dei talent show televisivi. Può essere una buona vetrina o trampolino di lancio?
“Con tutto rispetto per chi non la pensa come me, io non sono d'accordo. Non lo farei mai. La danza non può essere televisiva, è un'arte che si pratica su un palcoscenico in teatro. E chi la vuole vedere, non accende un monitor. Sul piccolo schermo c'è la spettacolarità, non la tecnica e la ricerca della perfezione. Chi sogna di fare questo mestiere aspira a entrare in un corpo di ballo, non a partecipare ad Amici di Maria de Filippi”.
La musica che va per la maggiore tra i tuoi coetanei è l'hip hop. Tu che genere ascolti? 
“La classica, quella dei nostri balletti. Il mio compositore preferito è ÄŒajkovskij”.
Tra i pregiudizi che ruotano attorno al mondo della danza c'è quello dell'eccessiva magrezza delle ballerine, spesso filiformi e malate di anoressia. E' falso?
“Non è vero che bisogna rientrare per forza in determinati canoni fisici o estetici, una ballerina  è un'atleta. E' ovvio che debba essere agile, magra, non appesantita, ma è anche vero che deve essere tonica, con una buona massa muscolare. Pertanto, lo può essere soltanto se mangia”. 
Qual è il tuo modello?
“Sarebbe facile e scontato dire Robero Bolle. L'artista piemontese possiede un fisico eccezionale, scultoreo. Ma il mio modello si chiama Leonid Sarafanov, primo ballerino presso il Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo. I suoi virtuosismi sono unici al mondo. Sogno di poter ballare, un giorno, come lui”.
Non ti manca la vita spensierata, le partite a pallone, insieme ai tuoi coetanei?
“Ormai ho perso le amicizie che avevo a Zogno. Per la danza ho sacrificato tanto, e ne sono orgoglioso”.
Ma se dovessi scegliere tra la fattoria di Zogno e il Teatro alla Scala?
“Nessuna esitazione. Scelgo la danza”.


Negozi, «bene le nuove idee
ma attenti all’improvvisazione»

«Non possiamo stare fermi a guardare. Nessuno nasce grande, il volano va direzionato. Dal negozio di vicinato all’impresa, bisogna fare squadra con chi è complementare a noi». A pronunciare queste parole è il prorettore delegato all’orientamento universitario Piera Molinelli che, per il secondo anno consecutivo, ha accolto gli imprenditori under 40 nella sede di Giurisprudenza in occasione dell’incontro promosso nell’ambito di Unibergamorete sul futuro del piccolo commercio. Inserito tra le iniziative che indagano sul rapporto tra l’Università, la comunità e il lavoro, il convegno ha focalizzato l’attenzione sui problemi e le prospettive dei negozi di prossimità, una realtà il cui valore sociale e culturale è riconosciuto, ma a cui il perdurare della crisi impone di individuare nuove idee, strade e modalità per poter sopravvivere. «La crisi – spiega Piera Molinelli – ha rinnovato i nostri modelli formativi. Siamo diventati partner di diversi istituti professionali. Per crescere dobbiamo imparare a tenere il nostro valore sul territorio. Perché ad esempio in questi anni le banche non hanno mai pensato di aprire sportelli per gli stranieri? Noi saremmo stati in grado di formare i nostri ragazzi in tal senso visto che nel nostro ateneo ormai si studiano anche il russo, il cinese e l’arabo. Invece ci ha pensato qualcun altro. Creare valore significa anche fare formazione e formare reti sul territorio, ma non solo. La recente missione a Nanchino che ha visto il sistema Bergamo sbarcare in Cina ne è un esempio virtuoso».
Per sopravvivere, insomma, bisogna evolversi, proprio come ha fatto Luca Bonicelli. Il presidente dei Giovani imprenditori dell’Ascom ha trovato la spinta per portare avanti con successo la salumeria di famiglia. Lo ha fatto sfidando la crisi in un paesino ameno di soli 2.000 abitanti. A Villa d’Ogna, dove il tempo scorre lento e la tradizione è ancora un valore da preservare, Bonicelli è riuscito a offrire un servizio di vicinato che, nonostante le sue piccole dimensioni, non ha nulla da invidiare alle grandi catene di distribuzione. «Quando ho preso le redini del negozio – ha raccontato durante il convegno – non mi sono accontentato di vendere latte e salumi, ma ho cercato di migliorarmi. Ero un perito chimico quindi mi serviva un corso di formazione per conoscere meglio i trucchi del mestiere e capire come funziona il mercato. Poi ho aperto un sito internet con i prodotti tipici bergamaschi che tengo costantemente aggiornato. Infine mi sono diversificato con la somministrazione, organizzando un servizio di catering che oggi mi permette di esportare i miei prodotti anche fuori dall’Italia e di puntare su un target di clientela più elevato». Insomma, Bonicelli sembra aver trovato la formula per sfidare questo periodo di stallo economico a testa alta: «La crisi sta massacrando le piccole attività – dice – ma personalmente non ho sofferto, anzi. Bisogna portare avanti con coraggio le botteghe storiche di vicinato perché hanno un valore culturale altissimo».


Bergamo al ballottaggio.
Si vota anche in altri 4 comuni 

Bergamo torna  al voto. L'8 giugno, al ballottaggio, gli elettori saranno chiamati a scegliere tra Giorgio Gori, centrosinistra, e Franco Tentorio, centrodestra, alla vigilia i due candidati più accreditati a giocarsi la partita per la poltrona di sindaco.
Dalle urne è uscito un risultato che ha permesso al primo cittadino uscente di reggere l'onda d'urto del Pd, conquistando il voto del 42,1%  degli elettori. Tre i punti di distacco dal rivale, che ha raggiunto il 45,48. Lo scarto è di poco superire ai 2mila voti. La partita, pertanto, è apertissima. La caccia al voto è focalizzata soprattutto sul bacino del Movimento 5 Stelle, deluso e fermo all'8,2%. Il candidato sindaco pentastellato, Marcello Zenoni, ha già detto no agli apparentamenti optando per la libertà di scelta degli oltre 5mila elettori. I suoi voti sono quindi tutti da conquistare. Come lo saranno anche quelli delle liste minori, in particolare L'Altra Bergamo di Rocco Gargano, che si è attestata al 2,65%. Residuali le altre due liste, Rinasce Bergamo di Mirko Isnenghi  (0,79%) e Bergamo Cambia di Andrea Palermo con lo 0,63%.
In provincia. Al ballottaggio vanno anche altre 4 città della provincia: Seriate, Albino, Romano e Dalmine. A Seriate, il centrodestra guidato dal leghista Cristian Vezzoli, forte del 40,85% dei voti, se la vedrà con il candidato sindaco del centrosinistra Stefania Pellicano ferma al 28,33%.
Ad Albino, Fabio Terzi (centrodestra) ha conquistato il 47,49% dei voti e sfiderà al ballottaggio il sindaco uscente di centrosinistra Luca Carrara forte del 44,78% delle preferenze. A Dalmine, il centrosinistra, con il candidato Lorella Alessio, si ferma al 31,01% contro il 28,13% del leghista Fabio Facchinetti.
Ballottaggio anche a Romano di Lombardia, dove il centrosinistra guidato da Sebastian Nicoli, attestatosi al 37,08%, ingaggerà la battaglia contro il candidato di centrodestra Paolo Patelli, rimasto al 26,81%
Europee: Due i bergamaschi eletti nella Circoscrizione Nord Ovest. Al riconfermato Antonio Panzeri del Pd (77.102 voti), si affianca, a sorpresa, il grillino Marco Zanni, loverese, ex canottiere, 28 anni, che è riuscito a conquistare ben 16.934 preferenze.
Non passano, invece Valerio Bettoni (Forza Italia) con 12.219 voti e il leghista Daniele Belotti, che di preferenze ne ha incassate 16.168.



Commercio e turismo,
«fare impresa resta difficile»

Quest’anno l’assemblea dell’Ascom ha avuto come sfondo il logo del Sistema Bergamo per Expo che raffigurerà visivamente il nostro territorio nel Padiglione Italia

Il rilancio del centro di Bergamo urgente per gli albergatori, mentre sul fronte dei pubblici esercizi il passaggio in mani straniere di insegne storiche mette a rischio l’unicità della tradizione italiana e il ruolo sociale delle attività. Iniziative e voglia di rimettersi in gioco non mancano, ma le condizioni per fare impresa restano difficili. Ecco le parole dei presidenti di gruppo 

Giovanni Zambonelli / Albergatori
«Un gruppo di lavoro per salvare il centro città dal declino»

Ha puntato l’attenzione sulla città, che deve diventare vero e proprio polo di  attrazione e volano della nuova economia fondata sul turismo, il presidente degli Albergatori e vicepresidente dell’Ascom Giovanni Zambonelli. «Il rilancio del centro storico di Bergamo deve essere in cima all’agenda politica. In un momento in cui vi è una crescente disaffezione per la politica, bisogna invece raccogliere e creare un gruppo di lavoro per pensare e condividere un progetto per lo sviluppo del nostro centro cittadino, in lento e inesorabile declino. Non è una questione di soldi e investimenti, servono nuove idee per valorizzare le potenzialità inespresse del centro storico». Ora come non mai, secondo Zambonelli, la città richiede maggiore sicurezza e vigilanza, ma anche attenzione al decoro urbano e alla pulizia. «Bergamo merita vie più curate, più sicure, più vive e luminose: luoghi in cui sia piacevole passeggiare, incontrarsi e intrattenersi – ha affermato -. Lo dobbiamo ai nostri imprenditori che investono nell'area, ai cittadini e ai visitatori che non possono trovare le vie del centro desolatamente vuote allo scoccare delle 20». Musei, percorsi turistici ed eventi contribuiscono senza dubbio a rendere attrattivo il cuore della città, ma se bastano a rendere Bergamo una destinazione non sono sufficienti per renderla una meta: «Il processo di "museificazione" deve investire i centri storici e i luoghi di consumo – ha proposto -, chiamati a riappropriarsi di un ruolo di rifondazione della città e rianimazione delle vie e delle piazze».

Giorgio Beltrami / Caffè e bar
«Il bar all’italiana rischia di scomparire, la politica se ne renda conto»

«Un elevatissimo numero di imprese fragili e poco longeve che operano in un mercato sempre più ristretto e che devono fare i conti con un pesante calo dei consumi». È il risultato – secondo il presidente del Gruppo caffè e bar dell’Ascom Giorgio Beltrami – dell’idea «moderna e lungimirante» che ha portato alle lenzuolate di liberalizzazioni. Ma le difficoltà non solo per chi si butta nel settore alla ricerca di opportunità, riguardano anche le imprese storiche. «Locali come Balzer e Nazionale – ha evidenziato -, che hanno fatto la storia dei pubblici esercizi nel cuore della città, sul Sentierone, vengono acquisiti da società che nulla hanno da spartire con la filosofia del bar all’italiana». «Sicuramente, ancora una volta, ci verrà detto che viviamo nell’epoca della globalizzazione, che il futuro non si può fermare – ha commentato -, nel frattempo però le nostre vie, le nostre piazze vanno mestamente perdendo la loro connotazione storica e la pressione dei costi, oramai insostenibile, fa il resto». Da qui l’allarme: «Se non troviamo soluzioni immediate, il bar all’italiana, con il suo servizio, la sua unicità, il suo essere luogo di incontro tra generazioni non esisterà più. Forse la politica potrebbe iniziare a interrogarsi su questi argomenti, decidere che futuro vuole per le comunità e cercare magari di riscattarsi, provando a mettere in campo strategie per dare una mano a chi altro non vuole che riaffermare la dedizione per il proprio lavoro e l’amore per la propria terra».

Loreno Epis / Autosalonisti
«Sull’auto tassazione insostenibile, bene la razionalizzazione degli enti»

La crisi ha dato la scossa agli autosalonisti bergamaschi, che hanno costituito un proprio Gruppo in Ascom e intrapreso un percorso di riqualificazione professionale e di innovazione tecnologica attraverso la creazione della prima piattaforma digitale dedicata al commercio di auto usate della categoria. Ora tocca però alla politica. «Finora non possiamo che salutare con soddisfazione le decisioni annunciate dal Governo Renzi – ha commentato il presidente Loreno Epis -. L’abolizione delle Province e soprattutto l’accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione Civile in un’ottica di razionalizzazione non possono che portare dei benefici ad un settore come il nostro, da sempre oggetto di una tassazione insostenibile».
Con le altre Confcommercio lombarde, il Gruppo bergamasco si è inoltre mosso sul fronte regionale. «Nei giorni scorsi abbiamo incontrato l’assessore all’Ambiente Claudia Maria Terzi – ha ricordato Epis – per chiedere di estendere l’esenzione per tre anni dal pagamento del bollo prevista per chi acquista nuove autovetture a basso impatto ambientale anche a chi compra la stessa tipologia di auto usate. Se la ratio è ridurre le emissioni in Lombardia riteniamo giusta l’equiparazione tra auto usate e nuove, anche come segno di attenzione alle famiglie che destinano un minor budget alla sostituzione dell’autovettura. L’esenzione è stata richiesta anche per le radiazioni per esportazione, che allo stesso modo tolgono dalle strade lombarde mezzi inquinanti».

Claudia Marrone / Terziaro Donna
«Ancora troppi ostacoli per le imprese in rosa»

L’apporto femminile all’economia italiana è considerato una forte leva di sviluppo dall’Ocse, le aziende aperte da donne sono in crescita anche come forma di autoimpiego, ma fare impresa è ancora per molte un percorso ad ostacoli. Questa la contraddizione evidenziata da Claudia Marrone, presidente del gruppo Terziario Donna dell’Ascom, attivo dallo scorso anno. «Le imprese femminili sono più solvibili, hanno dato prova di una capacità di gestione intelligente e determinata ed hanno maggior fiducia nel futuro, eppure le difficoltà di accesso al credito mettono il freno ad energia e progettualità», ha rilevato, ricordando come per le imprese femminili del terziario, sulla base del recente Osservatorio nazionale Confcommercio, siano peggiorati l’accesso al credito e tutte le condizioni generali. E se su questo punto le imprese femminili bergamasche hanno ricevuto conferma di supporto da parte della Fogalco, attraverso le parole del presidente Riccardo Martinelli, un’altra criticità è la scarsa rappresentatività a tutti i livelli per le donne: «Il primo segno è arrivato dal Governo, con metà dei Ministri al femminile, ora anche il Comune si tingerà di rosa. Le quote non ci piacciono ma ci fanno spazio in un mondo da sempre troppo azzurro». Lascia ben sperare il dato relativo ad Expo, tema già al centro del primo convegno organizzato dal Gruppo Terziario Donna lo scorso novembre: «La crisi è tosta ma non ci deve spezzare. L'Esposizione porterà alla nascita di 2.600 nuove imprese in settori in cui da sempre le donne danno un insostituibile contributo, dalla comunicazione all'organizzazione di eventi, all'ospitalità», ha concluso Claudia Marrone.

Mauro Dolci / Ambulanti
«Maggiore supporto per chi investe, così possiamo superare la crisi»

Per affrontare la crisi servono nuove idee ed energie. Ne è convinto il presidente della Fiva, la federazione dei venditori ambulanti, Mauro Dolci che ha sottolineato come a nulla serva lamentarsi, ancor meno sognare che tutto torni come prima: «La crisi dei consumi è profonda – ha notato -. Bisogna smettere di sognare una ripresa che non arriva mai, ma soprattutto bisogna finirla col dare la colpa sempre agli altri, spesso davvero lontani da noi e dalle nostre imprese. Mi fa sempre tristezza vedere colleghi che continuano a ripetere con nostalgia che un tempo tutto era diverso. "Una volta" non esiste e non esisterà più, bisogna affrontare l'oggi, il presente, che piaccia oppure no. Dobbiamo adattarci alla situazione che la crisi ci consegna: le famiglie stanno attente ad ogni spesa, anche la più piccola, cercano il prodotto migliore al prezzo più basso, si muovono con offerte ed altre forme di incentivi agli acquisti. Bisogna investire nella fidelizzazione: dobbiamo valorizzare la nostra conoscenza dei clienti e supportare le loro esigenze in un momento di grande difficoltà per tutti». È questo il momento di rivedere anche la situazione aziendale e di organizzarsi al meglio per superare la crisi: «Ascom aiuta da sempre a districarsi tra norme e burocrazia e supporta attraverso la Cooperativa Fogalco ogni impresa, dalla consulenza finanziaria al supporto a finanziamenti, ristrutturazioni e investimenti – ha continuato Dolci -. Alla politica chiediamo un contributo per abbattere i costi dei finanziamenti legati ad investimenti che portano innovazione e migliorano le nostre imprese. Con questo piccolo supporto e con tanta buona volontà ce la faremo a superare anche le difficoltà che la situazione attuale ci chiama ad affrontare».

Luca Bonicelli / Gruppo Giovani
«Più facciamo rete, più cresciamo»

Pur rappresentando l’esigenza di dare opportunità ai giovani, il presidente degli imprenditori under 40 Luca Bonicelli tiene a precisare che non per questo auspica la rottamazione della generazione precedente. «Io credo nella forza dei giovani e nella loro voglia di fare – ha rimarcato – e mi sembra giusto portare avanti l’idea di un continuo confronto con chi ci ha preceduto nelle attività, chiamiamoli i “diversamente vecchi”. Perché noi abbiamo ancora bisogno dell’esperienza di chi ha già affrontato anni di “battaglie”, ma credo che anche che loro abbiano bisogno della nostra freschezza, incoscienza e della nostra energia nell’approcciarci alle cose».
«La sinergia tra generazioni è lo spirito che guida il tavolo di lavoro dei gruppi Giovani delle Associazioni bergamasche, nato lo scorso anno – ha ricordato -. Sinergia non significa solo lavorare insieme per trovare soluzioni ai vari problemi ma deve essere un concetto sempre presente all’interno delle nostre aziende e delle associazioni cui apparteniamo per poter costruire insieme un futuro, ovviamente migliore. Solo facendo rete, collaborando, “mischiandoci”, potremmo migliorarci. Il tavolo di coordinamento ha fatto molto finora: ci siamo conosciuti, confrontati, anche scontrati, ma tutto questo ci ha aiutato a crescere ed i risultati ci sono. Tocca però sempre a noi dimostrare quello che valiamo, e dimostrare chi siamo e cosa sappiamo fare significa essere propositivi».


«L’Ascom rafforzerà il supporto
alle imprese in vista dell’Expo»

"E' una crisi lunga e profonda quella che stiamo vivendo. E purtroppo non si intravvedono grandi spiragli di ripresa". E' un Paolo Malvestiti diretto e realista quello che, alla vigilia dell'assemblea dell'Ascom – in programma lunedì 12 alla Fiera di Bergamo – fa il punto sullo stato del commercio. Il presidente dell'Associazione di via Borgo Palazzo conferma che "le nostre previsioni per l'anno in corso parlano ancora di consumi fermi e di un Pil in crescita di appena mezzo punto percentuale".  La situazione del terziario nella nostra provincia è ancora molto difficoltosa. Se alcuni segnali di ripresa si vedono nell’industria, questo non accade nel commercio che continua a registrare un calo sia per quanto riguarda il giro d’affari che il numero degli addetti. Leggermente migliore è invece la situazione dei servizi, che da due trimestri a questa parte sono in modesto recupero.
La fotografia del settore induce Malvestiti a ribadire  "l'impegno dell'Ascom a sostenere le imprese. Partendo dalla famiglia, che deve ritornare ad essere al centro della nostra economia". "Ed è da questa consapevolezza – annota il presidente dell'Ascom – che nascono molte delle iniziative che i nostri imprenditori e i distretti del commercio bergamaschi hanno messo in campo per incentivare i consumi con card, sconti, schede di raccolta punti, lotterie. Iniziative che nell’ultimo anno sono riuscite a coinvolgere 12 distretti, 1.500 commercianti, 250 mila consumatori, per un giro d’affari di mezzo milione di euro".
Distretti del commercio sempre più decisivi, quindi?
"Sicuramente sono un esempio efficace di integrazione tra negozi, botteghe artigiane, servizi privati e pubblici per il cittadino. Offrono un clima accogliente e funzionale nei centri storici dei nostri comuni e sono una leva fondamentale per lo sviluppo ed in modo particolare per il turismo. Del resto, dobbiamo avere una visione unitaria e strategica delle politiche commerciali all’interno dei Distretti che riguardano le Pmi e in tal senso ci stiamo muovendo per coordinarli e rendere la loro azione più efficace ed efficiente".
Ci sarà da lavorare con le Amministrazioni che usciranno dal voto..
"Certamente. A loro prospetteremo la soluzione dei delicati problemi che riguardano la mobilità, il verde, l’arredo urbano e gli eventi. In particolare, la regolamentazione delle aree di traffico limitato deve essere orientata alla armonizzazione dell’ambiente con le esigenze del cittadino e delle imprese commerciali che operano all’interno. Il principio di collaborazione tra pubblico e privato è indispensabile per la tutela degli interessi dei cittadini e delle imprese. Quindi diciamo no al mito delle chiusure del traffico con le esagerazioni ecologiche e ambientali. Dobbiamo essere pronti su tutti i fronti alla grande occasione che si sta facendo strada dentro le nostre imprese, ovvero dell' Expo".
Una opportunità per il territorio?
"E' un'occasione imperdibile per far conoscere le eccellenze della nostra Bergamo, anche al di là degli itinerari tradizionali. Sarà un grande evento. Non a caso, la Camera di Commercio, che mi onoro di presiedere, ha in atto da mesi un tavolo di regia per l’Expo, dove sono rappresentate tutte le componenti economiche di Bergamo".
Su questo fronte l'Ascom come si sta muovendo?
"Stiamo lavorando sul sistema dell’accoglienza e della ricezione alberghiera, della ristorazione e della valorizzazione dei prodotti tipici, dello shopping e dei servizi. Da giugno, nella nostra Associazione sarà attivo un punto Expo, in collaborazione con  Bergamo Sviluppo, dove sarà possibile chiedere tutte le informazioni sull’utilizzo del marchio e sulla modalità di partecipazione e ottenere assistenza per l’iscrizione al catalogo, per la partecipazione ai diversi bandi e per l’adesione a Explora".
Sarà importante anche il sostegno al credito…
"E' chiaro. La Camera di Commercio ha dato un supporto alle aziende non solo attraverso la valorizzazione del turismo, ma anche attraverso il credito avvalendosi dei consorzi fidi, tra i quali ricordiamo la nostra Fogalco, la cui missione è proprio quella di salvaguardare la crescita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese del territorio".
Sul fronte associativo, la crisi ha cambiato le linee d'azione?
"La nostra organizzazione, oltre all'attività di rappresentanza con le varie istituzioni per sostenere i Distretti del commercio ed in generale per promuovere le azioni di tutela e di sviluppo delle nostre categorie, quest'anno ha rafforzato l’assistenza nella gestione delle crisi aziendali, con il ricorso agli ammortizzatori sociali, e nella gestione del contenzioso. Anche l’area fiscale e della tenuta delle contabilità ha erogato i suoi servizi, affrontando i maggiori adempimenti collegati alle nuove manovre e alle difficoltà delle imprese. Inoltre abbiamo erogato i servizi collegati agli sportelli dedicati all'analisi finanziaria, di sostegno all’innovazione e sviluppo e di assistenza all’internazionalizzazione. Servizi offerti gratuitamente, grazie ai contributi della Camera di Commercio".
Come vede lo scenario?
"Sono comunque fiducioso. Abbiamo tra le mani una preziosa risorsa immateriale, ma di grande valore, che è la fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità. Noi siamo un popolo di imprenditori che non si rassegna facilmente, ma che affronta con serenità la fatica, facendo ripartire giorno dopo giorno non solo le nostre aziende ma anche l’economia della terra bergamasca".


Quando i “luoghi comuni”
fanno male a chi è senza lavoro

Dottor Bergamaschi
mi sono laureato oltre un anno fa e non ho ancora trovato un’occupazione. All’inizio non c’era giorno che non inviassi qualche domanda di lavoro, poi con il tempo mi sono demoralizzato e ora lo faccio molto di meno. In famiglia non si parla altro che di crisi e la stessa cosa accade quando incontro gli amici. Per tutti, la crisi ha ucciso i sogni, calpestato la dignità ed è impossibile uscirne se non si hanno le conoscenze giuste. Non so più che cosa fare, cosa pensare e sono sempre più scoraggiato.

e-mail, Bergamo

Io ero convinto del contrario, ma mi sono dovuto ricredere: l’italiano subisce il fascino malvagio dei luoghi comuni, quelli che uccidono le aspirazioni, paralizzano la vita e invitano ad una staticità senza precedenti. Qualche anno fa, quando si parlava di luoghi comuni, era più per ridere e andavano per la maggiore stereotipi come “tutti gli italiani bevono caffè”, “Italia uguale mafia “ o “gli italiani sono grandissimi amatori”. Oggi abbiamo dimenticato cosa significhi ridere e li abbiamo sostituiti con “l’Italia è governata da ladri”, “con questa crisi è impossibile trovare un’occupazione”, “non servono le competenze, ma le conoscenze”. E la cosa sorprendente è che tali affermazioni sono sulla bocca di tutti, anche di coloro che un lavoro ce l’hanno e vivono una vita più che dignitosa. Francamente non lo so se questo piccolo compendio di pregiudizi siano veri o meno e il mio intento non è certo quello di recuperare una verità assoluta, che personalmente ritengo non esistere quasi mai; quello che bisogna invece sottolineare, è la preoccupazione per le conseguenze che comporta continuare a pensare in questo modo. Credere costantemente di non avere via di uscita, ci “incatena” alla vita e impedisce di avere un’esistenza professionale appagante; non per nulla, anche chi oggi non ha problemi di lavoro, ha cominciato a pensare in maniera pessimistica e questo dovrebbe far riflettere.
Forse qualcuno l’ha dimenticato, ma se anche qualche aspetto della vita fosse anche “brutto, disarmonico e foriero di arrabbiature” (ce lo ricordano quasi ogni giorno i media, gli amici, i parenti, i colleghi) non cambia il fatto che siamo sempre e comunque chiamati a sbarcare il lunario e a lottare per una vita dignitosa e il più possibile soddisfacente; essere arrabbiati, spaventati o paralizzati è legittimo, ma non aiuta a raggiungere l’obiettivo, anzi rinchiude l’individuo in una gabbia dalla quale diventa poi difficile uscirne.
Quello che fa davvero la differenza è allora l’atteggiamento personale e ricordare che gli stereotipi divenuti patrimonio comune, non esauriscono la realtà e possono rappresentare delle pericolose generalizzazioni che impediscono di esplorare nuove opportunità. Chi è riuscito in passato e oggi è ancora capace di costruirsi lo stile di vita lavorativo che ama ha agito e opera in modo diverso: partendo dalle proprie aspirazioni e da una forte motivazione, si è concentrato fortemente sulle possibili soluzioni e sulle strade da percorrere, anziché sui problemi. Vivere in compagnia dei luoghi comuni, significa camminare a braccetto con una visione del mondo che, nella maggior parte dei casi, è sempre negativa e ostile. Ai figli, agli amici e ai colleghi bisogna trasmettere un’altra visione del mondo, caratterizzata da impegno costante: inutile dire “ho inviato almeno 20 Cv e non mi ha risposto nessuno”; certo che dispiace, ma non è sufficiente, non è abbastanza, bisogna inviarne altri 20 e poi ancora 20 e chiedersi se c’è qualcosa che si possa migliorare nella forma o nelle competenze. Pertanto la parola d’ordine è tentare, sperimentare, personalizzare e operare con costanza, senza fermarsi mai, perché solo cambiando il modo di agire sarà possibile modificare le proprie convinzioni e renderle funzionali al nostro successo. E poi quanto costa continuare a pensare che non è possibile fare progetti a lungo termine, che bisogna lasciare le proprie passioni in fondo ad un cassetto e ripetere che la situazione odierna è peggiore di quella del passato, che la colpa della crisi è della politica, degli imprenditori, della setta dei banchieri che governa il mondo e che se non fosse per loro, le cose andrebbero meglio? Un prezzo troppo alto, perché sono luoghi comuni assolutamente inadeguati a spiegare la realtà e perché non ci fanno prendere coscienza della vera oggettività delle cose e di come affrontarle. Certamente nessuno sta negando che l’Italia viva un momento difficile e al contempo non bisogna essere uno statista per accorgersi di come l’economia abbia subito una pesante battuta d’arresto con inevitabili conseguenze per il mondo del lavoro e per i suoi protagonisti; ciò che però non mi stancherò mai di ripetere (soprattutto alle nuove generazioni) è che è fondamentale fare un salto di qualità “a prescindere” e continuare a coltivare senza sosta sogni, passioni e la gioia di vivere. Se è vero infatti che ciò che si crede sul mondo del lavoro, è in grado di influenzare le scelte personali e professionali, affidarsi agli stereotipi rischia di portare su sentieri decisamente controproducenti, o peggio, di inibire totalmente qualsiasi azione. La vita insegnato una cosa: che le lamentele e i rammarichi non portano mai lontano.


Chiusura
dell’aeroporto,
l’Ascom
misura gli effetti
sulle attività turistiche 

La chiusura, per il rifacimento della pista, dell’aeroporto “Il Caravaggio” di Orio al Serio dal 13 maggio al primo giugno preoccupa gli Albergatori Ascom, che lanciano un’indagine per misurare le ripercussioni sulle attività turistiche. «I disagi sono già iniziati per chi viaggia, ma l’impatto sull’economia locale potrebbe essere drammatico – afferma il presidente del Gruppo Giovanni Zambonelli -. Alcuni studi commissionati dall’Osservatorio del Turismo della Provincia di Bergamo hanno confermato che l’economia della città, ma anche di alcune aree della provincia, è strettamente correlata alla funzionalità dell’aeroporto, con un peso che raggiunge il 20-30% del fatturato. Il Caravaggio è quindi ormai determinante per assicurare la sopravvivenza delle imprese e dei posti di lavoro e, pur sapendo che non vi è responsabilità alcuna di Sacbo, la chiusura di quasi tre settimane dello scalo potrebbe essere molto svantaggiosa per i nostri settori. Temiamo non solo gli effetti del periodo di fermo, ma anche di quello immediatamente successivo, perché solo con il recupero pieno dell’aeroporto molti turisti decideranno di atterrare su Bergamo e di soggiornarvi».
Per verificare quello che effettivamente succederà, l’Ascom ha commissionato una ricerca che coinvolgerà i settori del terziario: agli albergatori di città e hinterland saranno richiesti i dati relativi alle prenotazioni nell’arco di tempo che va da maggio a fine giugno con un raffronto rispetto allo scorso anno; successivamente ai ristoratori e ai commercianti sarà chiesto un raffronto sull’andamento delle vendite registrate nello stesso periodo. Se i risultati della ricerca confermeranno i timori degli albergatori, il successivo passo sarà quello di chiedere alla futura amministrazione di sospendere la tassa di soggiorno, che rifletterà l’effetto del fermo dell’aeroporto, come atto di attenzione verso le imprese della ricettività in difficoltà. Mentre Ascom, attraverso la Cooperativa di Garanzia Fogalco, intraprenderà una politica di sostegno alle imprese che necessiteranno di liquidità per far fronte agli impegni assunti


Confidi, «le nuove risorse
premieranno i migliori»   

Se i Confidi sono uno strumento centrale per il sostegno alle imprese, la loro eccessiva frammentazione è l’ostacolo ad un salto di qualità che renderebbe le politiche a favore della garanzia più efficaci. Paola di Renato Montalbetti, dirigente di Unioncamere Lombardia, che su questi aspetti si è soffermato nel corso dell’assemblea della Fogalco: «Oltre agli interventi del sistema camerale lombardo per la costituzione di fondi di controgaranzia messi in campo negli ultimi anni – da Confiducia a Fei, a Confidi International – per un totale di oltre 50 milioni di euro, nel triennio 2011-2013 sono stati stanziati oltre 35 milioni di euro. Il valore e l’entità complessiva di questo impegno non sono stati percepiti pienamente perché parcellizzati su 12 Camere di Commercio e su un numero notevole di Confidi, risultando quindi meno efficace rispetto alle dimensioni dell’intervento». Ora è in atto un processo per rendere più efficace l’allocazione di risorse stimolando un cambiamento del sistema di garanzie: «Unioncamere ha aderito all’iniziativa di Regione Lombardia che ha promosso tramite Federfidi Lombardia una due diligence per comprendere e valutare l’effettivo stato di salute dei confidi lombardi – ha continuato Montalbetti -. Da questa analisi è emersa un’eccessiva frammentazione del sistema Confidi, un deterioramento del portafoglio molto pesante determinato dal grave periodo di crisi e dalla crescita delle insolvenze. Un’apposita cabina di regia istituita da sistema camerale e Regione, dopo una consultazione avvenuta col sistema dei Confidi ed una presentazione dei contenuti a Banca d’Italia, ha deliberato 40 milioni di euro di risorse che saranno messe a bando nel mese di giugno per supportare l’attività dei consorzi fidi. Il meccanismo messo in piedi da Regione e Camere di Commercio lombarde premia i confidi migliori e stimola le aggregazioni e le sinergie tra più Confidi».
La sfida che i Confidi devono affrontare è quella della governance: «Non possono essere né Regione né Camera di Commercio a decidere come devono organizzarsi i Confidi – ha evidenziato – perché questo è un compito che spetta alle associazioni di categoria e ai consorzi fidi stessi. Non è un’operazione facile mettere insieme storie diverse nate e sviluppate all’interno di diverse realtà associative spesso organizzate anche in maniera differente. Anche nel sistema bancario le fusioni non si sono rivelate in molti casi dei percorsi virtuosi. Non è sufficiente mettersi insieme, sommare quello che c’è per fare qualcosa di più grande, occorrono grandi cambiamenti nei modelli organizzativi, nelle modalità di funzionamento e nella governance. Il grande obiettivo è quello di creare un sistema lombardo della garanzia a supporto delle imprese oltre che interlocutore privilegiato del sistema bancario».

L’assemblea annuale della Fogalco – che a dispetto della crisi presenta un bilancio in buona salute – si è focalizzata sullo sviluppo dell’attività di Asconfidi Lombardia e sul legame con il territorio e la vicinanza e conoscenza delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi rappresentate. Valori fondamentali per favorire l’accesso al credito delle pmi e rafforzare in una logica di condivisione del merito creditizio il confronto con il sistema bancario. Contrariamente alla riduzione che i Confidi del territorio hanno avuto nel 2013 per il congelamento della progettualità d’impresa, Fogalco ha chiuso il l’anno con una crescita attorno al 25%, garantendo e deliberando finanziamenti per quasi 22 milioni di euro (21.805.107, 75): «Ora l’obiettivo è intensificare gli incontri con il sistema bancario e di valorizzare il nostro ruolo, che non si esaurisce nell’essere garanti ma che punta a calmierare i costi del credito in un contesto estremamente difficile – ha indicato il presidente della Cooperativa di Garanzia, Riccardo Martinelli, presentando i dati dell’attività del 2013 -. L’opera di sensibilizzazione sui costi del credito non è mai stata così intensa ed il nostro ruolo è sempre più quello di ammortizzatore e calmieratore dei costi».
Il supporto alle imprese per rimettere in sesto la gestione, pianificare il futuro e bilanciare gli investimenti è portato avanti con un’attività di consulenza ancora più intensa, grazie anche al supporto e ai contributi camerali per le operazioni di check-up finanziario. «Il 2014 sarà un anno di transizione – ha commentato il presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti -, l’ennesimo di una crisi lunga e terribile. In questo contesto di difficoltà, dall’accesso al credito alla sostenibilità economica, la Fogalco continuerà ad affiancare le aziende bergamasche». Nel 2013, infatti, la cooperativa ha rafforzato la presenza sul territorio portando i servizi nelle delegazioni due volte alla settimana: «Il legame tra territorio e impresa è la chiave del nostro lavoro associativo – ha evidenziato Luigi Trigona, direttore dell’Ascom -. Le esigenze delle pmi vanno tenute in maggiore considerazione da parte degli istituti di credito perché rappresentano la base insostituibile del nostro tessuto economico».
Sul fronte regionale, Carlo Alberto Panigo, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Asconfidi Lombardia, ha fatto il punto sul percorso che il super Confidi ha compiuto finora e ha annunciato le sfide per rispondere alle indicazioni di Banca d’Italia e Regione per una maggiore efficienza alla filiera del credito: «Abbiamo raggiunto in tempi brevi gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Con impegno notevole siamo riusciti ad ottenere l’iscrizione tra gli intermediari vigilati dalla Banca d’Italia, ora il passo che ci viene imposto è ambizioso. Riunire i Confidi 107 richiede il nostro massimo impegno: oggi il nostro bilancio, più che positivo, ammonta a 150 milioni di euro erogati, quando i nuovi requisiti di Banca d’Italia ne indicano 400-500 milioni».