Benzinai, «il nostro futuro
è sempre più incerto»

Tempi duri per i benzinai orobici. Tra calo dei consumi, prezzi del carburante alle stelle e concorrenza spietata dei self service, negli ultimi 10 anni, quasi un’impresa su cinque in Bergamasca è stata costretta a chiudere i battenti. Le imprese di distribuzione sono infatti passate dalle 283 del 2003 alle 237 del 2013 (nel 2008 erano 242 di cui 43 in città). Una situazione che nei prossimi mesi rischia di peggiorare. Già, perché con il nuovo anno è scattato l’aumento dell'imposta di consumo sugli oli lubrificanti (da 750 a 787,81 euro per 1.000 kg) mentre a partire dal 1° marzo aumenteranno le accise su benzina (da 728,40 a 730,80 euro per 1.000 litri) e gasolio (da 617,40 a 619,80 euro). Insomma, stando ai numeri, con l’Iva al 22% e con l’impennata delle famigerate imposte che gli italiani si trascinano dalla guerra di Abissinia, si prevede un’ulteriore contrazione dei consumi.
«Il fatto che nel giro di una decina di anni quasi il 20% delle pompe abbia abbassato la saracinesca non è un segnale incoraggiante – conferma il vice direttore dell’Ascom Oscar Fusini –. Alcuni impianti, inefficienti e incompatibili con la legge 32/98, sono stati costretti a chiudere. Si trattava perlopiù di strutture fuori norma perché troppo inglobate nel tessuto urbano e che quindi mettevano a repentaglio la sicurezza stradale. Statisticamente le pratiche di fondo indennizzi per chiusura totale sono una minoranza, ne avrò firmate quattro o cinque in questi anni, perché per questa procedura la compagnia proprietaria deve impegnarsi a togliere il suo impianto, bonificare il terreno, insomma, una intervento lungo e complesso. Sono più frequenti, piuttosto, i cambi di gestione. Se facciamo un raffronto con il 2012, quando le pompe erano 235, di cui 40 in città, abbiamo quasi l’illusione che il trend sia in aumento, visto che oggi sono 237. Ma il dato va interpretato: tanti chiudono e altrettanti aprono per via dei cambi di gestione. Inoltre nel frattempo sono sorti due nuovi impianti sulla nuova bretella della Valle Seriana nonché nuovi centri commerciali con pompe annesse».
E sono proprio le cosiddette pompe bianche e i self service che proliferano a macchia d’olio in provincia a creare la più spietata concorrenza ai benzinai tradizionali. Questi impianti “no logo” consentono di risparmiare fino a 10 centesimi al litro rispetto alla media del servito, sia perché acquistano a prezzi di mercato, sia perché, rispetto ai normali distributori, non hanno costi per le promozioni e la pubblicità del loro marchio. Tra i più gettonati c’è il distributore Iper Stop and go, impianto di carburante sotto costo sorto accanto al centro commerciale di Brembate, lo stesso che presto approderà anche a Seriate. «Con la crisi che c’è – conclude Fusini – il consumatore è sempre più attento a ciò che spende e quindi preferisce fare il pieno al self service o alle pompe bianche. È un meccanismo inevitabile che, purtroppo, sta mettendo in ginocchio i tradizionali benzinai che non possono competere coi prezzi delle stazioni di servizio low cost».

Giuseppe Effendi – via Cremasca (Azzano San Paolo)
«Dalle compagnie condizioni inaccettabili,
così non si può andare avanti»

«Il contratto di lavoro che la compagnia petrolifera mi propone è troppo vessatorio e non intendo firmarlo». Giuseppe Effendi, gestore del distributore-autofficina meccanica di via Cremasca, ad Azzano San Paolo, è arrabbiato e non lo nasconde. Da oltre sei anni è in causa con la sua azienda. Una scelta che gli ha provocato non poche complicazioni: «Il problema è che non avendo accettato le condizioni della compagnia, oggi mi ritrovo a erogare un carburante che ha i prezzi più alti di tutta la provincia di Bergamo», spiega. I suoi familiari gestiscono questa stazione di servizio da una ventina d’anni e lui ci lavora fin da quando era un ragazzino. A Beppe, così lo chiamano i clienti più affezionati, questo mestiere è sempre piaciuto: per capirlo basta osservarlo per qualche minuto mentre, con fare amichevole, sorride agli automobilisti che transitano dal suo distributore. Eppure, oggi, tutte quelle ore trascorse all’aperto, in balia del freddo invernale o delle ondate di afa estive cominciano a pesargli. «Già perché così – esclama – non si può più andare avanti. Lavoro 12 ore al giorno con una forte responsabilità sulle spalle ma, di fatto, i contratti che le compagnie petrolifere ci obbligano a firmare ci privano dei nostri diritti: sono troppo brevi, hanno molti vincoli e c’è la possibilità da parte loro di disdirlo quando vogliono. Il contratto prevede la modifica in qualsiasi momento del business plan ma è sempre a discrezione dell’azienda e se il rendiconto cala rispetto al fatturato atteso, per effetto dei volumi o dell’aumento dei costi, la società può recedere dal contratto. Io non lo firmo, non sono mica matto». Per risollevare le sorti dei benzinai bisognerebbe, secondo Effendi, seguire l’esempio delle pompe straniere: «All’estero puntano molto sul franchising o sul comodato d’uso e non capisco perché qui in Italia, invece, è sempre tutto così difficile. Un contratto dovrebbe a mio avviso garantire almeno le spese che sosteniamo, altrimenti si rischia di sconfinare in un rapporto di dipendenza. Credo che le associazioni di categoria, a cui spesso mi rivolgo, dovrebbero fare squadra per cercare di risolvere questa situazione».

Giamprieto Tomasini – via Zanica (Bergamo)
«In un anno perso il 35% del guadagno»

«Il settore, come molti altri in questi tempi di crisi, è in sofferenza e io personalmente ho avuto un calo dei consumi del 20%». A lamentare questa situazione è Giamprieto Tomasini, titolare del distributore IP di via Zanica a Bergamo. «Il principale problema – spiega – è che la gente è in netta difficoltà economica, di conseguenza se non ci sono i soldi si usa poco l'auto oppure si ricorre a mezzi alternativi». Secondo Tomasini, «c’è poi una politica sbagliata delle compagnie supportate dalle leggi del governo»: «Ormai – afferma – si sta eliminando la figura del gestore, sinonimo di servizio e professionalità, e lo si sta sostituendo con la gestione diretta della società che punta sui self service che hanno prezzi che per noi sarebbero da perdita». Ai mancati introiti si aggiunge la morsa della pressione fiscale: «Le bollette di acqua, luce e la tassa sui rifiuti ci danno del filo da torcere – prosegue Tomasini – e per chi ha dipendenti, i corsi di vario tipo per il personale hanno fatto lievitare ulteriormente le spese. La conseguenza è che in un anno siamo intorno al 35% di mancato introito del nostro già piccolo guadagno. Sono situazioni difficili da poter sopportare a lungo. E speriamo che i clienti che hanno optato per un pagamento della benzina a fine mese non falliscano, sennò sono dolori». 

Giovanni Tiraboschi – tangenziale Zanica-Seriate
«In arrivo il distributore dell’Iper,
sarà dura competere»

Giovanni Tiraboschi ha gestito per vent’anni una pompa nel cuore di Bergamo. Poi nel 2012 ha venduto il suo vecchio impianto di Borgo Palazzo per trasferirsi in provincia, sulla tangenziale tra Zanica e Seriate, dove ha aperto una stazione di servizio più ampia. Qui, oltre al carburante, la Total-Erg di Tiraboschi offre anche svariati gadget e un punto ristoro. «Quando mi si è presentata l’occasione di allargarmi, ho subito deciso di accettare questa sfida – racconta –. Certo, non posso nascondere che è dura di questi tempi. Il mercato del petrolio ha perso il 30% e coi margini di spesa che abbiamo, tra tasse e bollette, tutto si complica». Tiraboschi teme inoltre la futura concorrenza del distributore a marchio Iper che già esiste a Brembate e che presto dovrebbe aprire anche a Seriate, a pochi passi dal suo impianto. «Queste nuove strutture, che si trovano vicino ai centri commerciali, offrono prezzi stracciati e sono sempre presi d'assalto – dice –. Anche se il mio è un distributore grosso, i miei prezzi sono allineati con gli altri, non riesco a competere con la concorrenza spietata che ci fanno le pompe bianche o i self service». Tiraboschi ripone tuttavia molta fiducia nella nuova strada Stezzano-Zanica che in futuro si aggancerà alla Stezzano-Treviolo, favorendo l’affluenza di nuovi clienti nel suo distributore. «La strada – spiega il benzinaio – arriverà anche nel territorio di Zanica, dove si innesterà sulla Cremasca in corrispondenza dello svincolo della statale 42, e di Stezzano, dove si unirà al tratto di tangenziale già esistente, al rondò che porta al centro commerciale Le due torri. Forse quando questo tratto sarà ultimato, da noi passerà più gente».


Si è spento Lucio Parenzan. 
«Con lui Bergamo ai vertici mondiali
della cardiochirurgia»

Si è spento nella tarda mattinata di martedì 28 gennaio il professor Lucio Parenzan, che una decina di giorni era ricoverato nella Terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII in condizioni gravissime, dopo un malore in casa. È stato colpito da un nuovo arresto cardiocircolatorio e, nonostante i tentativi di rianimarlo protrattisi per trenta minuti, i medici che l’hanno seguito durante il ricovero non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Il Professor Lucio Parenzan, pioniere della moderna cardiochirurgia pediatrica italiana e tra i più stimati cardiochirurghi in Italia e all’estero, avrebbe compiuto novant'anni a giugno. Nato in provincia di Gorizia, si è laureato a Padova nel 1948. La sua carriera ebbe inizio a Milano, dove si occupò delle patologie cardiache dei bambini dopo aver trascorso lunghi periodi di studio all’Università di Stoccolma e all’Ospedale dei Bambini di Pittsburgh (USA).
Docente in Chirurgia Pediatrica, Clinica Pediatrica e Cardiochirurgia all’Università di Milano, ha effettuato oltre 15mila interventi (di cui 350 trapianti cardiaci) nel corso di trent’anni di attività. Ha diretto la Divisione di Chirurgia Pediatrica e di Cardiochirurgia di Bergamo dal 1964 al 1994. Fu Parenzan ad eseguire i primi interventi a cuore aperto su neonati, il primo a intervenire su bambini di meno di tre chili, e a salvare da morte certa tanti bambini blu, affetti dalla Tetralogia di Fallot. Fece scalpore nel 1976 la diretta tv dell’intervento su Pasqualino, 7 mesi. Sotto la sua guida il Centro di Bergamo divenne «il più grande centro di cardiochirurgia pediatrica al mondo», come lo definì Albert Starr l’inventore della valvola cardiaca e come attesta lo svolgimento nel 1988 in città del primo Congresso mondiale di Cardiochirurgia pediatrica.
Sua l’équipe che eseguì a Bergamo il terzo trapianto di cuore in Italia, il 23 novembre 1985. Nel 1989 fondò l’International Heart School, Fondazione di Bergamo per la formazione medica continua onlus, dalle cui fila uscirono 25 primari in Italia e all’estero, quelli che con orgoglio amava definire i suoi ragazzi. 
Cittadino onorario della città di Bergamo, nel 1988 ha ricevuto la medaglia d’oro per la Sanità Pubblica quale riconoscimento dal Ministero della Sanità italiano per la specifica meritoria attività clinica e scientifica svolta nei confronti delle patologie infantili.
Il direttore generale Carlo Nicora ha voluto ricordarlo a nome di tutti gli operatori dell’ospedale:
«La scomparsa del professor Lucio Parenzan è per tutto il Papa Giovanni XXIII motivo di profondo cordoglio e vogliamo innanzitutto stringerci alla moglie, ai figli e a tutti i suoi cari che oggi soffrono. Il sentimento che tutti noi, da chi ebbe la fortuna di essergli allievo e collaboratore a chi come me lo ha conosciuto recentemente, è innanzitutto di immensa gratitudine. Quello che oggi siamo nel campo della cardiochirurgia, la nostra cultura come ospedale pediatrico sono stati possibili perché Parenzan gettò un seme prezioso agli Ospedali Riuniti, rendendo possibili quelle che oggi sono consuetudini nella medicina moderna, ma allora furono anticipazioni di un futuro ancora tutto da scrivere.La sua curiosità, la sua audacia, la sua lungimiranza, hanno fatto la differenza. Questo credo sia l’insegnamento che chiunque lavora al Papa Giovanni da oggi dovrebbe conservare nel cuore».  


Gelato, la Giornata
europea dedicata
alla stracciatella
di Panattoni

La seconda Giornata europea del gelato artigianale avrà un sapore ben noto ai bergamaschi. Sarà infatti contraddistinta dal gusto “Stracciatella d’Europa”, in ricordo di Enrico Panattoni, patron della Marianna in Città alta, scomparso nell’ottobre scorso, ritenuto l’ideatore del gusto. La Giornata è stata istituita nel luglio 2012 dal Parlamento di Strasburgo per promuovere il prodotto artigianale e ricordare ai consumatori le sue qualità. È fissata il 24 marzo di ogni anno e coinvolge le gelaterie di almeno 12 Paesi, europei e non solo, ossia quelli riuniti in Artglace, la Confederazione delle associazioni europee di gelatieri artigiani, promotrice dell’evento.
L’annuncio ufficiale del tema per il 2014 è stato dato al Sigep di Rimini, sottolineando come la stracciatella, creata nel 1961, sia ancora uno dei gusti più richiesti nelle gelaterie di tutto il mondo. È stata indicata anche la composizione corretta: gelato fior di latte, cioccolato e succo d’arancia. Così come lo scorso anno, quando si tenne la prima edizione della Giornata, in ogni stato dell’Unione Europea sarà possibile gustare la ricetta celebrativa. Ogni nazione e territorio aggiungerà proprie iniziative promozionali che saranno consultabili sul sito www.artglace.com.


Parrucchieri, arriva
la poltrona in affitto

Dopo gli uffici condivisi, anche nei saloni di acconciatura e nei centri estetici arriva la possibilità che realtà imprenditoriali distinte finiscano sotto lo stesso tetto. Una soluzione che ben si adatta al momento di crisi (che ha “liberato” spazi e attrezzature e imposto alle aziende la ricerca di nuovi modelli di gestione), ma soprattutto uno strumento per favorire l’avvio di attività da parte dei giovani e l’emersione dall’abusivismo.
Si chiama “affitto di poltrona” o “di cabina”, una modalità già diffusa da tempo nei paesi anglosassoni, che ora l’Italia sta cominciando ad introdurre secondo il proprio ordinamento legislativo. Sullo stato dell’arte delle normative, soggette anche alle differenti scelte da parte di Regioni e Comuni, Confartigianato Bergamo ha organizzato un incontro lunedì 27 gennaio, prima occasione per gli operatori bergamaschi di confrontarsi con questa novità.
«Non si affitta l’intero locale, ma una postazione di lavoro, la poltrona in un negozio di parrucchieri o la cabina in un centro estetico – spiega Marco Trussardi, responsabile dell’Ufficio Aree di Mestiere di Confartigianato Bergamo -, in questo modo due aziende diverse si trovano ad operare nello stesso spazio. Questa formula è pensata come un’opportunità per chi vuole mettersi in proprio perché permette di ridurre al minimo gli investimenti e i rischi. Significa infatti pagare un canone di affitto anziché impegnarsi in spese che per l’avvio di un salone di parrucchiere sono attorno ai 40/50 mila euro e quasi il doppio per un centro estetico. Rappresenta, quindi, una strada piuttosto agevole per cominciare a mettersi in gioco e verificare se si hanno i “cromosomi” dell’imprenditore, oltre che uno stimolo a far emergere chi oggi opera in forma abusiva nella propria abitazioni o a domicilio. Per chi è già in attività può essere invece un’occasione per colmare i “vuoti” che si sono venuti a creare con il calo dei servizi e, perché no, ridare vitalità all’ambiente». «Le due gestioni sono distinte e autonome – rimarca Trussardi -, il rapporto è regolato da un contratto tra le parti. Chi prende in affitto gli spazi deve essere in possesso dei requisiti professionali previsti per il settore in cui opera, mentre il titolare dell’esercizio è tenuto a mettere a disposizione locali conformi dal punto di vista tecnico-strutturale, urbanistico e igienico-sanitario».
Queste le linee generali. Ci sono però aspetti che già da ora sembrano compromettere l’efficacia dello strumento. In primo luogo quello che vuole il titolare del negozio rispondere in caso di mancata emissione del documento fiscale da parte dell’affittuario ed i paletti posti per evitare che l’affitto di poltrona diventi la via per trasformare automaticamente il rapporto di lavoro dipendente. A questo proposito, in occasione dell’ultimo rinnovo contrattuale del 3 ottobre 2011, le rappresentanze dei lavoratori hanno sottoscritto un avviso comune che chiedeva alle istituzioni di fissare alcuni limiti. In particolare, si parla di una poltrona/cabina in affitto per le imprese che hanno da 0 a 3 dipendenti; due per le imprese che hanno da 4 a 9 dipendenti; tre per le imprese che hanno più di 10 dipendenti e del divieto di affittare la postazione a chi abbia prestato servizio in qualità di dipendente all’interno dello stesso salone/centro estetico negli ultimi cinque anni, nonché alle imprese che abbiano effettuato licenziamenti negli ultimi 24 mesi.
«Se in teoria l’affitto di poltrona è una buona soluzione per rispondere ai nuovi scenari economici e di mercato, i troppi vincoli rischiano di farlo rimanere un’opportunità solo sulla carta», rileva Maurizio Locatelli, capo Area Servizi alle persone di Confartigianato Bergamo, titolare della storica insegna “Amleto” in via Garibaldi in città, aperta dal padre nel 1952. «Innanzitutto, non si capisce perché, se le due attività sono del tutto distinte, il titolare debba essere corresponsabile e quindi sanzionabile nel caso l’affittuario non rilasci la ricevuta fiscale. Non convince nemmeno il rapporto tra numero di dipendenti e numero di poltrone in affitto, nel mondo anglosassone ci sono, ad esempio, centri gestiti da un titolare interamente messi a disposizione di acconciatori diversi, ed è praticamente assurdo il divieto di affittare a chi è stato un proprio dipendente nei cinque anni precedenti. La realtà, non dimentichiamolo, è che oggi le aziende hanno difficoltà a tenere personale alle dipendenze, perciò, dopo il periodo di apprendistato, è davvero interessante, direi la casistica più allettante dell’affitto di poltrona, poter offrire l’opportunità di rimanere nel salone lavorando in proprio. Con queste regole, invece, dopo aver fatto crescere professionalmente una persona, l’imprenditore sarebbe costretto a privarsene». «La semplificazione – fa notare ancora – è anche la chiave per contrastare l’abusivismo: chi vuole mettersi in regola non deve trovare troppi ostacoli, altrimenti resta abusivo». L’incontro di Via torretta, con rappresentanti ed esperti di Confartigianato Lombardia, analizzerà opportunità e punti critici «anche con l’obiettivo di proporre correttivi – ricorda Locatelli – e arrivare alla definizione di linee guida condivise e univoche per tutto il territorio nazionale, dove oggi esistono soltanto, eventuali, disposizioni regionali o comunali».   
Inutile negare che la ricerca di nuovi modelli di organizzazione e gestione è anche figlia della crisi. «Al di là di singoli risultati, che possono essere anche positivi – racconta il capo Area -, lo scenario generale è di sofferenza. C’è stata una scrematura obbligata e oggi chi resiste è perché ha preso le misure con il nuovo atteggiamento e le nuove richieste della clientela. È rallentata la frequenza ma non è diminuita la ricerca della qualità. Il parrucchiere deve essere in grado di proporre qualcosa al passo con i tempi, consapevole che competenza e fiducia restano fondamentali. L’unica strada percorribile è offrire il servizio più professionale possibile al prezzo più equo possibile, rispettando la salute e il benessere dei clienti».


RistorExpo
scalda
i motori,
stage con
i grandi chef

nella foto: Davide Scabin

Conto alla rovescia per RistorExpo, l’evento fieristico dedicato alla ristorazione professionale in programma a Lariofiere (Erba) dal 16 al 19 febbraio. Attesi tra i 20 e i 25mila ingressi. Buona la presenza bergamasca, che nelle scorse edizioni ha fatto registrare una percentuale, sul totale dei visitatori, che si aggira intorno al 20%.
“La manifestazione – ha detto nel corso di una conferenza stampa a Bergamo il presidente di Lariofiere, Giovanni Ciceri – è il palcoscenico giusto per chi si occupa di ristorazione. Grazie a incontri, stage di cucina, workshop, convegni, cene, concorsi e seminari siamo in grado di offrire agli operatori l’opportunità di approfondire i temi del cibo e dell’alimentazione”.
Il tema dell’edizione 2014, “In cibo veritas”, è più che mai legato ai contenuti di Expo 2015 ed ha come obiettivo quello di assicurare a chi si occupa di ristorazione una significativa crescita professionale, grazie al contributo di numerosi personaggi che racconteranno le loro esperienze ed i loro progetti con i quali sono stati in grado di far emergere i valori del cibo e della cultura enogastronomica.
“In cibo veritas – ha rimarcato il  direttore di Lariofiere, Silvio Oldani – è una vera e propria anteprima di Expo 2015, trattando i temi della prossima esposizione universale, come la qualità e la sicurezza alimentare, l’alimentazione sana e corretta ed il cibo, diventato l’elemento centrale della cultura di un territorio”.
Gli chef dell’edizione 2014. Il tema verrà affrontato con forum, interviste, stage di cucina ed incontri con il contributo di diverse figure importanti, volti noti della scena gastronomica italiana. Sono già confermati gli stage di cucina con gli chef Davide Scabin, Viviana Varese e Sandra Ciciriello, Christian e Manuel Costardi, Norbert Niederkofler, Pier Giorgio Parini e Paolo Lopriore.
I vini della Valtellina. Si rinnova anche per questa edizione la collaborazione con i vini valtellinesi. Per tutta la durata di RistorExpo, lo stand del Consorzio di Tutela presenterà al pubblico un’ampia selezione di prodotti delle aziende vitivinicole della Valtellina. Sarà l’occasione non solo di degustare ottimi prodotti, ma anche per provare interessanti abbinamenti enogastronomici.


Il Rotary Club
Bergamo Ovest
premia
il restauratore
Blumer

nella foto: Franco Blumer (a sinistra) riceve il premio da Alessandro Masera

Il 13 gennaio scorso, nel corso della riunione conviviale del Rotary Club Bergamo Ovest, il presidente Alessandro Masera ha conferito a Franco Blumer il Premio Professionalità 2014 per la sua attività di artista orafo e restauratore. Blumer, oltre a svolgere la sua opera di orafo e restauratore con la moglie Anna, nelle bottega di via Aquila Nera, ha restaurato il patrimonio del Tesoro del Duomo di Milano per conto della veneranda fabbrica del Duomo. Un esempio di creatività ed innovazione per l’utilizzo di tecniche avanzate nel restauro, ma anche di dedizione al lavoro in condizioni difficili (il ripristino della doratura della Madonnina del duomo a 110 metri di altezza).


“Dolci sogni
liberi”, il laboratorio
di pasticceria
varca la soglia
del carcere 

Si chiama «Dolci sogni liberi» ed è molto di più di un laboratorio di pasticceria per i detenuti del carcere di Bergamo. La cooperativa Calimero ha infatti messo in pista un progetto sociale allargato finalizzato al reinserimento lavorativo per far sì che i detenuti possano essere gli attori protagonisti del loro destino prima dentro e poi fuori dal carcere.  «Cosa c'è di più dignitoso di creare un'attività lavorativa che garantisca un minimo di autonomia e soprattutto occupi in  modo concreto una buona parte della giornata del detenuto, che così non la passa in uno spazio tre metri per tre?» spiega Rosa Lucia Tramontano. La direttore della Calimero nei mesi scorsi ha dato il via al laboratorio grazie all’ultimo finanziamento dell’Asl di Bergamo «in merito agli interventi a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie» (ex dgr 4333/2012) che prevedeva un area specifica sull’ «Implementazione dei corsi di formazione professionale da realizzare durante il periodo della carcerazione, così da consentire l’acquisizione di abilità specifiche che favoriscano, anche attraverso un contributo di sostentamento, il reinserimento lavorativo e sociale»,  e poter poi dare il via a una nuova attività imprenditoriale.
«Con una parte di questo finanziamento la cooperativa ha acquistato dall’Aspan, l’Associazione panificatori artigiani della provincia di Bergamo, le macchine che erano già istallate nel laboratorio, un forno industriale, impastatrici e spezzatrici e ha  ingaggiato un maestro d’arte bianca che desse ai ragazzi le basi per la produzione – spiega Tramontano –. Sono poi intervenuti anche i formatori del consorzio Coesi di Bergamo per la sicurezza e l’Hccp e tutto quello che la legge chiede sulla manipolazione e la conservazione degli alimenti. Stiamo costruendo una piccola squadra di pasticceri e panificatori che possa “sfornare” dei prodotti nuovi ed equi sotto ogni profilo».
Dalla parole ai fatti e la cooperativa Calimero ha messo in mostra le «golosità» del laboratorio alla fiera Creattiva di Bergamo dove per l’occasione sono stati presentati anche i prodotti di coltivazione biologica sperimentata all’interno della casa circondariale di via Gleno e gestita dalla coop Aretè. Il tutto cercando di seguire una logica equosolidale: «Stiamo collaborando con la cooperativa Equomercato  di Cantù che fornisce i negozi equosolidali sul territorio, acquistando da loro lo zucchero di canna, i frutti e le marmellate che provengono dai paesi Africani  e Messicani – spiega Tramontano -. A questo si aggiunge l’utilizzo della farina bergamasca dei mulini del territorio per la produzione di biscotti e crostatine  a “km 0”».
Il progetto, che ha già riscosso molti apprezzamenti, potrebbe essere oggetto di un secondo finanziamento necessario proprio a potenziare la struttura e a avere più risorse da spendere per il suo miglioramento. L’obiettivo è infatti quello di renderlo un laboratorio permanente di produzione specifica per il suo mantenimento e di formazione: «Si apriranno altre opportunità per altri detenuti, poiché naturalmente il detenuto per fortuna prima o poi esce dal carcere, ma il laboratorio deve sempre avere forze nuove che sono in grado di mandarlo avanti – conclude Tramontano -. Non è escluso che negli anni questo laboratorio possa dar vita ad una cooperativa autonoma gestita anche da soggetti svantaggiati, cioè i detenuti, che faranno di questa esperienza il loro trampolino di lancio verso una libertà dignitosa».


Impatto
acustico,
meno burocrazia
per i pubblici
esercizi

Semplificazione sì, ma mirata. Così è stata aggiornata la disciplina regionale (DGR n. 8313 del 2002) sulla documentazione di previsione di impatto acustico di cui i pubblici esercizi sono tenuti a dotarsi per l’avvio dell’attività, approvata dalla Giunta della Lombardia (deliberazione X/1217 pubblicata sul Burl serie ordinaria n. 3 del 15 gennaio 2014) accogliendo le richieste di Confcommercio Lombardia e Fipe di minori oneri amministrativi a carico delle imprese. Il provvedimento individua tre casi in cui è prevista una dichiarazione sostitutiva del gestore invece della certificazione di un tecnico abilitato e fornisce indicazioni per facilitare la predisposizione della documentazione nei casi in cui resta necessario rivolgersi al tecnico.
«La precedente normativa regionale in materia è del 2002», ricorda il vicedirettore dell’Ascom di Bergamo Oscar Fusini, che ha preso parte al confronto sulle proposte di semplificazione. «La nuova disciplina si è resa necessaria anche per rispondere ai mutamenti che nel frattempo sono intervenuti nel settore. C’è stata, di fatto, la liberalizzazione delle licenze oltre a quella degli orari e con il Decreto Monti sono state introdotte semplificazioni sul piano della dichiarazione dell’impatto acustico, ma nel contempo è cresciuta la conflittualità tra cittadini e pubblici esercizi, molto presente in un capoluogo come Milano, ma anche a Bergamo. «L’aggiornamento – rileva – rappresenta un punto di equilibrio tra l’attenzione alla libertà d’impresa e il rispetto delle esigenze di residenti e cittadini, evitando soprattutto di appesantire con costi e adempimenti quelle attività che non presentano significative criticità dal punto di vista dell’impatto acustico».
Senza dimenticare che al di là dei paletti posti dalle normative conta più di tutto la capacità di instaurare buoni rapporti di vicinato. «Oltre ad adempiere agli obblighi – sottolinea Fusini –, il gestore deve sapere sempre e comunque che l’attività è inserita in un contesto, tener conto delle condizioni particolari ed essere in grado anche di prevenire eventuali problemi legati al disturbo della quiete. Ma anche da parte dei residenti servirebbe una maggiore tolleranza: oggi è minima e si intavolano azioni anche per piccoli o sporadici episodi».
Se il provvedimento regionale semplifica gli adempimenti, le soglie di rumorosità restano quelle fissate dalla normativa nazionale ed è su queste che Fusini riflette e lancia una provocazione: «Il limite alle emissioni per la fascia dalle 22 alle 6 è davvero molto basso ed è inutile nascondere che penalizza gli esercenti. Non mi sembra uno sproposito pensare a fasce orarie differenziate a seconda del giorno della settimana, ad esempio facendo scattare i limiti alle 24 il venerdì e il sabato, offrendo così qualche possibilità in più alle attività».

Ecco quando basta la dichiarazione del gestore

La documentazione di previsione di impatto acustico è resa in forma di dichiarazione sostitutiva da parte del titolare/gestore se il pubblico esercizio o il circolo privato rientra in uno dei seguenti casi.
Caso 1: apertura dopo le 6; chiusura non oltre le 22; non viene effettuato dj set; non viene effettuata musica live; non vengono svolti intrattenimenti danzanti; assenza di impianti di diffusione sonora in esterno.
Caso 2: strutturalmente non connesso con edifici con destinazione d’uso residenziale; situato a più di 50 m da edifici ad uso residenziale; non viene effettuato dj set; non viene effettuata musica live; non vengono svolti intrattenimenti danzanti; assenza di impianti di diffusione sonora in esterno.
Caso 3: assenza di impianti di diffusione sonora con potenza complessiva superiore a 50 watt e assenza di subwoofer; assenza di impianti di diffusione sonora in esterno; non viene effettuato dj set; non viene effettuata musica live; non vengono svolti intrattenimenti danzanti; assenza di impianti di trattamento dell’aria installati in ambiente esterno oppure presenza di un unico impianto di trattamento dell’aria installato in ambiente esterno, dotato di certificazione di emissione massima ad 1 metro di distanza non superiore a 50 dB(A); assenza di plateatico esterno o presenza di plateatico esterno con capienza massima di 12 persone e fruibile non oltre le ore 24. 


Il concorso letterario
che regala pane e libri

Non sta solo facendo crescere, con i suoi corsi, la nuova generazione di panificatori e pasticcieri. Il Centro di Formazione professionale di Treviglio dell’Abf (Azienda bergamasca formazione) ha scelto di promuovere una riflessione letteraria e culturale sul pane e la panificazione varando il suo primo concorso letterario sul tema. Intitolato “Il Pane”, è un invito agli amanti della scrittura di tutte le età a cimentarsi in un elaborato che ruoti attorno a questo prodotto, tanto antico e simbolico quanto semplice e quotidiano. Il concorso chiede proprio di soffermarsi sul consumo giornaliero e sull’evoluzione del prodotto artigianale, «quel pane che ancora ci emoziona – scrive la brochure di presentazione -, con le sue fragranze, morbido o croccante, dalle forme più o meno familiari, lavorate da mani sapienti. Un pane che ogni giorno si stiracchia, respira, prende colore, per mostrarsi allo sguardo dei passanti nelle vetrine delle panetterie».
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Aspan, la cartoleria libreria Rossetti di Treviglio, la Biblioteca Comunale e l’Assessorato alla Cultura della Città di Treviglio. Quattro le sezioni: Bambini (alunni della scuola primaria), Ragazzi (scuola secondaria di I grado), Giovani (studenti della scuola secondaria di II grado) e Adulti, per ciascuna della quali sarà selezionato un vincitore. In palio non ci sono assegni o trofei, ma dei buoni acquisto per dieci chili di pane e libri per 75 euro, un riconoscimento schietto, concreto e goloso per gli appassionati di parole e buon pane fresco. Ai gruppi-classe dei vincitori delle sezioni Bambini e Ragazzi sarà inoltre offerta la possibilità di seguire una lezione teorica e pratica di panetteria nel laboratorio di panificazione del Cfp di Treviglio.
Si concorre inviando un’opera inedita in lingua italiana dalla forma di un racconto breve di lunghezza compresa tra le 3.000 e le 6.000 battute (spazi inclusi), scritta al computer (con carattere Garamond, corpo 12 e interlinea singola). La partecipazione è gratuita. La busta dovrà essere consegnata a mano o spedita alla segreteria organizzativa entro le ore 12 del 31 marzo. La giuria è composta da docenti del Centro di formazione, dal sindaco di Treviglio e assessore alla Cultura Giuseppe Pezzoni, dal presiedente dell’Aspan Roberto Capello e da Marta Messa, libraia della cartoleria libreria Rossetti. L’esito del concorso sarà reso pubblico entro il mese di aprile 2014. La proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi avverranno durante una cerimonia ufficiale al Cfp di Treviglio.
L’Aspan, che collabora con l’azienda di formazione provinciale nell’ambito dei corsi, ha sposato il concorso come ulteriore opportunità per valorizzare il pane fresco e la produzione artigianale, affidando anche ai propri associati il compito di promuovere l’iniziativa.
Il regolamento ed il moduli di partecipazione possono essere scaricati dai siti www.aspan.it e www.abf.eu (sede di Treviglio/notizie)


Rilancio della compravendita
immobiliare, accordo tra Fimaa
Bergamo e MLS REplat

Il presidente della Fimaa Bergamo (la Federazione Italiana Mediatori e agenti d’Affari) Luciano Patelli e il Master Frimm Lombardia per il network MLS REplat, Giuliano Tito, hanno firmato un accordo di partnership della durata di quattro anni (2014 – 2018) che punta a stabilire una proficua collaborazione tra le parti: nello specifico, la sezione di Bergamo della Fimaa si occuperà di promuovere REplat, il Multiple Listing Service per la compravendita in collaborazione tra agenti immobiliari creato da Frimm, presso i suoi associati con un esclusivo listino a loro dedicato. Inoltre, Fimaa Bergamo e MLS REplat organizzeranno insieme una serie di corsi di formazione, eventi ad hoc per gli operatori del mercato del mattone e tutto quanto necessario per diffondere MLS REplat all’interno del network di FIMAA Bergamo.
“Questo firmato con i colleghi di Fimaa – afferma il responsabile del network lombardo Giuliano Tito – è un accordo fondamentale per il network MLS REplat della provincia di Bergamo che contribuirà in maniera decisiva a trasformare Bergamo nel secondo polo della collaborazione immobiliare della regione Lombardia. Un vero e proprio network nel network, in cui ogni agente beneficerà dei vantaggi del MLS e dell’appartenenza a un’associazione di categoria come Fimaa”.
La convenzione stilata con REplat consente di agevolare la buona riuscita di una transazione immobiliare favorendo l’incontro tra domanda e offerta e garantisce l’operatività nel settore aste e stralci, con un’assistenza legale e una formazione costante:  “Una nuova filosofia di collaborazione si sta imponendo nel nostro settore, con uno strumento B2B innovativo e concreto come la piattaforma Re-Plat- sottolinea Luciano Patelli, presidente Fimaa Bergamo e segretario di Fimaa Lombardia -. Il portale rappresenta un modo agevole per rispondere alle richieste dei clienti in tempi brevi. Ampliando il mercato e condividendo la banca dati immobili con altre agenzie, si possono incrementare le vendite, inserendo condizioni contrattuali trasparenti e modulabili a seconda dell’immobile proposto. La forza di Re-Plat sta nel poter contare su un fondo di garanzia chiamato a dirimere ogni eventuale controversia, oltre che nella formazione sulla gestione di immobili in sofferenza, una nuova sfida che gli agenti sono chiamati ad affrontare”.