Albino,
per Natale
negozi
“vestiti”
da casetta

Le vetrine addobbate con strutture in legno danno vita ad un colorato villaggio nel centro storico del paese

I mercatini di Natale ravvivano l’atmosfera e portano visitatori? Perché allora non far diventare i negozi stessi magiche casette dove trovare – al calduccio e in bella esposizione – le idee per i prossimi regali! È l’originale iniziativa realizzata da “Le botteghe di Albino” e dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione “Per Albino” che ha trasformato il centro storico del paese e le frazioni Desenzano e Comunduno in un insolito villaggio di Natale, grazie a strutture in legno simili alla soglia di piccole baite installate davanti alle vetrine. Il progetto che raccoglie tutte le attività programmate nel periodo pre-natalzio si chiama “Albino Christmas Village” ed è stato aperto lo scorso fine settimana dalla manifestazione “Magic Albino”, che ha riempito le strade di persone, tra animazione, musica e le proposte di negozi, bar e ristoranti. Le attività che partecipano sono 120 ed ognuna ha allestito l’ingresso con addobbi e motivi personalizzati. Ogni weekend, fino al 24 dicembre, sono in programma iniziative dedicate sia ai bambini che ai più grandi ed eventi enogastronomici realizzati con la collaborazione dei ristoratori del paese. Tra le “chicche” lo “Show bike trial freestyle” (domenica 8 dicembre), la “Minimarcia di Natale con la Peppa” (sabato 14) e nel weekend di sabato 21 e domenica 22 “Magic globe”, un’attrazione che permette di entrare in una sfera natalizia. Presentando il volantino della manifestazione nelle attività che espongono la locandina sarà riconosciuto uno sconto del 15%.


Aste immobiliari, tutti i vantaggi
della collaborazione su “MLS REplat” 

Chi vorrebbe una casa fa fatica ad acquistarla e chi ce l’ha troppo spesso se l’è vista portare via per l’impossibilità di pagare le rate del prestito.  Secondo quanto emerge dall’ultima rilevazione del Ministero della Giustizia, le vendite delle case all’asta disposte dal giudice nei primi sei mesi del 2012 sono state 22.895, contro le 38.814 di tutto il 2011.
Del tema s’è parlato all’incontro “Vendere in tempo di crisi: la collaborazione su MLS REplat e Il mercato delle Aste” svoltosi nella sede di Confindustria. Un momento di riflessione dedicato agli agenti immobiliari e che ha visto in qualità di relatori Mirko Frigerio, Founding Partner di RE/Finance Services for Real Estate & NPLs, Angela Giannicola, amministratore unico di Nexus Family Financial Services, e Raffaele Giamundo, responsabile della formazione di Frimm e MLS REplat. Mirko Frigerio, esperto formatore e tra i responsabili della nascita di un settore aste in MLS REplat, ha voluto dissolvere la diffidenza verso uno strumento poco conosciuto e verso un iter burocratico ritenuto complesso, rilevando come “il Tribunale di Bergamo a oggi abbia pubblicato 1500 esecuzioni immobiliari, che rappresentano circa un terzo delle effettive esecuzioni, su base annua, di tutta la provincia, vale a dire circa 5 mila esecuzioni. Un numero stratosferico, ma ancora incompleto. Oggi le aste pubbliche rappresentano esclusivamente le pratiche già in esecuzione sino al 2011. Mancano all’appello quindi tutte le “nuove” procedure della fase più drammatica della crisi economica del triennio 2011/ 2013. A queste andranno a sommarsi tutti i fallimenti immobiliari dettati esclusivamente dalla crisi di liquidità delle aziende. Si calcola di arrivare a 320 fallimenti dichiarati, sfondando ogni record negativo dal 1942 a oggi”. L’incontro ha stimolato gli operatori immobiliari del territorio lombardo a  gestire i meccanismi che ogni esecuzione porta con sé, affiancando il proprietario di casa in difficoltà ad affrontare e risolvere qualsiasi problematica.  Si calcola che il cosiddetto “mercato delle sofferenze” sarà un mercato attivo per i prossimi 8 anni.  Gli agenti immobiliari devono affrontare la crisi facendo incontrare  domanda e offerta, andando a risolvere due problemi: quello del proprietario con casa all’asta e quello del cliente liquido “a caccia dell’affare”.
Largo dunque a temi quali la condivisione online dei portafogli, l’operatività nel settore aste e stralci, nonché la prequalifica dei clienti come strumento essenziale per la buona riuscita di una transazione immobiliare. “Una nuova filosofia di collaborazione  si sta imponendo nel nostro settore, con uno strumento B2B innovativo e concreto come la piattaforma REplat – spiega Luciano Patelli, presidente Fimaa Bergamo – . Il portale rappresenta un modo agevole per rispondere alle richieste dei clienti in tempi brevi: ampliando il mercato, condividendo nella stessa banca dati immobili con altre agenzie, si possono incrementare le vendite, inserendo condizioni contrattuali trasparenti e modulabili a seconda dell’immobile proposto. La forza di REplat sta nel poter contare su un fondo di garanzia chiamato a dirimere ogni eventuale controversia, oltre che nella formazione sulla gestione di immobili in sofferenza, una nuova sfida che gli agenti sono chiamati ad affrontare”. In Italia si tengono circa 40mila aste immobiliari all’anno, al primo tentativo molte vanno deserte e si devono ripetere perché c’è diffidenza verso uno strumento poco conosciuto e verso un iter burocratico ritenuto complesso, appannaggio di operatori specializzati.  “In questo momento è importante dare agli operatori degli strumenti validi con cui affrontare il mercato – afferma Luigi Sciascia, area manager di REplat -. La nostra piattaforma, che conta su 1.200 agenzie in tutta Italia,  è l’unica a trattare immobili in sofferenza e all’asta dai principali istituti di credito e dai Tribunali. Grazie a corsi di formazione e assistenza legale su misura ogni agenzia immobiliare può cogliere l’opportunità di inserirsi in un mercato di forte espansione in grado di portare in media sei transazioni in più all’anno”. 


Pubblici esercizi, «il rilancio
passa anche dal contratto di lavoro» 

È stata dedicata ai temi del lavoro e della crisi economica la 68esima assemblea annuale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia. Con la tavola rotonda a cui hanno partecipato il professor Michel Martone, ordinario di relazioni industriali e diritto del lavoro, il professor Enzo Rullani, direttore T-Lab CFMT, e il senatore Maurizio Castro si è affrontato il tema della competitività del settore nell’interesse delle aziende e degli stessi lavoratori anche in un’ottica di salvaguardia dell’occupazione. «Ci sono settori – si legge nel discorso di Lino Stoppani, presidente Fipe – che si sono profondamente ristrutturati, eliminando un numero rilevante di posti di lavoro, recuperando produttività e capacità di creare valore e ce ne sono altri, come il nostro, che non riescono a ristrutturarsi e che non intendono tagliare posti di lavoro, perché penalizzerebbero la qualità del servizio e per questo perdono marginalità e competitività. Su questi elementi, abbiamo provato a proporre alle organizzazioni sindacali qualche ragionamento sul monte ore e straordinari, sui permessi retributivi, sugli scatti di anzianità, sulla gestione delle malattie, sulla 14esima mensilità da riformulare all’interno della retribuzione annuale e altri istituti, trovando rifiuto pregiudiziale, nessuna contro-proposta e la proclamazione di scioperi».
La crisi economica nel settore dei consumi fuori casa è stata aggravata dal calo di presenze turistiche, dei consumi e della produttività e anche dall’aumento di una concorrenza sleale a opera di circoli, sagre e feste di partito. «Nell’anno, tra Iva, Imu, Tares e altre imposte e tasse – continua Stoppani – abbiamo raccolto solo inasprimenti e maltrattamenti. La crisi e la mancanza di una riduzione del cuneo fiscale porgono interrogativi sul futuro del settore e hanno imposto la disdetta/recesso al Ccnl di categoria. Si tratta, dunque, di scegliere fra il subire una trattativa con i soliti rituali, senza nessuna possibilità di incidere sugli elementi di produttività che le aziende reclamano o di accontentarsi di provvedimenti parziali, non strutturali e temporanei oppure provare a dare un segnale che ci è costato sofferenza, ma che riteniamo utile a impostare relazioni sindacali moderne, attente cioè a rilanciare un settore pieno di valori, che ha bisogno anche di contratti di lavoro più rispondenti alle esigenze di un mondo che cambia». Dati alla mano, l’evoluzione della retribuzione è infatti maggiore dell’inflazione e il settore crea buona occupazione, tanto che i livelli retributivi del settore hanno tenuto anche durante la crisi ed in alcuni casi sono anche cresciuti. Ma gli oneri previsti dalla contrattazione collettiva sono diventati particolarmente gravosi e non più sostenibili. Per aumentare la produttività aziendale è necessario, secondo la Fipe, rivedere alcuni elementi contrattuali che fanno scattare incrementi salariali non collegati alle ore lavorate. La Federazione chiede dunque di rompere prassi consolidate e regole non più attuali e indica la necessità di avviare un percorso che ridiscuta gli automatismi salariali, con particolare riferimento agli aumenti periodici di anzianità e maggiorazioni, e che consenta di ampliare gli spazi per politiche di valorizzazione del merito. La rimodulazione del contratto non è la rinuncia alla contrattazione. La Fipe, infatti, intende perseguire un confronto costruttivo con tutte le organizzazioni sindacali dei lavoratori per arrivare ad un nuovo accordo basato sui principi della produttività, flessibilità, qualità, controllo dei costi.
«In altri Paesi, penso agli Stati Uniti, solo il 6% delle trattative avviene con il coinvolgimento dei sindacati, la pressoché totalità dei contratti viene determinata e gestita a livello aziendale – commenta Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e Caffetterie dell’Ascom di Bergamo, a margine dell’assemblea annuale della Federazione -. In Italia sembra impossibile addirittura discutere di certi argomenti, fino ad arrivare all’abbandono dei tavoli della trattativa. Le organizzazioni sindacali sembrano arroccate su posizioni “vetero sessantottine” e paiono ignorare le condizioni economiche attuali. Le imprese stanno affrontando la crisi con senso di responsabilità ma il loro impegno deve confrontarsi con un contesto normativo e contrattuale adeguato alle nuove esigenze del mercato, finalizzato cioè a garantire la redditività delle aziende». L’incontro ha offerto diversi spunti agli imprenditori per affrontare a testa alta le difficoltà del momento: «Le migliori armi contro la crisi arrivano dal web, con particolare attenzione a realtà come Tripadvisor che possono offrire chance importanti per cercare di attirare nuovi clienti e fidelizzare quelli che già frequentano abitualmente i nostri locali – continua Beltrami -. L’argomento è cruciale e, per ribadirne l’importanza, a Pianeta Gourmarte, la rassegna dedicata alle eccellenze enogastronomiche, si è organizzata una tavola rotonda (in programma in Fiera a Bergamo lunedì, 9 dicembre dalle 10.30 alle 12.30, ndr.)». Si è ancora inoltre lontani dal trovare una soluzione all’ormai storica battaglia sui buoni pasto: «Continuano ad appesantirsi i costi per gli esercenti e i tempi di riscossione si allungano ulteriormente, creando gravi disagi ad un settore già in affanno». La crisi non è finita: «Le difficoltà sembrano non avere fine – ribadisce il presidente provinciale Fipe -. L’invito agli imprenditori è quello di dedicare maggior tempo a conti e strategie aziendali, facendo ricorso allo sportello dedicato presso Ascom dalla Cooperativa di Garanzia Fogalco, che garantisce l’accesso al credito ai soci a condizioni agevolate».


Bergamo Sviluppo, riflettori
accesi sulla meccatronica

Cinque giornate dedicate a conoscere il “Sistema Meccatronica”: questo l’obiettivo della nuova iniziativa che vede coinvolte la Camera di Commercio, attraverso l’Azienda Speciale Bergamo Sviluppo, l’Università degli Studi di Bergamo, Confindustria Bergamo, Imprese&Territorio, il Consorzio per la Meccatronica Intellimech, la Pro Universitate Bergomensi e l’Ufficio X-Ambito territoriale di Bergamo. Nella conferenza stampa, svolta 2 giorni fa in Camera di Commercio, sono stati presentati gli obiettivi dell’iniziativa e soprattutto il cospicuo calendario di eventi, 13 in 5 giorni, dal 9 al 13 dicembre (si veda l’elenco riportato a fianco pagina), che sono stati pensati per 3 diversi target: imprese, studenti e genitori e studenti.
Ricordiamo che la meccatronica è la branca dell’ingegneria dell’automazione che studia il modo di far interagire tre diverse discipline: la meccanica, l’elettronica e l’informatica, al fine di automatizzare i sistemi di produzione, per semplificare il lavoro umano. I principali campi di applicazione sono la robotica, l’automazione industriale, la biomeccatronica, l’avionica, i sistemi meccanici automatici degli autoveicoli.
Gianluigi Viscardi, vicepresidente di Bergamo Sviluppo con delega all’innovazione (cariche che ricopre in modo analogo anche in Confindustria Bergamo), sottolinea il valore di questo settore in cui «la realtà di Bergamo ha saputo intravedere, fin dallo scorso decennio, i presupposti per innescare quei processi sempre più basati sulla trasversalità».
«La settimana dedicata alla meccatronica sarà l’occasione per rimarcare l’importanza di un percorso univoco, in grado di trasmettere messaggi positivi sia per quel che riguarda il sistema delle produzioni sia per coinvolgere  il mondo della formazione e del lavoro – dichiara Viscardi –. Mi auguro che le associazioni d’impresa, il binomio scuola-università e gli stessi centri di ricerca sposino la visione di lungo orizzonte sul fronte dell’innovazione. I diplomi di perito meccatronico rispondono alla necessità di nuove figure professionali. Dall’automobile alla lavatrice fino alla domotica, la produzione industriale è sempre più orientata alla meccatronica. Bergamo fa scuola? Ci proviamo, certamente sentiamo il bisogno di incentivare questo settore già proiettato nel futuro».


«Con l’Expo, tempi e orari
della città andranno rivisti» 

Sono 140 le nazioni che fino ad oggi hanno aderito ad Expo 2015. Tra maggio e ottobre 2015, l’esposizione universale di Milano attirerà oltre 20 milioni di persone, di cui 7 milioni stranieri, con picchi intorno ai 250mila visitatori nei giorni clou, oltre 100 capi di Stato e più di 600 ministri da ogni parte del mondo. E a Bergamo, che si trova a soli 45 chilometri da Milano, questa opportunità fa gola. Già perché la capacità di accoglienza del capoluogo meneghino non sarà certamente sufficiente a soddisfare le numerose richieste di ricettività turistica. In totale circa 8 milioni di visitatori atterreranno tra Orio (soprattutto con i voli low cost) e Linate e la Bergamasca da sola è pronta ad accogliere tra i 5 e i 6 milioni di turisti. Si ipotizza che la città e l’hinterland insieme potranno dare alloggio all’80% dei visitatori di passaggio in provincia smistandoli tra i suoi 4.450 posti letto alberghieri e i 1.550 extra alberghieri (bed and breakfast, agriturismi e ostelli). “Per il 2015 tutti dovranno collaborare per offrire un ricco calendario di eventi che stimolino i visitatori a fermarsi da noi – ha detto la delegata al Turismo di Palafrizzoni Roberta Garibaldi -. Il 79% di chi andrà all’Expo lo farà per turismo e tempo libero mentre solo una minima parte verrà per affari. Ecco quindi che è necessario rendere la città accogliente e funzionale. Per far questo serve una revisione dei tempi e degli orari della città che sono ancora sincronizzati sulle attività commerciali e non sulle esigenze di un turista che vuol mangiare a tutte le ore o che vuole visitare i musei senza rischiare di incappare in chiusure infrasettimanali. Auspichiamo anche in un miglioramento dei trasporti su rotaia visto il traffico intenso che si genera in autostrada. Infine punteremo sulle scolaresche. Sono varie le opportunità di visita offerte dalla città grazie al suo straordinario patrimonio storico-culturale e paesaggistico e le importanti raccolte conservate nei musei sono certamente in grado di stimolare progettualità didattiche ed educative nell’ambito dei viaggi scolastici d’istruzione”.


Val Seriana,
«la svolta può arrivare» 

Con il terzo “compleanno”, caduto lo scorso 21 novembre, si è chiuso ufficialmente il primo mandato di Promoserio, l’agenzia per lo sviluppo della Valle Seriana che è riuscita ad unire soggetti pubblici (44 comuni, da Ranica e Villa di Serio fino alla Val di Scalve, e 2 comunità montane) e privati (circa 200 operatori turistici e 50 aziende di produzione e servizi) nell’ardua sfida di trovare nuovi modelli e strategie per il rilancio di un’area pesantemente segnata dalla crisi del manifatturiero. Il rinnovo delle cariche è fissato il prossimo 18 gennaio, intanto l’associazione ha messo in campo, sabato scorso all’auditorium Modernissimo di Nembro, il suo annuale workshop economico dedicato, in questa edizione, allo sviluppo sostenibile.
Il presidente (che si ricandida) Guido Fratta non si lancia in facili ed entusiastici proclami, ma risponde (numeri e azioni realizzate alla mano), a chi pensava ad una “fabbrica” di incarichi e poltrone in sovrapposizione alle iniziative e agli enti già presenti sul territorio, che Promoserio «in questi tre anni ha dato un segnale di vitalità e di forza e mostrato che forse una sua utilità ce l’ha».
Che cosa ha dato la scossa per l’aggregazione?
«La spinta iniziale è stata data dall’assessorato al Turismo della Comunità montana della Valle Seriana, che riteneva insufficienti e scollegate le attività di promozione. Il primo passo è stato rinnovare l’ufficio turistico, realizzando uno Iat, quindi una struttura riconosciuta della Provincia, attorno a cui si è concretizzato un progetto solido di rete. Ne è nata una sinergia tra soggetti pubblici e privati mai realizzata in precedenza, un modello unico in Bergamasca e in Lombardia».
Che Valseriana ha visto in questi tre anni?
«Una realtà che culturalmente fa ancora fatica ad uscire dal particolarismo e dalle logiche di campanile che l’hanno caratterizzata per secoli. Contrasti e divisioni possono anche starci in tempi di ricchezza e benessere, ma in un periodo di crisi sono fallimentari. L’area inoltre ha sempre avuto una connotazione produttiva, il che non è affatto un male, anzi, ma ha fatto perdere di vista il valore del territorio, che solo ora si sta pian piano riscoprendo non solo come luogo di produzione e residenza».
Premesse non certo ottimali per impostare un progetto di rilancio che parte dal turismo…
«Abbiamo gettato le basi, ma c’è ancora tanto da fare. Ci sono versanti strettamente operativi, ma anche ostacoli infrastrutturali e soprattutto bisogna superare la visione del passato se vogliamo dare vita ad un’area ad alta vocazione turistica. Si può fare, come di dimostra la Romagna, che ha probabilmente meno attrattive di noi ma ha sviluppato la cultura dell’accoglienza. Credo che ci vorrà almeno una generazione, ma comincia ad intravedersi un’unità di intenti, per questo mi sento di dire che il bicchiere è mezzo pieno».
È vero però che proporsi come meta turistica oggi significa confrontarsi con una concorrenza globale. Anche con budget ridotti, in effetti, si vola ovunque.
«Proprio per questo occorre ragionare in termini di sistema turistico. I nostri paesi, singolarmente, non hanno certo il richiamo di Venezia o Madonna di Campiglio, alle quali basta quasi solo il nome. La nostra dimensione deve essere per forza l’arco delle Orobie e l’obiettivo è sviluppare progetti comuni, un prodotto integrato composto da montagna, natura, sport, eventi. Lavorando in quest’ottica abbiamo due vantaggi che possono fare la differenza a livello competitivo: la maggiore vicinanza e accessibilità da un capoluogo come Milano, rispetto ad esempio al Trentino e alla Valle d’Aosta, e la varietà di opportunità, la neve d’inverno, il verde d’estate, le attività sportive, il trekking, la pista ciclabile, le manifestazioni. L’idea del pacchetto è concorrenziale».
Quali sono invece i punti deboli?
«La competitività degli alberghi. In Trentino hanno ormai tutti un centro benessere, mentre da noi sono ancora pochi. Ma parliamo anche di politiche di prezzo, mancano ad esempio offerte sul non venduto, e di tecnologia, dal badge per l’accesso alle camere al wi-fi. E poi torniamo alla cultura dell’accoglienza e del fare sistema: capita ancora che una struttura al completo non pensi di fare il nome di qualche altra insegna della zona al turista che cerca ospitalità…».
Ammetterà anche che in Valle il fascino della natura è stato compromesso dalla cementificazione.
«Non c’è dubbio. È stato un errore. Si è pensato di fare turismo con gli strumenti più semplici, puntando su un ritorno a breve, su una logica solo finanziaria. Il risultato sono migliaia di seconde case (solo a Castione sono 6mila e anche a Selvino la densità è altissima) sottoutilizzate che oggi riducono le potenzialità. Purtroppo ci si è concentrati solo sulla produzione e il territorio è passato in secondo piano. Un peccato perché quando c’erano le risorse si sarebbero anche potute investire nella promozione della Valle».
Il futuro è nel turismo?
«No, il futuro è nel territorio, in tutto ciò che da esso può derivare. L’ho definito il “made on Serio”, ma mi hanno detto che l’espressione non è proprio corretta… Vuol dire comunque integrare la componente produttiva, con tutta la parte di innovazione che sta portando con sé, il laboratorio di nuove idee e servizi che sta nascendo, il commercio, l’enogastronomia, il recupero delle piccole produzioni agricole e artigianali. La Valle ha dato vita a vere e proprie eccellenze che si sono affermate nel mondo, la chiave è una valorizzazione a 360 gradi di ciò che nasce qui».
Come stanno le aziende? E come guardano al futuro?
«La crisi si è fatta sentire, ma ci sono realtà che in silenzio hanno continuato a lavorare, hanno realizzato innovazioni che le hanno aiutate a vivere dentro la crisi. Sono realtà giovani o che hanno saputo riorganizzarsi, rispondere alle difficoltà con dei contenuti. Guardano al futuro con prudenza, sapendo però che non basta curare il proprio orticello o il proprio segmento, ma occorre tenere conto del territorio».
Il lavoro resta l’emergenza…
«Sì, l’allarme c’è. Come agenzia di sviluppo del territorio abbiamo gestito per la Provincia lo Sportello lavoro con sede ad Albino, dedicato all’orientamento delle persone in cerca di occupazione. Purtroppo per l’anno prossimo non ci saranno più risorse. In realtà qualche opportunità di riconversione ci potrebbe già essere nelle professioni legate al turismo, nell’accoglienza, nel commercio, nelle attività museali e culturali».
Bisogna lanciare un appello?
«L’appello è che tutti credano in Promoserio come ad un modello di aggregazione nuovo tra pubblico e privato per la governance del territorio. In fondo è la realizzazione delle tre P (public – private – partnership) indicate dalla Commissione europea per contrastare le conseguenze della crisi globale».


Turismo, «Bergamo deve
diventare coinvolgente»

L’esperienza è ormai un cardine del processo di scelta di una meta e rappresenta per la destinazione un’opportunità di posizionarsi in modo unico e distintivo sul mercato. Lo sanno bene all’estero dove non mancano proposte esperienziali innovative, dal Nord Europa, dove la Finlandia ha riempito di contenuti il suo silenzio e la sua natura incontaminata e selvaggia per turisti in cerca di relax e pace o di sport e avventura, all’Australia, che attrae con i suoi vini dell’altro mondo appassionati, gourmet e bon vivant vendendo esperienze ben focalizzate, dalle cantine vinicole della Barossa ai vini e alle prelibatezze con vista mare a Bondi.
Bergamo guarda ai migliori esempi internazionali e ai trend che guideranno sempre più la scelta in futuro di una meta turistica, scrollandosi di dosso l’immagine di città provinciale e produttiva per raccontarsi come città d’arte, cultura e natura. «Bergamo deve fare vivere al turista un’esperienza unica e irripetibile – sostiene a gran voce Roberta Garibaldi, delegata al Turismo del Comune che, in un lavoro di confronto con operatori e istituzioni, con il professor Andrea Machiavelli, ha definito strategie e azioni da adottare -. Avere risorse artistiche di grande pregio non basta, il turista di oggi e soprattutto di domani vuole avere un prodotto compiuto, che abbia radici in quel territorio che non potrebbe avere altrove. Un obiettivo importante come Expo impone un lavoro per riscoprire e definire la nostra identità e creare un fil rouge narrativo per raccontare la città nella sua unicità e complessità».
Oggi esistono dei “prodotti Bergamo”, composti da diverse risorse promosse in passato in modo frammentato, ma non una “destinazione Bergamo”. Per questo il Comune, in collaborazione con l’Università di Bergamo e il Cestit-Centro Studi per il Turismo e l’Interpretazione del Territorio, grazie allo studio condotto da Andrea Macchiavelli, direttore Cestit, con la collaborazione di Andrea Pozzi, ha analizzato il ruolo che la città può giocare nel turismo e ha definito tre linee strategiche, per far convergere le singole risorse verso un unico tema sintetizzabile in “Arte nella Natura”, offrendo al turista molteplici esperienze da vivere nel territorio.
L’integrazione tra le varie offerte avviene creando un “filo” narrativo coerente che contribuisce a rafforzare una caratterizzazione unica, riconoscibile e distintiva della destinazione. «Il secondo passo è creare prodotti per segmenti specifici, innovativi ed esperienziali per poi andare a comunicarli in modo coordinato e coeso, ottimizzando la scelta di canali e strumenti, con il privilegio a web, social media e alla creazione e promozione di applicazioni per smartphone – continua Roberta Garibaldi -. Le proposte legate a Città alta e a Città bassa sono già presenti sulle mappe disponibili presso gli uffici turistici, mentre dai primi mesi dell’anno prossimo sarà apposta la segnaletica e si potrà avere un assaggio virtuale del percorso direttamente sul telefonino, grazie alle nuove tecnologie». Attraverso tavoli di lavoro si andranno a scomporre e ricomporre le diverse componenti dell’offerta nell’ambito del tema “Arte nella Natura”, uno slow tourism che punta a coinvolgere nella comunità come “residenti temporanei” turisti provenienti da ogni angolo d’Italia e d’Europa e ad allungare la loro permanenza.
Il progetto, condiviso con Regione Lombardia, coinvolge i principali attori del territorio, da Turismo Bergamo a Convention Bureau per il segmento business, alle strutture ricettive, ai pubblici esercizi, che salutano l’iniziativa valorizzandone l’importanza. «Expo rappresenta un’occasione irripetibile per fare buon turismo a Bergamo. Le linee strategiche del Comune hanno la caratteristica di coinvolgere le tre associazioni di categoria rappresentative delle strutture ricettive e turistiche, in un proficuo lavoro di squadra – sottolinea Luigi Trigona, presidente Turismo Bergamo – . Un’attenta analisi sull’offerta turistica e sulle diverse esperienze che la città può offrire rappresenta la scelta vincente per proporsi come destinazione unica e competitiva rispetto ad altre mete. Lavoreremo tutti in sinergia per rendere concreta l’offerta turistica del territorio, con la creazione di pacchetti ad hoc». «Gli itinerari esperienziali legati a cultura, verde ed enogastronomia permetteranno ai turisti di apprezzare la bellezza della nostra città estesa ai colli e ai circuiti meno battuti dai visitatori – commenta Giovanni Zambonelli, presidente del Gruppo Albergatori dell’Ascom -. La speranza è che le nuove proposte riescano ad allungare i giorni di permanenza nel nostro territorio. Nonostante sia sfumata la candidatura a Bergamo Capitale della cultura è fondamentale valorizzare le bellezze della nostra città. Questi mesi di lavoro, energie e risorse dedicati alla nostra candidatura non devono andare dispersi, ma rappresentano uno stimolo per continuare ad intraprendere un percorso comune di valorizzazione».


Mezzo secolo d’attività,
premiati tre commercianti 

La 53esima edizione del “Riconoscimento del lavoro e del progresso economico” promosso dalla Camera di Commercio si terrà il 1° dicembre, alle 9.30, alla Fiera di Bergamo. L’evento, a cadenza annuale, riconosce e premia i meriti dei lavoratori bergamaschi. Nel corso della presentazione Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio, ha richiamato “il carattere e il significato del premio, che vuole valorizzare l’operato di quei lavoratori e imprenditori che ogni giorno contribuiscono con la loro attività allo sviluppo economico della nostra provincia”. Ha spiegato come “questa manifestazione, pur in un periodo di congiuntura economica sfavorevole, sia un’occasione per ribadire a tutti le qualità che fanno ricca la terra bergamasca: impegno, caparbietà, ingegno, professionalità, amore per il proprio lavoro e per la propria famiglia. Oggi il vero riconoscimento – ha aggiunto il presidente – è avere un posto di lavoro che gratifichi la propria dignità di uomini”.
Patrizio Fattorini, presidente della commissione di valutazione del Riconoscimento, ha posto invece l’accento sul significato che questa cerimonia rappresenta soprattutto per i giovani: “Un’occasione di incontro e di confronto, un momento in cui trarre valore dall’esperienza e dall’esempio positivo dei lavoratori che hanno maturato una lunga anzianità in azienda. Il Riconoscimento intreccia le vite di chi si affaccia nel mondo del lavoro e scommette sul suo futuro, con quelle di chi al lavoro ha dedicato un’esistenza intera”.
Nel corso del Riconoscimento 2013 verranno consegnati 85 premi. I premiati sono suddivisi in cinque categorie: lavoratrici e lavoratori dipendenti o autonomi (10 premi), lavoratrici e lavoratori dipendenti/anzianità e fedeltà (59 premi), dirigenti d’azienda (1 premio), coltivatori diretti (5 premi) e imprese industriali, commerciali, agricole e artigiane (10 premi, di cui tre a commercianti con oltre 50 anni di attività). A questi si aggiungono 3 personalità benemerite, fiori all’occhiello dell’intraprendenza bergamasca: Silvio Albini, che ha portato l’eccellenza del tessile orobico nel mondo; Giovan Battista Cagninelli, che ha conquistato i massimi vertici della finanza internazionale; e infine Giacinto Giambellini, lungimirante e innovativo imprenditore convinto che il vero successo non sia produrre profitto, ma “utile”.

Bergamo
Tabaccheria Cremaschi,
la tradizione sul Sentierone

Dal 1962 la storica tabaccheria del Sentierone, stretta tra il bar Nazionale e il negozio di abbigliamento Tiziana Fausti, è gestita dalla famiglia Cremaschi. A portare alla ribalta questo piccolo angolo di tradizione furono Mario Alberto Cremaschi, nato a Bergamo il 5 ottobre 1938, e la moglie Carmela Zamboni, originaria di Songavazzo. Insieme hanno gestito l’attività per 36 anni finché, nel 1998 è subentrato il figlio Giovanni in qualità di titolare. I genitori, ormai in pensione, continuano tuttavia a prestare il loro valido aiuto all’interno della tabaccheria che, negli ultimi anni, complice la crisi economica, ha dovuto fare i conti con alterne fortune. Eppure questo piccolo negozio a gestione familiare ha fatto la storia del Sentierone di Bergamo. Giovanni è lì da sempre, da quando ancora ragazzino, nel periodo estivo, aiutava i genitori a svolgere delle commissioni: “Ricordo che quando la commessa era in vacanza andavo in posta insieme a mio fratello Luca a prendere i valori bollati. Ma la mia effettiva assunzione risale al 1985. Poi, 13 anni dopo, sono diventato io il titolare mentre mia moglie Caterina Migliorati e mia mamma Carmela svolgono il ruolo di coadiutrici”. Cinquantuno anni di storia che il 1° dicembre verranno coronati con il riconoscimento del lavoro e del progresso economico della Camera di Commercio di Bergamo “È un bel traguardo – spiega Cremaschi – siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo lavorando con serietà e costanza. Per il futuro si vedrà. Negli ultimi 10 anni le abitudini della gente sono cambiate e le vendite sono rallentate: si vendono meno francobolli perché con la nuova tecnologia la gente non manda più cartoline. Le richieste di valori bollati sono calate, vista la possibilità di eseguire autocertificazioni in internet e anche le sigarette sono in declino, sia per le numerose campagne contro il fumo che per la promozione delle nuove sigarette elettroniche. Certo, rispetto ad altri negozi il nostro è un settore più fortunato. Alla fine ce la caviamo, ma i cambiamenti di questa società sono così repentini che fare programmi a lunga scadenza è difficile. Chi vivrà vedrà”.

Schilpario
Hotel San Marco, in cucina
spazio alle erbe spontanee

Nella quiete di Schilpario, in Val di Scalve, immerso nel verde di prati e boschi, spicca l'Hotel San Marco. Circondato dal massiccio della Presolana e dal passo dei Campelli, questo storico albergo nacque nel 1963 quando Patrizio Tagliaferri, insieme alla moglie Elisa, iniziò a gestire l’attività lavorando nel contempo con turni in miniera. Anche i figli Augusta, Mea e Enzo, dopo la scuola alberghiera, affiancarono ben presto i genitori in questa avventura con i rispettivi coniugi, adoperandosi sia ai fornelli che nella gestione della struttura ricettiva. La loro è una cucina attenta alla selezione di prodotti biologici che dedica molta cura alla preparazione delle pietanze seguendo ricette antiche rivisitate, dalla selvaggina ai dolci fatti in casa, passando attraverso le famose patate di Pradella tanto decantate da Luigi Veronelli. Non a caso il ristorante dell'hotel è presente sulle guide "Michelin", "Veronelli" e "Gola in tasca" grazie alla sua golosa selezione di piatti tipici locali inseriti nel menù, dove spiccano i "regali" del bosco con i funghi in autunno e le erbe spontanee in primavera. La struttura propone inoltre una lunga lista di vini.
All'inizio di ogni stagione anche l'orto biologico annesso all'hotel è un tripudio di verdure e fiori di tutte le specie. E proprio per rimanere in tema di natura il marito di Mea, Antonio Pizio, possiede una straordinaria collezione di  minerali e fossili dove poter riscoprire le bellezze naturali del nostro passato. L’albergo è dotato di 18 camere con vista panoramica con tutti i comfort necessari a rendere rilassante il soggiorno in Valle. E proprio per la sua capacità di valorizzare il territorio offrendo al turista le migliori soluzioni per una vacanza confortevole, l’albergo ha conquistato il marchio Hotel di qualità della Camera di commercio di Bergamo. A questo riconoscimento, legato alla qualità nell’ambito dell’ospitalità turistica, si aggiungerà tra qualche giorno anche il Premio per il lavoro e il progresso economico che rappresenta per la famiglia Tagliaferri fonte di grande soddisfazione: “I motivi che ci hanno portato a partecipare al Premio dell’ente camerale – racconta Mea Tagliaferri che gestisce il ristorante insieme al fratello Enzo – sono state le molte soddisfazioni ricevute,  e l'aver gestito con dedizione l'attività per cinquant'anni. Siamo molto grati per questo riconoscimento, in quanto rimane un bel traguardo raggiunto e uno stimolo per migliorarsi sempre”.

Castelli Calepio
Antica enoteca Marchetti,
un passione lunga mezzo secolo

Già nel 1500, il letterato Girolamo Muzio scriveva: “La bontà e l’abbondanza del vino hanno dato il nome a Calepio, terra più fertile di quella di Alcinoo”. Un messaggio che Giovanni Marchetti ha recepito fin dalla sua giovane età. È proprio nel cuore della Val Calepio, simbolo della produzione di vini Doc, situata tra le colline orobiche e i fiumi Oglio e Adda, che questo ristoratore orobico ha scelto di dar vita alla sua “Antica enoteca”. La sua passione per bianchi, neri e rosati ha origini lontane. Era il 1962 quando cominciò, quasi in sordina, ad occuparsi della commercializzazione di vini. Cinque anni dopo iniziò un rapporto di rappresentanza per una casa vinicola del Veneto per la vendita di vino. Poi nel 1968 la svolta. Marchetti diventa proprietario della Canva, grazioso locale situato nel borgo antico di Castelli Calepio. Parallelamente, nello stesso anno, Giovanni decide di gestire un negozio di vini e liquori a Grumello del Monte. Ma la passione per la ristorazione lo accompagna per tutta la sua carriera. E infatti nel 1971 apre il ristorante Il Calepino a Castelli Calepio. Dopo aver assecondato la sua passione per i videogames tra il 1978 e il 1992 con l’apertura di tre sale giochi e flipper a Palazzolo sull’Oglio, nel 1999 l’attenzione di Marchetti torna a spostarsi in ambito vinicolo: viene infatti promosso capo area della Lombardia per la vendita di vini all’ingrosso. Nel 1996 gestisce anche due discount a Provaglio d’Iseo e a Carobbio degli angeli. Sono trascorsi cinquant’anni da quando Marchetti fondò sua Antica enoteca a Castelli Calepio. E oggi, dopo mezzo secolo di storia, i suoi preziosi nettari continuano a solleticare i palati più raffinati senza mai tradire l’amore per la tradizione e per le proprie radici orobiche.


Stagione di prosa, spettacoli
a prezzi scontati per i soci Ascom

Cultura e spettacolo a prezzi scontati per tutti i soci Ascom. Agli sconti già inseriti in Ascom Vantaggi, si è aggiunta la convenzione per la stagione di prosa e altri percorsi al Teatro Donizetti e al Teatro Sociale. Gli associati avranno il privilegio di fruire dell’ingresso a prezzo ridotto per tutti gli spettacoli in calendario il  martedì, mercoledì e giovedì non festivi per la stagione di prosa, mentre per la rassegna Altri percorsi, in programma in Città Alta al Teatro Sociale, gli sconti varranno per tutti gli eventi in calendario. Per ottenere la riduzione sui prezzi dei biglietti basta esibire alla biglietteria del Teatro Donizetti la tessera di appartenenza. “Considerato che la stagione teatrale si chiude ad aprile – spiega Pietro Bresciani, responsabile marketing Ascom – è importante dare questa anticipazione per far sì che gli associati possano godersi gli spettacoli in programma ad un prezzo scontato da qui all’inizio dell’anno”. Si invitano i soci interessati a prendere visione della stagione del Teatro Donizetti sul sito web (www.teatrodonizetti.it), nonché di tutte le informazioni relative ai prezzi e alle riduzioni applicate. Per maggiori informazioni rivolgersi all’Ufficio Soci 035.4120304.


A Natale la solidarietà
entra in negozio

Il mondo del commercio bergamasco è ancora una volta in prima fila per sostenere la campagna di Natale a favore delle missioni promossa dal Centro Missionario Diocesano, dall’Associazione Pro Jesu-onlus e dall’Ascom stessa, partner dell’iniziativa sin dall’esordio. Negozianti, ambulanti Fiva, panificatori Aspan e Distretto del commercio Bergamo Centro sono infatti coinvolti nella raccolta fondi e nella divulgazione del messaggio di solidarietà legato alla nuova edizione, che ha per titolo “Guarda la stella! Per un Natale nella luce della missione”, ispirandosi alla parabola dei Santi Magi. Gli sforzi saranno finalizzati verso tre progetti: l’aiuto alle famiglie cristiane in Terra Santa, in particolare attraverso dei percorsi scolastici formativi e professionali affidati a padre Pierbattista Pizzaballa, bergamasco, Custode di Terra Santa; le attività di un asilo in Kenya e la creazione di opportunità di lavoro per le mamme dei bambini ospiti; e sul nostro territorio il fondo Famiglia e Lavoro della Caritas a sostegno dei nuclei in difficoltà per la perdita del lavoro.
Ai commercianti si propone, in particolare, di acquistare, al costo di 15 euro, il kit della campagna, composto dal testimonial da esporre (una stella in filo metallico, legno e lana intrecciata e decorata con nastri in raso e pizzo con un elegante spilla in strass e cristalli), dalla locandina con la presentazione del progetto, da calendarietti e adesivi per la confezione dei regali di Natale e dall’illustrazione dei progetti. Nei punti vendita non saranno effettuate raccolte fondi, ma la presenza dei simboli dell’iniziativa in attività così vicine alla gente è pensata per aumentare la sensibilizzazione e diffondere nel quotidiano i valori del progetto e il significato autentico del Natale cristiano.
Partecipano negozi di città e provincia, compresi quelli dell’aeroporto di Orio al Serio, che oltre al kit si sono dotati di un banner pubblicitario della cartolina solidale. Gli ambulanti Fiva esporranno la stella alla fiera di Santa Lucia, mentre il distretto partecipa con l’allestimento di tutte le luminarie cittadine e l’Aspan collabora anche nella promozione del concorso nelle scuole legato al progetto. Ad Oriocenter sarà allestito fino al 23 dicembre uno stand per la vendita di presepi e “presenti natalizi” provenienti dal Sud del mondo e all’Iper di Seriate fino al 24 dicembre saranno presenti volontari per la confezione dei pacchetti regalo. Presepi e confezioni saranno disponibili anche in centro città, nella casetta della libreria Articolo 21 in largo Rezzara.
La campagna si articola in molte altre iniziative che vanno a toccare, oltre alle imprese commerciali, le famiglie, i ragazzi delle scuole, gli oratori, i gruppi e le comunità, coinvolgendo in maniera capillare le diverse realtà del territorio. Tra gli appuntamenti più significativi, il “Concerto di Natale” nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna – sabato 14 dicembre alle ore 21 -, eseguito dall’Orchestra da Camera Giovanile di Domodossola assieme al Coro dei Piccoli musici di Casazza, e l’assegnazione nel corso della serata del premio “Beato Papa Giovanni XXIII” a tre missionari bergamaschi. Non poteva mancare nemmeno l’utilizzo del web. Il sito www.websolidale.org effettua la vendita di presepi on line e dà la possibilità di inviare gli auguri natalizi via internet tramite la “Cartolina solidale”: per ogni cartolina virtuale inviata, l’Associazione WebSolidale Onlus devolverà un euro ai progetti sostenuti quest’anno.